Libero, 8 maggio 2015
Il caso dell’appartamentino maltese. Una donna eredità una casa e dopo quattro anni scopre che nella cassaforte c’erano 990 milioni di lire. Un patrimonio che ormai vale quanto una cartaccia
Vi ricordate il Falcone Maltese? Il film con Humphrey Bogart (da un giallo di Hammett) con un gruppo di persone alla caccia di una statuina reputata di valore inestimabile, anzi, «della materia di cui sono fatti i sogni», e che infine si rivela una patacca? Qualcosa del genere è capitato in una storia raccontata ieri dal Gazzettino, e che potremmo chiamare «il caso dell’appartamento maltese». Bruno e Santina Antoniazzi, una coppia di coniugi di Torri di Quartesolo (Vicenza) aveva acquistato un appartamento a Malta, vicino La Valletta, anche – ma non solo evidentemente – per trascorrerci le vacanze estive. Alla loro scomparsa, tra il 2008 e il 2010, non avendo figli, lasciano i loro averi alla sorella di Bruno e ai suoi parenti vicentini. Nell’eredità, piuttosto consistente, c’è ovviamente anche l’appartamento maltese. Tuttavia, per ragioni non chiarite, ma probabilmente solo disinteresse verso quell’immobile lontano, la donna, acquisita l’eredità, si dimentica della casa fino a Natale dell’anno scorso, quando manda in missione un nipote a dare un’occhiata, per valutarne le condizioni nell’ipotesi di una vendita. Immaginatevi la sorpresa del ragazzo nell’entrare nell’appartamento maltese, rimasto sigillato per quattro anni, e scoprire una cassaforte che custodiva la somma di 990 milioni di lire. Cioè a dire, dal decreto Salva Italia del governo Monti del 6 dicembre 2011, carta straccia. Portate in Italia e convertite prima di quella data, le banconote avrebbero fruttato circa mezzo milione di euro, cosa che sarebbe avvenuta se la donna non avesse temporeggiato quattro anni, giudicando una risorsa trascurabile il maledetto appartamento maltese. E adesso l’erede si morde la mani e forse dovrà vedersela con l’ira dei parenti, con quel gruzzolo che finisce nel monte di vecchie lire fantasma ormai inutilizzabili: secondo la Banca d’Italia si aggira attorno all’equivalente di 1,3 miliardi di euro. Il che fa pensare che devono esistere ancora molti «appartamenti maltesi» con tesori scaduti. La donna ha tentato di far rientrare i soldi in Italia, ma per farlo avrebbe dovuto depositarli in una banca maltese e da lì bonificarli sul suo conto corrente italiano, ma nessuna banca maltese ha voluto depositare valuta fuori corso. Per adesso i 990 milioni di lire sono in una cassetta di sicurezza, in attesa di un destino incerto.