il Fatto Quotidiano, 14 maggio 2015
Il fantasma di Nicola Cosentino a Casal di Principe. Viaggio nella terra dei casalesi, tra feste con mamme e saggi di danza, tra comizi in parrocchia e nuove “purpette”. Ma qui Forza Italia fa finta di aver dimenticato il suo passato
Antonio è in auto, con la moglie e i tre figli. Aspettano. Una bufera di acqua affloscia le bandiere di Forza Italia legate a decine ai lampioni. Casal di Principe, piazza Vittorio Emanuele, già piazza Mercato. Sabato 9 maggio, alle otto di sera. Antonio abbassa il finestrino e dice: “Il comizio non è rinviato, si fa lo stesso in un posto al coperto, adesso ci fanno sapere dove. Cosentino? Ci ha deluso per i guai che ha fatto, ha pensato solo a se stesso. Io voto Elisabetta, la vedo in chiesa che si prega e si confessa”. Elisabetta di cognome fa Corvino e insegna educazione musicale. È stata la prima donna a candidarsi a sindaco di Casal di Principe, a capo di un movimento civico. Ora corre per Forza Italia alle regionali campane, nella lista di Caserta e provincia. Il passaparola è efficace, veloce. Dopo venti minuti, duecento persone si dirigono alla parrocchia di Maria Santissima Preziosa, dove c’è un auditorium. Lungo il tragitto, c’è la villa di Enricomaria Natale, uno dei cosentiniani passati con il Pd di Vincenzo De Luca, nella lista di Campania in rete.
Il mondo ribaltato
Casal di Principe è il paese che ha dato il nome al clan simbolo di Gomorra, i Casalesi, ed è il paese di Nicola Cosentino, ex ras forzista della Campania oggi detenuto. Tocca alla Corvino aprire qui la campagna elettorale di Forza Italia per le regionali. E il mondo sembra ribaltarsi, in un sabato sera di pioggia. In platea ci sono un centinaio di mamme con bimbi. Un tenore canta Nessun Dorma e c’è pure un saggio di danza classica. L’unico momento di incertezza generale è quando al microfono avvisano che c’è da spostare una Jaguar. La Corvino grida contro “la camorra” e “la devastazione della nostra terra”. Continua: “La senatrice Rossi (Mariarosaria, ndr) mi ha detto ‘Come sei bella? Cosa mangi?’. Ho risposto: ‘Mangio il veleno della terra dei fuochi’. I casalesi sono il nome di un popolo, non di un clan”. Ovazione. La Corvino non cita mai Cosentino. Così come non lo citano mai gli altri esponenti azzurri che intervengono. Solo una ragazza, che fa il commissario della sezione di Forza Italia a Casale, ringrazia “chi ha operato prima di noi”. Tutto qui. Finito il comizio, dice la Corvino al Fatto: “Cosentino? L’ho visto un paio di volte, ma non tocca a me giudicare. Era a scuola a con mio marito ed era un ragazzo generoso”.
Il grande rimosso
Grazie a tutti i fari accesi sui nuovi cosentiniani del renzismo campano, Forza Italia si comporta come se Cosentino non fosse mai esistito, non fosse mai stato berlusconiano. Due giorni dopo il comizio di Casale, di lunedì, in via Botticelli a Caserta c’è il traffico bloccato. Alle sette di sera il forzista Giuseppe Greco apre il suo comitato elettorale e il flusso della gente è impressionante per un semplice candidato al consiglio regionale. Almeno cinquecento persone e tutta la nomenklatura locale di FI schierata al completo. Parlano in sette, compresa l’addetta stampa, e Cosentino rimane un fantasma. È il Grande Rimosso di questa campagna forzista. L’unico accenno è del sindaco di Caserta, Pio Del Gaudio, che non riesce a trattenersi, ma senza fare nomi: “Quando stavano con noi erano delinquenti e camorristi, adesso sono solamente impresentabili”. Sfumature che contano da queste parti. Del Gaudio fa parte dei cosentiniani rimasti in Forza Italia. L’elenco lo fa a puntate in questi giorni Notix, che è il sito di Nicola Turco, ora cosentiniano di sinistra, indagato per concorso esterno alla camorra e marito di Rosalia Santoro, candidata nella nota lista di Campania in rete.
