La Stampa, 11 maggio 2015
«Sono il più giovane dei vecchi del piccolo schermo». Parla Fiorello: «In tv per ora non torno. Sono il passato»
Qui, al «Festival della Tv e dei nuovi media», si parla del futuro della televisione. Ma Fiorello si smarca. «Io sono il passato, devo diventare una razza protetta – dice -. Per ora mi accontento di fare teatro. Non sono un cuoco e oggi in tv cucinano tutti. Ma non sono neppure un concorrente o giudice di talent. Saremo rimasti in due o tre a non cucinare o partecipare ai talent». Più che Cracco e i cuochi, però, sembrano dargli fastidio i talent show: «Ormai fanno competizioni tv su tutto. Tra un po’ arriverà un talent sugli avvocati o uno sui muratori».
Tanto vale, allora, guardare al passato. «Mi ricordo quando, arrivato a Milano, l’immigrato ero io», racconta. Aveva 27-28 anni e sbarcava nella nuova capitale dello show business con poche certezze e un pareo. Prende una maglietta del Festival e chiede al pubblico: «Sapete farvi una bandana con una t-shirt?». Se la fa e se la mette in testa. Così, come quando era animatore dei villaggi turistici. «Non rinnego nulla di quegli anni, anzi mi hanno insegnato una cosa fondamentale: a tirarmi fuori dalle situazioni difficili».
È un fiume in piena, Fiorello. Fa caldo, e tanto, sotto il tendone allestito nella capitale del Dolcetto. Fin dall’esordio si è capito che sarà uno show: «Cos’è questo? Vin brulé?», dice prendendo la bottiglia messa sul tavolino. Con Fiorello, sul palco, c’è il critico tv del Corriere della Sera Aldo Grasso. Intervistare l’incontenibile è cosa ardua. E così si diventa tutti un po’ spettatori. Decide lui, lo showman. Anche perché è questo che ama fare Fiorello, e lo dice. «Mi piace il contatto umano con il pubblico. Tanto che questa sera ho rinunciato a Lazio-Inter per essere qui tra di voi».
In prima fila c’è l’imprenditore ed editore Carlo De Benedetti («Che ha un monolocale qui», dice, riferendosi alla sua tenuta). Tanto lui che la collega diRepubblica non sono risparmiati: «M’immagino già il titolo di domani: “Fiorello contro Berlusconi”». E tutti, compreso «l’Ingegnere», sorridono.
Alcune signore di mezza età, rimaste fuori dalla sala, invece spingono: c’è chi chiede una foto, una firma, un selfie. E Fiorello non si nega a nessuno. Anche perché, per quanto lui dica il contrario, è tutt’altro che un anziano tecnologico. È tra i primi in Italia a usare Periscope, l’applicazione che permette di trasmettere in diretta quello che si riprende via smartphone. «Uno strumento potentissimo», dice. E si percepisce come tutto, anche nella tv, sia stato stravolto negli ultimi anni.
Non è un caso che, alla fine, dopo quattro bottigliette d’acqua bevute in poche sorsate, un pensiero sia dedicato a Mike Bongiorno. A un altro modo, forse, di fare tv. E qui, Fiorello si lascia andare a qualche imitazione dell’amico conduttore.
Passa un’ora e mezza così, senza mediazioni. Con due telefonate in diretta – una al fratello attore Beppe, un’altra ad Amadeus – solo per il gusto di divertirsi e far divertire. Si dovrebbe parlare del futuro del piccolo schermo. E il «più giovane dei vecchi» ha deciso di farlo così: con uno spettacolo spigliato, mai volgare e intelligente. Come se ne vedono pochi, in tv.