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 2015  maggio 13 Mercoledì calendario

Dodici anni a Vincenzo Iacolare, il ragazzo che seviziò il quattordicenne con un compressore in un autolavaggio a Pianura. La sentenza, che arriva sei mesi dopo quei tragici fatti, pare restituire un po’ di giustizia all’adolescente che è in ospedale in attesa di un nuovo intervento chirurgico: ha già perso due terzi di intestino

Dodici anni di reclusione a Vincenzo Iacolare, il 26enne accusato di aver seviziato il povero Enzo, 14 anni, con un compressore, in un autolavaggio a Pianura. Sei mesi dopo quei tragici fatti arriva una sentenza a restituire un po’ di giustizia all’adolescente vittima dell’aggressione, che intanto è di nuovo in ospedale, in attesa di un nuovo intervento chirurgico previsto a giorni. Per quello che si è tentato di far passare come un «gioco», Enzo ha rischiato la vita, ha perso due terzi di intestino e ha una salute che non sarà mai più come quella di prima.
Iacolare è stato condannato per i reati di violenza sessuale e lesioni gravi e pluriaggravate. Inizialmente nel capo di imputazione, accanto alla violenza sessuale, la Procura contestava il tentato omicidio.

LA RICHIESTA DEL PM

Duro l’atto d’accusa del pm Fabio De Cristofaro, titolare dell’inchiesta, che in apertura di udienza, ieri, ha pronunciato la sua requisitoria. Il pm ha ricostruito la storia di cui Enzo fu vittima il 7 ottobre scorso e ha concluso con una richiesta di pena severa per l’imputato: 18 anni di carcere. I giudici lo hanno condannato a poco meno, dodici anni, oltre al risarcimento del danno alla vittima e ai suoi genitori (assistiti dall’avvocato Francesco Cioppa) e al Comune di Napoli (rappresentato dall’avvocato Davide Diani), tutti costituitisi parti civili. In particolare, i giudici hanno stabilito una provvisionale di 200mila euro a favore dell’adolescente e la sua famiglia e un danno da liquidarsi in sede civile a favore di Palazzo San Giacomo.
Nei corridoi c’erano solo i parenti in trepidante attesa: da una parte quelli dell’imputato, dal lato opposto quelli della vittima. Si lanciavano qualche occhiata, nulla di più. Agenti in borghese e agenti della polizia penitenziaria presidiavano l’aula 415. È una delle aule all’ultimo piano del Palazzo di giustizia. Quando il giudice Luigi Buono, presidente della undicesima sezione penale, ha dato inizio alla lettura del dispositivo c’è stato solo silenzio, dentro e fuori l’aula. Il processo si è sempre svolto a porte chiuse per tutelare il minorenne.
LA REAZIONE
C’è stata commozione alla notizia della sentenza. I familiari di Enzo si sono stretti in un abbraccio. Vivono ore difficili in questi giorni, per via dello sfratto imminente e della nuova operazione a cui il ragazzo sarà sottoposto. «Siamo soddisfatti. È stata riconosciuta l’estrema gravità della violenza subita dal ragazzo» ha commentato l’avvocato Cioppa. Vincenzo Iacolare, giovane papà originario di Pianura, ha sempre respinto l’accusa di violenza sessuale spiegando di non aver mai avuto alcun intento di aggredire in quel senso la vittima. E ha raccontato che ciò che accadde nel gabbiotto dell’autolavaggio che frequentava nel tempo libero sarebbe stato un gioco finito male, un brutto scherzo. Assistito dall’avvocato Antonio Sorbilli, Iacolare era presente in aula, ieri, alla lettura del dispositivo. Non appena saranno depositate le motivazioni della sentenza valuterà il ricorso in Appello.