la Repubblica, 6 maggio 2015
Il risiko delle antenne. Con l’Opa Mediaset ha dato una scossa al settore e ora l’ipotesi di un operatore unico, un miraggio fino a poche settimane fa, non è più tabù nemmeno in viale Mazzini. Un’alleanza che si può chiudere se liberata dalle implicazioni politiche
La guerra delle torri va alle carte bollate. Mediaset però, malgrado l’entrata in scena delle Fiamme Gialle, può essere soddisfatta: se è vero che l’Opa di Ei Towers su RaiWay era solo un modo per scuotere la foresta pietrificata delle antenne tv, il risultato è stato portato a casa. L’offerta – come immaginavano da sempre a Cologno – è stata respinta al mittente con tanto dei “niet” di Consob e Antitrust. Il Moloch delle infrastrutture televisive ha iniziato però a muoversi. E l’ipotesi del decollo di un operatore unico di settore, un miraggio fino a poche settimane fa, non è più tabù nemmeno in viale Mazzini.
Prede e predatori, in questo scenario seguito con i fari accesi dalla politica italiana, stanno solo cambiandosi i ruoli come in un gioco di specchi. «Stiamo esaminando varie opportunità di crescita esterna attraverso acquisizioni», ha detto ieri in una nota RaiWay. «Con Ei Towers sono possibili accordi commerciali» ha significativamente aperto il presidente Camillo Rossotto. Mediaset invece non ha mai chiuso la porta ai rivali: «Impedire l’integrazione tra i due gruppi è una battaglia di retroguardia – ha detto all’assemblea del gruppo Fedele Confalonieri – L’idea di creare un’unica grande infrastruttura nazionale del segnale tv tornerà in primo piano”.
La partita, insomma, è tutt’altro che chiusa. È sparita dal tavolo l’Opa, ma i protagonisti non hanno mai smesso di parlarsi tra di loro. Il mercato, del resto, ha dato con chiarezza il suo responso: unire le forze tra i big delle torri è un modo di creare valore. Entrambi i titoli hanno guadagnato il 20% in seguito al lancio dell’offerta. E dopo aver tirato il fiato per un attimo quando è saltata, hanno ripreso subito a salire, fiutando di nuovo profumo di fiori d’arancio. «Una cosa deve essere chiara: noi non abbiamo mai avuto intenzioni egemoniche – assicurano in casa Berlusconi – Tant’è che prima del tentativo di scalata avevamo bussato sia in Rai che alla Cassa Depositi e prestiti per trovare una soluzione meno traumatica e politicamente più accettabile».
Il discorso sta continuando ora proprio in questa direzione. E sul dossier dell’operatore unico starebbero ragionando anche nuovi protagonisti in grado di annacquare il ruolo di Arcore nella partita, depoliticizzandola. Non è un mistero che i vertici di RaiWay abbiano acceso un faro sulle antenne tlc che Telecom Italia sta spingendo verso la quotazione. E lo stesso Rossotto ha annunciato che andrà a incontrare i vertici di Abertis – freschi acquirenti delle torri di Wind – «per verificare ipotesi di collaborazione». L’obiettivo implicito è allargare il perimetro delle alleanze e tenere Viale Mazzini nel ruolo di regìa, un percorso che consentirebbe di portare Cologno nel mucchio lasciandole un ruolo di comparsa. Questa soluzione va benissimo anche a Mediaset, che ha sempre puntato solo a trovare una sistemazione finanziariamente vantaggiosa alle sue attività nel settore, destinate secondo diversi esperti a un’obsolescenza abbastanza rapida visto che i segnali tv viaggiano sempre più spesso sulla fibra delle telecomunicazioni.
Il vero ostacolo resta la politica e la necessità di non lasciare le chiavi dell’operatore unico in mano a due aziende (Rai e Mediaset) che sono poi clienti dei suoi servizi. Il fondo infrastrutturale F2I non a caso ha già dato un’occhiata alle carte per valutare un eventuale ruolo di ago della bilancia. La stessa Cdp potrebbe tornare in campo come ha fatto sulle reti di trasporto di gas e elettricità. L’Opa è saltata, ma il matrimonio Ei Towers-RaiWay (allargato a nuovi protagonisti) è ancora oggi più che una possibilità.