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 2015  maggio 10 Domenica calendario

Hanno fatto bene o hanno fatto male i leader occidentali a disertare le celebrazioni russe per la vittoria sui nazisti di 70 anni fa?• Beh, intanto i nazisti non furono mica battuti solo dai russi

Hanno fatto bene o hanno fatto male i leader occidentali a disertare le celebrazioni russe per la vittoria sui nazisti di 70 anni fa?

• Beh, intanto i nazisti non furono mica battuti solo dai russi. Anche dando al contributo europeo un valore scarso (purtroppo) c’erano gli americani, c’erano gli inglesi.
Infatti quando si trattò di celebrare lo sbarco in Normandia, l’anno scorso, Putin fu invitato e ci andò. E s’era preso la Crimea da appena tre mesi. Anche ieri, il presidente russo ha ringraziato gli Alleati per il contributo dato alla vittoria sulla Germania nazista. La vittoria «continuerà sempre a essere il vertice eroico della storia del nostro Paese ma ricordiamo anche i nostri alleati nella coalizione anti Hitler. Ringraziamo i popoli di Regno Unito, Francia e Stati Uniti per il loro contributo».

• Discorso furbo.
Sì, perché fa cadere sugli Alleati tutto il peso della distanza tra loro e Mosca. Per le celebrazioni erano stati invitati tutti, ma né Obama né la Merkel né Hollande né Mattarella o Renzi hanno assistito alla sfilata, conseguenza delle sanzioni e della guerra fredda in corso per via dell’Ucraina. Gli Stati Uniti se la sono cavata con la presenza dell’ambasciatore John Tefft (anche se tra poco John Kerry sarà a Sochi), la Merkel si presenterà solo oggi per partecipare con Putin a una cerimonia commemorativa, l’Italia si è limitata a una visita del ministro Gentiloni che andrà oggi a deporre dei fiori sulla tomba al Milite Ignoto dei giardini di Alessandro. Ora in Russia le celebrazioni del 9 maggio sono da sempre un evento epocale, Stalin profittò apposta del fuso orario per distinguere la resa nazista all’Urss da quella alle altre potenze (sottoscritta l’8). Putin, che secondo alcuni sogna di ricostruire una sua Unione Sovietica, ha pompato enormemente le celebrazioni di ieri con relativa mega-parata e dispiegamento della potenza militare russa…

• Racconti un po’ di questa mega parata…
Ma niente, hanno sfilato sulla Piazza Rossa 200 blindati, 15 mila soldati, 1300 militari stranieri (tra cui guardie serbe, guardie d’onore cinesi, granatieri indiani), e anche gli “omini verdi” che sconfinarono in Crimea e nell’Ucraina orientale pretendendo di essere soldati di nessuno. Si sono visti il missile Bulk che abbattè il boeing malese nel Donbass, il carro armato T-14 Armata (ancora sperimentale), 150 aerei da combattimento. Eccetera eccetera. I russi hanno oggi un esercito di un milione di soldati. Persero nella Seconda guerra mondiale 28 milioni di uomini. E ieri 250 mila persone hanno assistito alla parata, piene di quello spirito nazionalista da cui è pervaso tutto il Paese e sul quale il grande capo naviga a gonfie vele. Intorno a Putin c’erano soprattutto il leader cinese Xi Jinping e quello indiano Pranab Mukherjee, cioè il palco fotografava la vocazione orientale della Russia di oggi, la sua volontà di distinguersi dall’Occidente fino al punto di rendere di nuovo possibile un clima da guerra fredda.

• Da cui la domanda iniziale: hanno fatto bene o hanno fatto male i leader occidentali a restarsene a casa loro?
I leader occidentali sono andati dietro alla linea di Obama, che a sua volta ha dovuto tener conto della violenta reazione repubblicana se si fosse seduto accanto allo zar russo. Dunque, si potrebbe dire, è la destra (la destra repubblicana Usa) la fonte principale del malessere antirusso. Pure proprio ieri, sul Corriere della Sera , questa linea è stata criticata da uno degli esponenti più importanti della nostra destra, cioè Silvio Berlusconi.

• Che cosa ha detto?
L’articolo si chiude con questa frase: «Considero quello poltrone vuote sulla Piazza Rossa non una prova di forza, ma l’emblema di una nostra sconfitta». Berlusconi sostiene che «nell’attuale scenario geo-politico l’Occidente ha di fronte due sfide, quella economica delle potenze emergenti dell’Asia e quella politica e militare dell’integralismo islamico. Per sostenere queste sfide è fondamentale avere la Russia dalla nostra parte». E continua: «Perché allora isolare Putin? Perché costringerlo ad alzare i toni della sfida con l’Occidente? Perché invitarlo a considerare la Federazione Russa una potenza asiatica? La sicurezza dei Paesi baltici si garantisce meglio con una Federazione Russa parte integrante dell’Europa e dell’Occidente, o con una Federazione Russa asiatica, isolata e conflittuale?». «E questo» dice ancora Berlusconi «senza contare l’elevatissimo prezzo economico che le aziende italiane ed europee stanno pagando per la recente adozione di una politica sanzionatoria che non ha portato alcun risultato concreto». Naturalmente sappiamo che tra Putin e Berlusconi esistono legami d’amicizia personale molto forti. Eppure come non riflettere un momento su questa presa di posizione?