Il Messaggero, 13 maggio 2015
Continua l’inchiesta sui vigili assenteisti. I medici hanno ammesso di aver rilasciato certificati di malattia per Capodanno senza aver visitato alcun paziente
C’è una svolta nell’inchiesta sull’assenteismo record dei vigili urbani nella notte di Capodanno. Dopo le ultime tornate d’interrogatori, il numero dei medici”disonesti” che avrebbero favorito i caschi bianchi, è salito a 25. Sono stati gli stessi dottori ad ammetterlo: avrebbero compilato certificati di malattia senza avere nemmeno visitato i pazienti. E gli stessi referti sarebbero poi stati utilizzati dai pizzardoni per disertare il turno di lavoro. Ora, i sanitari rischiano l’ipotesi di falso, mentre per gli agenti si profila l’accusa di truffa. Ma non è tutto. Al vaglio dei pm Stefano Fava e Nicola Maiorano c’è anche la posizione di altri 25 vigili urbani, che a breve verranno iscritti sul registro degli indagati per interruzione di pubblico servizio e per essersi rifiutati di obbedire ad una richiesta avanzata dall’autorità competente. Si tratta degli agenti che avevano dato la propria disponibilità a lavorare tra il 31 dicembre e l’1 gennaio, in caso di emergenza. Ma che, una volta chiamati a sostituire i colleghi che si sono dati per malati: hanno spento il cellulare rendendosi irreperibili. Nei giorni scorsi, i vigili in questione sono stati individuati e segnalati agli inquirenti, e a breve verranno convocati e interrogati. Secondo chi indaga, in sostanza, staccando il telefono e non rispondendo alla chiamata del gruppo di appartenenza, gli agenti avrebbero messo a rischio il funzionamento della macchina amministrativa in una situazione a rischio.
I NUMERI
I numeri dell’inchiesta, nel frattempo, sono stati ricostruiti nei dettagli. Gli agenti rimasti a casa il 31 dicembre scorso sono in tutto 803. Fra questi, 106 vigili hanno usufruito della legge 104 (relativa all’assistenza ad un familiare disabile), 33 non sono entrati in servizio grazie ad una giustificazione sindacale e 34 hanno fatto valere il congedo per una grave infermità di un congiunto. In 80 hanno invece dichiarato di aver donato il sangue. Anche sul fronte dei permessi ci saranno però accertamenti. Dalle indagini, infatti, è già emerso che un pizzardone, invece di rivolgersi ad un medico”amico” per ottenere un certificato ad hoc che gli consentisse di saltare il turno di lavoro, avrebbe compilato la documentazione di suo pugno e avrebbe depositato presso il gruppo di appartenenza un referto di avvenuta donazione del sangue totalmente fasullo. Il vigile, infatti, si sarebbe effettivamente presentato in un centro di prelievo, ma sarebbe stato respinto: i dottori lo avrebbero rispedito a casa perché era affetto da una patologia cardiaca incompatibile con la donazione. Ora, l’agente rischia una doppia accusa: falso e truffa.
LA LISTA
L’elenco degli indagati potrebbe presto allungarsi. I medici ascoltati dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria di piazzale Clodio sono in tutto 250, 25 di loro hanno già ammesso di aver”taroccato” i referti, e nei prossimi giorni gli inquirenti proseguiranno le audizioni. Dovranno interrogare gli autori di 650 documenti sanitari considerati”potenzialmente ambigui”. Altri tre vigili, infine, sono accusati di tentata interruzione di pubblico servizio: avrebbero spinto i colleghi a saltare il turno nella notte di San Silvestro, veicolando uno sciopero bianco non autorizzato per forzare la trattativa in corso con l’amministrazione sul salario accessorio e sulla riforma del Corpo. Gli agenti del nucleo speciale frodi tecnologiche della Guardia di Finanza, a inizio febbraio, hanno perquisito gli uffici del primo gruppo della municipale per acquisire messaggi di posta elettronica, comunicazioni su Facebook e su altri network, in modo da accertare se l’assenza di massa sia stata organizzata o meno. Nel frattempo, sono arrivati i primi provvedimenti amministrativi: 5 pizzardoni sono stati sospesi dal servizio per periodi che vanno dagli 8 ai 10 giorni.