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 2015  maggio 13 Mercoledì calendario

Ebola torna a far paura. Un infermiere sardo è stato contagiato in Sierra Leone. Il volontario di Emergency, 37 anni, ora è in condizioni stabili. È ricoverato allo Spallanzani. I medici: «È stato bravissimo: quando si è reso conto di stare poco bene ha subito seguito tutte le regole del protocollo stabilendo per sé un auto-isolamento nella sua camera da letto»

Ebola colpisce un volontario italiano di Emergency nella fase finale dell’epidemia in Sierra Leone. Per l’ammalato, 37 anni, infermiere sassarese tornato dall’Africa giovedì, ieri sera è stato disposto il trasferimento d’urgenza con un C-130 dell’aviazione militare. Il jet, decollato da Pratica di Mare, è atterrato alle 21 mentre il paziente veniva trasportato con un’ambulanza attrezzata per queste emergenze dal reparto di malattie infettive dell’ospedale di Sassari all’aeroporto di Alghero. A tarda sera, il ricovero allo Spallanzani di Roma dopo i contatti tra il ministero della Salute e l’Unità di crisi sarda guidata dall’assessore regionale alla Sanità, Luigi Arru. Le condizioni del volontario, allo stato attuale, sono giudicate “buone” dai medici. La famiglia chiede che non vengano divulgati né la sua identità né altri particolari che ne permettano il riconoscimento. Questo appena confermato nell’isola è il secondo caso di Ebola tra italiani. Fa seguito a quello del medico siciliano Fabrizio Pulvirenti, anche lui al lavoro per Emergency in Sierra Leone e guarito a gennaio.
«L’infermiere è stato bravissimo: quando si è reso conto di stare poco bene ha subito seguito tutte le regole del protocollo stabilendo per sé un auto-isolamento nella sua camera da letto», hanno voluto sottolineare i sanitari. Il volontario sardo era tornato dall’Africa via Fiumicino. Nella stessa giornata si è poi imbarcato per lo scalo algherese raggiungendo Sassari, dove vivono i familiari. In congedo dall’ospedale dove solitamente presta la sua attività (non si sa se nello stesso capoluogo o in un altro centro regionale), l’uomo era in Africa dal 15 febbraio. Faceva parte dell’équipe di Emergency che si occupa dell’epidemia: nonostante in Sierra Leone non si verifichi più un caso da cinque giorni, in questa struttura sanitaria lavorano 20 volontari mentre altri 17 si dedicano al centro pediatrico.
L’infermiere è stato doppiamente sfortunato: intanto perché ha contratto la malattia e poi perché Ebola lo ha contagiato proprio quando l’emergenza nel paese africano sta rientrando. Come ha confermato la figlia di Gino Strada, Cecilia, presidente di Emergency, ora in Sierra Leone ci sono soltanto due ricoverati. «Quella di queste ore è una brutta notizia, ma siamo fiduciosi: speriamo che l’operatore sardo ce la faccia a sopravvivere come tanti altri che si sono ammalati – ha aggiunto – L’emergenza è superabile, soprattutto se si pensa che all’inizio dell’anno laggiù dovevamo accogliere ogni giorno centinaia di nuovi contagiati».
Oltre che con i passeggeri degli aerei che l’hanno riportato a casa – probabilmente in una fase nella quale la malattia non era ancora contagiosa – il volontario è entrato in contatto solo con due familiari, attualmente in isolamento nella loro abitazione a scopo precauzionale. Le condizioni del paziente, secondo l’ultimo bollettino medico, «sono stabili: nella norma i parametri vitali, costantemente monitorati». L’infermiere ha iniziato a presentare i primi sintomi, con febbre oltre i 39, da domenica sera. Ricoverato lunedì pomeriggio, è stato sottoposto a terapia antipiretica e antibiotica. I medici precisano che è autonomo, collabora e la situazione «è sotto controllo». La presidente della commissione Sanità del Senato, Emilia Grazia De Biasi (Pd), ha chiesto che il governo riferisca sulla situazione. «Auguri di pronta guarigione all’infermiere di Emergency, siamo fieri del suo impegno»: così in un tweet la presidente della Camera, Boldrini. Altro tweet da Zingaretti, presidente della Regione Lazio: «Allo Spallanzani un altro caso Ebola. Un’eccellenza della sanità del Lazio ancora in prima linea per combattere malattia».