Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  maggio 14 Giovedì calendario

Carlo, quell’impiccione di un principe. Nelle lettere che ha scritto a Blair affronta qualsiasi argomento. Spazia da quello che mangiano i bambini a scuola ai tassi che nei campi trasmettono la tubercolosi alle mucche, passando per gli elicotteri che in Iraq non funzionano. E poi se la prende con la pesca illegale al branzino cileno che, prima o poi, «sterminerà i poveri, vecchi albatros». Ma il grafologo del Guardian sostiene che sarà un buon re

Il principe Carlo dovrebbe avere come sua madre, la regina Elisabetta, un atteggiamento neutrale nei confronti del governo e del parlamento. E invece s’impiccia di tutto: di quello che mangiano i bambini a scuola, dei tassi che nei campi trasmettono la tubercolosi alle mucche, degli elicotteri che in Iraq non funzionano e persino della pesca illegale al branzino cileno, che se non sarà fermata in tempo «sterminerà i poveri, vecchi albatros». 

I «Black spider memos»
Dopo dieci anni di attesa e di costose battaglie legali condotte dal giornale «The Guardian», il grande giorno è finalmente arrivato: il premier David Cameron ha aspettato fino a dopo le elezioni, ma ieri ha dovuto rendere pubblici i «Black spider memos», le 27 lettere scritte tra il 2004 e il 2005 dall’erede al trono all’allora premier Tony Blair e a ministri del governo laburista, per invitarli a intervenire sui temi che più gli stanno a cuore: l’ambiente, l’architettura, le forze armate, i supermarket, l’agricoltura, la scuola e la difesa dei vecchi paesaggi urbani. 

Interferenze garbate
Carlo ne esce bene. È vero che ha costituzionalmente violato il principio di neutralità della Corona, ma l’ha fatto in modo garbato, senza mai imporre il suo punto di vista e senza neppure tutte quelle sottolineature nere e quei punti esclamativi per i quali le sue lettere sono conosciute come «i promemoria del ragno nero». È probabile che i sudditi approvino quello che il principe del Galles ha fatto. Ha dimostrato di avere ascoltato le lamentele della gente che incontrava e di averle riportate all’attenzione del governo. 

Vicino agli inglesi
In una lunga lettera a Blair, Carlo affronta ad esempio, con grande conoscenza di ogni dettaglio, i problemi degli allevatori di bestiame e illustra possibili soluzioni, come quella di sterminare i tassi per fermare l’epidemia di tubercolosi. Si dice anche preoccupato per il crescente potere dei supermarket nel determinare i prezzi dei prodotti. Parla dell’equipaggiamento dei soldati in Iraq, che «fanno un lavoro impegnativo senza le necessarie risorse», e del problema degli elicotteri Lynx, che hanno «prestazioni inadeguate alle alte temperature». 
Carlo scrive al ministro della Cultura, Tessa Jowell, per pregarla di «considerare con attenzione l’abbattimento di edifici storici» allo Smithfield Market di Londra, e al ministro dell’Istruzione, Charles Clarke, per spiegare l’importanza del cibo di qualità nelle scuole. Al ministro per l’Irlanda del Nord dà suggerimenti per preservare un edificio storico che vedrà nella prossima visita, «se sarò ancora vivo», e con Blair si preoccupa per una direttiva dell’Ue che bandisce l’uso di molte piante medicinali, necessarie alla preparazione di farmaci alternativi. 

Aperto, logico e socievole
Carlo si è detto «dispiaciuto» per la pubblicazione di corrispondenza che doveva restare privata e da Clarence House è arrivata una nota nella quale si sottolinea che le lettere dimostrano solo l’interesse del principe per i problemi della gente che incontra in circa 600 impegni ufficiali l’anno. Il «Guardian» ha chiesto a un grafologo di esaminare la sua scrittura. Ha una mente aperta, logica, socievole e adattabile: sarà un buon re.