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 2015  maggio 11 Lunedì calendario

La password da inghiottire è realtà. Presto porteremo nel nostro corpo il sistema di identificazione per tutti gli accessi informatici e i pagamenti digitali, le tecnologie e i microchip esistono già. Per il capo dello Sviluppo di PayPal, Jonathan Leblanc, la loro adozione non dipende da problemi tecnici ma dal superamento di resistenze culturali. La «pasticca» sarà anche in grado di tenere sotto contro il cuore e il livello di glucosio nel sangue

Lo «username» iniettato, la «password» da inghiottire con una pillola. Non è un film sugli uomini-cyborg: quando il capo dello Sviluppo di PayPal, Jonathan Leblanc, ha raccontato, in un ciclo di conferenze, che presto porteremo nel nostro corpo il sistema di identificazione per tutti gli accessi informatici e i pagamenti digitali, ha citato tecnologie e microchip già esistenti. La loro adozione non dipende da problemi tecnici ma dal superamento di resistenze culturali. Niente più «password» da memorizzare (ognuno di noi ne usa, in media, ben 19). E nemmeno lettura elettronica delle impronte digitali e dell’iride dell’occhio: tecnologie biometriche complesse e ancora non perfettamente messe a punto che stanno già invecchiando. Meglio la pasticca: ha dentro un sensore che percepisce e ritrasmette dati unici che ci identificano, come le onde elettriche dei battiti cardiaci o il livello di glucosio nel sangue. Così, oltre a usare il Bancomat o uscire dal supermercato senza usare la carta di credito o lo «smartphone», si ottengono anche dati sulla nostra salute: «PayPal vuole integrarsi pienamente nel corpo umano» proclama, trionfante, Leblanc. 
   La gente si spaventa e PayPal precisa: «Nessun progetto operativo in questo campo». Ma che la direzione sia questa non c’è dubbio: quando, 10 anni fa, Sergey Brin, immaginò un «homo sapiens» dalle capacità incrementate grazie a un «microchip» impiantato nel cervello, le reazioni di disagio furono tali da indurre il cofondatore di Google a non parlare mai più della cosa. Ma intanto la ricerca sui sensori cerebrali per aiutare chi ha perso la vista o la memoria o ha bisogno di arti artificiali, è andata molto avanti. Mentre i microchip Rfid vengono già messi sotto la cute degli animali domestici e la Fda ne ha autorizzato versioni impiantabili sull’uomo. Magari domani li useremo per non perdere di vista i nostri bambini. Spaventati? Una tecnologia penetrante e a buon mercato vincerà anche la nostra repulsione.