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 2015  maggio 06 Mercoledì calendario

La Juve dei sogni diventa realtà. Al Bernabeu non sarà una passeggiata, ma a questo punto ci ha preso gusto e, se gioca con lo stesso spirito guerriero, Berlino non è un’utopia

Diventa una realtà, e che realtà, la Juve dei sogni. Si materializza da subito, e per il Real è un incubo. Allegri era sicuro che non sarebbe finita 0-0. Evidentemente ha imparato in fretta a conoscere la squadra, perché è vero che molti sospettavano l’impresa, ma è anche vero che l’ultima uscita della Juve in Champions non autorizzava eccessivi ottimismi. Certo, l’orgoglio, la possibilità di andare a Berlino, il prestigio, tutte belle cose, ma poi è il campo che decide. E in campo si è vista una grande Juve. Aggressiva e concentrata sin dai primi minuti, quando perfino l’esordiente in Europa dal 1’ Sturaro, alla faccia dell’emozione, ha obbligato Casillas alla parata. Questa, da parte di Allegri, è stata una mossa a sorpresa. Ha lanciato in una partita decisiva un ragazzo con pochissimi minuti d’esperienza in campo europeo, uno che solo due anni fa giocava in B. Sturaro ha risposto, come tutti, del resto. Il primo è stato Morata, classico gol da ex dopo che Casillas aveva respinto corto un tiro di Tevez, liberato da un eccellente Marchisio. Il Real, forse stupito, non solo dall’aggressività ma anche dalla lucidità della Juve, faticava a ritrovarsi. Cercava il gioco largo, con un apporto veramente minimo da parte di Bale, mentre la Juve cercava e trovava la profondità, con manovre essenziali. Una vera palla al piede per il Real: Sergio Ramos, impiegato a centrocampo. Quasi tutto quello che poteva sbagliare l’ha sbagliato. Tardivo, poi, l’ingresso di Hernandez, che con la sua velocità sul breve ha fatto correre qualche brivido, ma non dei più grossi, a Buffon. Aggiungiamo, alla lucentezza dell’impresa juventina un arbitraggio non certo casalingo. Più che all’inglese Atkinson ha arbitrato alla carlona, risparmiando almeno due cartellini gialli al Real. Uno, in particolare, a Carvajal che ha steso Tevez. Rigore, che c’era, ma nessun cartellino. Curioso.
Dopo il pari di Ronaldo la Juve ha avuto un calo psicologico, sottolineato dalla traversa piena centrata da James Rodriguez. All’intervallo torna la voglia di imporre il gioco. E la partita diventa aspra, piena di scontri. Chiellini dà alla causa il suo contributo sanguigno, ma, fino al termine, la Juve va molto più vicina al 3-1 che non il Real al 2-2. E adesso cosa può succedere? Di tutto, al Bernabeu non sarà una passeggiata, ma a questo punto la Juve ci ha preso gusto e, se gioca con lo stesso spirito guerriero, Berlino non è un’utopia. Tevez, che non tira benissimo il rigore ma lo mette dentro, ha segnato più gol in Champions in questa stagione (7) che in tutte le partecipazioni precedenti. E qualcosa vorrà pur dire.