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 2015  maggio 01 Venerdì calendario

Riforme, prudenza e positività perché i dati cambiano anche quando cambia la mentalità. Facciamo il punto sui numeri, senza intristirci

Come sempre, i dati aiutano e non aiutano a capire. Talvolta intristiscono, specie in questi tempi grami della lunga crisi. Due elementi, però, risultano indubbi: i rischi di deflazione in Italia sono in calo; e preoccupa la permanenza della disoccupazione su livelli vicini ai massimi storici, a differenza degli altri Paesi del Vecchio Continente. Nell’Eurozona l’indice dei prezzi al consumo è rimasto sostanzialmente invariato, prossimo allo zero. In buona sostanza il punto di minimo sembra davvero alle spalle e nel 2015, secondo gli analisti, l’inflazione italiana dovrebbe mantenersi molto simile a quella dell’anno scorso. A tutto questo si accompagna l’indagine rapida sulla produzione industriale, diffusa ieri dal Centro studi di Confindustria: viene rilevato un incremento generale, seppur debole (+0,5%), anche rispetto agli ordini in volume, e si ricorda il miglioramento della fiducia nel manifatturiero in aprile, con l’indice complessivo Istat in crescita per l’ottavo mese di fila (+0,4 punti, a 104,1), ai massimi da giugno 2011. Servono prudenza, pensare positivo e uno scatto di reni. Proprio ieri il ministro dell’Economia Padoan ha sottolineato come la «finestra di opportunità macroeconomiche non durerà in eterno» e che dunque non possiamo permetterci il lusso di non sfruttarla. I segnali di crescita, che ci sono, vanno trasformati in una ripresa più forte, basata su «misure strutturali». Riforme, quindi, ma anche esercizio di responsabilità a tutti i livelli. I dati cambiano anche quando cambia la mentalità: nel Belpaese coesistono una debole cultura delle regole – da parte di tutti – e una ingombrante presenza burocratica, a qualsiasi livello. Che sono poi gli ostacoli peggiori per uno sviluppo moderno di una economia “made in Italy” intelligente, non spietata, socialmente condivisa, veloce e capace sui mercati. I numeri li abbiamo. Non sprechiamoli, riducendoli a dati grigi e inconsistenti.