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 2015  maggio 06 Mercoledì calendario

Il match del secolo? Gratis e indiretta su Periscope. Si apre il caso dei diritti televisivi. Per vedere l’incontro tra Mayweather e Pacquiao 16.800 spettatori hanno speso dai 1.500 ai 12mila dollari, 3 milioni di telespettatori dai 90 ai 100, così come gli internauti, vittime tra l’altro di un ko tecnologico

Il primo round si poteva vedere con un nutrito gruppo di appassionati dalle parti di Washington tra lattine di birra sul tavolo e luce fioca che rifletteva sulla parete. Il secondo, volendo, con degli agenti dentro a una stazione della polizia in Kenya. Il terzo addirittura a una manciata di metri dal ring della «MGM Grand Garden Arena» di Las Vegas, tra i 16.800 spettatori – fortunati o privilegiati, a seconda dei punti di vista – che hanno sborsato da 1.500 a 12 mila dollari.
E così via, saltando da un Paese all’altro, da un edificio all’altro, per tutte e dodici le riprese. In verticale o in orizzontale, con qualità buona o pessima, con video in preda al tremolio continuo o con mano ferma, con o senza commento, con o senza «Wow!» e imprecazioni varie, in presenza di qualche utente o di centinaia, comunque sempre a colori.
Che sarebbe stato difficile fermare i pirati televisivi sul web gli organizzatori lo sapevano da tempo. Ma mai si sarebbero immaginati l’impatto di due app – Periscope (comprata da Twitter) e Meerkat – create per trasmettere video in diretta con il telefonino ma usate sabato notte per mandare in onda, gratis, sui social network il «match del secolo» dei pesi welter di boxe tra Floyd Mayweather Jr e Manny Pacquiao, vinto dal primo ai punti.
Un appuntamento tale da generare – soltanto con i canali a pagamento – 270 milioni di dollari, con circa tre milioni di case americane collegate (non senza qualche intoppo), una spesa di 90-100 dollari per iscritto e finita – almeno sul web – con un knock-out tecnologico.
Hbo e Showtime, i canali che si erano assicurati l’esclusiva dell’incontro, ora promettono battaglia (legale) dopo aver ottenuto l’oscuramento dei siti boxinghd.net e sportship.org. Ma sanno anche loro che non sarà così facile fermare la nuova forma di pirateria che corre sui social network.
La replica di Periscope e Meerkat non è mancata. «Stiamo lavorando con le emittenti tv e inviando notifiche agli utenti segnalati», dice Ben Rubin, amministratore delegato di Meerkat. Più esplicita la posizione di Periscope (quindi di Twitter): «Rispettiamo la proprietà intellettuale, per questo trasmettere contenuti protetti dal diritto d’autore è una violazione delle nostre regole».
Nel caso specifico – l’incontro di pugilato – l’app ricorda di aver rafforzato il team e di aver ricevuto 66 segnalazioni da Hbo e Showtime interrompendo il segnale di 30 account. «Da quei profili Periscope non si può più trasmettere», precisano. Proprio il social network dei cinguettii (che conta 302 milioni di utenti mensili) ci tiene a chiarire un punto: loro offrono un servizio e «le condizioni di utilizzo sono molto chiare: Periscope non si può utilizzare per trasmettere eventi protetti dal diritto d’autore». Una realtà che però rende impossibile interventi preventivi, prima delle dirette, «ma solo dopo, su segnalazione».
Non è il primo «incidente» e non sarà l’ultimo. Sempre Hbo e sempre Periscope si erano dovuti affrontare durante la messa in onda del serial «Game of Thrones» («Il trono di spade») quando gli utenti avevano mostrato la prima puntata della nuova stagione.
La questione è pure sul tavolo di chi si occupa dei diritti tv legati al calcio. La Lega americana di hockey (Nhl) si è già portata avanti decidendo che tifosi e giornalisti non possono usare le due app per il livestreaming «prima, durante e dopo» le partite cui assistono dal vivo.
Leonard Berberi