Corriere della Sera, 6 maggio 2015
Civati vuole lasciare il Pd e pensa ad un nuovo partito tutto suo
«Io e Renzi rimarremo amici, anche se in due partiti diversi». Pippo Civati sembra aver deciso davvero, dopo tanti penultimatum, di bruciarsi i ponti alle spalle. Nelle prossime ore, se non ci ripenserà ancora una volta, l’ex sfidante di Renzi alle primarie lascerà il Pd. Non per entrare in Sel da deputato semplice. Bensì, questa la novità, per guidare una nuova formazione politica, imperniata su un «comitato scientifico» e un «comitato di garanzia». A Un Giorno da Pecora Civati ha detto che Renzi «ha fondato un nuovo partito, su se stesso e sull’Italicum, in cui decide tutto lui». E quando gli hanno chiesto se gli piacerebbe diventare il leader della minoranza, il deputato di Monza si è quasi arrabbiato: «Di quale minoranza? Io mi sono candidato al congresso del Pd e se Cuperlo e gli altri avessero voluto scegliere una figura di riferimento, potevano vedere i risultati». E adesso? È più facile che la Juve vinca la Champions o che Civati esca dal Pd? «È più facile che esca dal Pd». Lo strappo della fiducia sulla legge elettorale non si può ricucire: «Mi sorprende che personalità come Cuperlo dicano “è stata una brutta parentesi”». Per Civati no, non è stata una parentesi e il governo non merita più il suo sostegno. Manca solo l’annuncio ufficiale: «La risposta arriverà presto...». Il suo sogno è un gruppo unico a Palazzo Madama, dove bastano dieci senatori per affrancarsi dal Pd. Ma alla Camera ne occorrono venti e dunque dovrà traslocare nel Misto: «Tanto ormai anche il Pd è un gruppo Misto». Il travaglio di Civati è anche quello di Stefano Fassina, che non si riconosce più nel Pd di Renzi: «È molto lontano dal partito che abbiamo immaginato». Si ricandiderà con il Pd? «Se dovessi rispondere oggi, direi di no. Si può fare politica in tanti modi, non bisogna stare in Parlamento – ha aggiunto ad Agorà —. Potrei tornare a fare il mio lavoro».