I nomi dei “traditori”
Nella prima puntata dei Notix ci sono i maggiori berlusconiani che, come dice un autorevole azzurro della Campania, “hanno fatto un’abiura solenne di Cosentino dopo esserne stati amici”. In ordine sparso, parlamentari e no, indagati e no, casertani e napoletani: Luigi Cesaro e il figlio Armando, alias ’a purpetta e ’a purpettina (la polpetta e la polpettina); l’assessore regionale Sergio Vetrella; Domenico De Siano; Carlo Sarro; Giovanna Petrenga; Pina Castiello; Roberto Conte; Paolo Romano, attualmente alfaniano; Massimo Ianniciello; Antonio Milo; Ciro Falanga; Valeria Casizzone. Non solo. La capolista azzurra a Napoli è Alessandra Mussolini. Cinque anni fa, quando ci fu la scissione di Fli, la nipote del dittatore fascista non voleva votare la fiducia al governo di B., a causa del rapporto tra il finiano Italo Bocchino e Mara Carfagna. Il suo dissenso rientrò con la mediazione di Cosentino e lei per manifestare pubblicamente la pace ritrovata diede un bacio sulla bocca a Nick ’o mericano alla buvette di Montecitorio. Le sigle che formano la coalizione di Stefano Caldoro, governatore uscente, sono nove. Oltre a FI e alcune civiche, ci sono Ncd e Fratelli d’Italia. L’Udc di De Mita, invece, è nell’altro campo. Gli impresentabili sono 15, tra indagati, arrestati, condannati, imputati: il già citato Ianniciello, Gennaro Cinque, l’ex pd Giuseppe Galasso, Sandra Lonardo in Mastella (imputata) per Forza Italia; il già citato Romano, Pietro Foglia, Pietro Diodato, Ugo De Flaviis, Fernando Errico per Ncd; Gennaro Salvatore e Sergio Nappi per un civica socialista di Caldoro; Marco Nonno, Alberico Gambino e Luciano Passariello per Fratelli d’Italia; Gennaro Castiello per Noi Sud.
L’enclave azzurra
L’azzurro Angelo Di Costanzo è stato eletto ieri presidente della provincia di Caserta con il 43 per cento dei voti raccolti tra gli amministratori che partecipano a questa elezione di secondo grado. Di Costanzo ha parlato sia al comizio di Casal di Principe, sia a quello di Caserta e a entrambi i candidati, la Corvino e Greco, ha rivolto lo stesso augurio: “Sarai tu a sostituirmi in consiglio regionale”. Una volta “cara Elisabetta”, un’altra “caro Peppino”. Accade. Alle ultime Europee, Forza Italia ha preso in Campania il 23,95 per cento, pari a mezzo milione di voti. Quasi otto punti sopra la media nazionale. A Caserta è arrivata al 31,95 e a Casal di Principe ha superato il 41 per cento. La provincia casertana rimane una enclave forzista e le prossime regionali diranno quanto vale il fantasma Cosentino. Nell’ultimo puntata di Servizio Pubblico, Alessandro De Angelis ha fatto dire a Nazareno Renzoni che “Cosentino avrebbe offerto 150mila voti al Pd”. Qual è stata la risposta, tenendo conto della diaspora cosentiniana sul carro di De Luca, candidato del centrosinistra?
Gomorra style
Nel duello tra De Luca e Caldoro saranno decisivi i voti tra Napoli nord e Caserta. Nell’hinterland che separa le due province, c’è Sant’Antimo, il paesone dei Cesaro. Il figlio di Luigi, Armando, è uno dei candidati più forti di Forza Italia. Il degrado urbanistico di Sant’Antimo è avvilente, ma in questo deserto di camorra luccicano i gioielli della famiglia Cesaro: il centro sanitario Igea e un complesso sportivo. Per le strade, gli spazi elettorali sono coperti dai manifesti di un solo candidato. Armando Cesaro, ovviamente. Il suo slogan è inquietante, di stampo generazionale: “Ora tocca a noi”. Ai semafori, una Smart e un paio di decappottabili sgommano per scansare la fila e passare a velocità sostenuta. Sono ragazzi agghindati con il Gomorra style (la fiction). Baffetti sottili, ciuffo scolpito, jeans e camicia aperta. Due sono seduti su un calessino con cavallo per corse clandestine. Gli zoccoli rimbombano sull’asfalto. Quale sarà il cavallo vincente dei clan alle Regionali?