Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  maggio 01 Venerdì calendario

Oggi a Milano è il giorno dell’inaugurazione dell’Esposizione universale intitolata “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”. Durante i sei mesi dell’Expo 2015 sono attesi circa venti milioni di visitatori, da 40 a 70 Capi di Stato o di Governo, oltre mille ministri e un gruppo nutrito di rappresentanti delle varie famiglie reali del mondo

 

Oggi è il giorno d’inaugurazione dell’Expo a Milano. I padiglioni dei 54 Paesi che li hanno costruiti autonomamente sono pronti, così come i cluster che ospitano gli altri 91, le aree tematiche, i 130 ristoranti. Mancano le finiture di alcuni spazi di servizio interno, che saranno ultimate nelle prossime notti. Per il resto ieri hanno finito anche di verniciare la pista dell’eliporto, destinato soprattutto a mezzi di soccorso e antincendio, collaudato nel pomeriggio col primo elicottero. Stamattina alle 10 entrerà il primo del venti milioni di visitatori attesi nei prossimi sei mesi.

L’inaugurazione ufficiale avverrà a mezzogiorno, sul palco dell’Open Air Theatre che sta all’estremità opposta della strada in cui si trovano  l’Albero della Vita e Palazzo Italia. Sarà Renzi a celebrarla, dopo un minuto di silenzio per le vittime del terremoto che ha costretto diversi operai del Nepal ad abbandonare il padiglione che stavano ultimando. Alle 12 e un quarto è previsto il collegamento in diretta con papa Francesco che domani terrà, invece, un discorso in diretta. La cerimonia sarà preceduta alle 11.30 da una anteprima condotta da Claudia Gerini con tre ambasciatori di Expo (Giorgio Armani, Xavier Zanetti e Martina Colombari) in rappresentanza dei tanti che negli ultimi mesi hanno contribuito a promuovere l’Esposizione nel mondo. Tra i molti nomi attesi ci saranno l’ex sindaco Letizia Moratti, cui si deve l’inizio della battaglia che nel 2008 assegnò l’Expo a Milano, e Romano Prodi che nella veste di premier fu il principale sostenitore del progetto. Già la prima giornata vedrà un succedersi di inaugurazioni ufficiali dei padiglioni di singoli Paesi, tra cui quello degli Stati Uniti dove nel pomeriggio ci sarà anche la banda dei Marines. E solo alle tre del pomeriggio aprirà Palazzo Italia. Alle 18 tutte le campane della diocesi di Milano, in contemporanea, suoneranno a distesa e poco dopo inizierà un concerto sulle terrazze del Duomo. In serata sarà la Scala a entrare in scena con Turandot, che per l’occasione sarà trasmessa in diretta anche ai detenuti di San Vittore. In prevendita sono stati venduti 10 milioni di biglietti.

L’Expo che apre oggi, dedicato al tema dell’alimentazione, «Nutrire il Pianeta Energia per la Vita», porta a Milano i sapori e i saperi di 145 nazioni.

Qualche numero su Expo 2015. Il sito si estende su un’area di circa 1 milione di metri quadrati situata a Nord-Ovest di Milano. All’interno dell’area, 200 metri quadrati di spazi verdi e 12.000 alberi. Spazi espositivi: 130mila metri quadrati. Metri quadrati riservati a Palazzo Italia (edificio 50x50 a quattro piani): 12mila [Cobianchi, Pan 9/4/2015].

Palazzo Italia è l’unico tra tutti i padiglioni dei 135 paesi partecipanti all’esposizione universale che resterà in piedi. Gli altri saranno smontati al termine della grande fiera mondiale [Lillo Fat 29/4/2015].
 
Durante i sei mesi sono attesi all’interno del sito espositivo da 40 a 70 Capi di Stato o di Governo, oltre mille ministri e un gruppo nutrito di rappresentanti delle varie famiglie reali del mondo.
 
Mattarella è atteso per il 2 giugno, Putin il 15, la Merkel il 17 nella giornata dedicata alla Germania. Anche Hollande e Cameron verranno nei giorni dedicati ai loro paesi. Michelle Obama è attesa per il 4 luglio, Ban Ki-moon il 16 ottobre. Non si sa quando ma anche Papa Francesco andrà all’Expo, probabilmente visiterà il padiglione Turco in segno di disgelo dopo le dichiarazione sul genocidio armeno.

La prima Esposizione universale in Italia fu nel 1906, sempre a Milano, in omaggio al Traforo del Sempione. In realtà doveva svolgersi nel 1905, data prevista per la fine dei lavori del Traforo: dati i ritardi nella conclusione del tunnel, l’Expo fu posticipata all’anno successivo [Poletti, Sta 3/4/2015].

Alle 20.30 di ieri, in Piazza Duomo, orchestrali e coristi della Scala, Lang Lang seduto al piano e Andrea Bocelli davanti a un microfono che in mondovisione hanno dato il via all’Expo 2015.  Oltre 20 mila persone in piazza: 3.700 invitati a sedere, tanti vip, ministri, rappresentanti delle istituzioni, politici, personalità dello spettacolo, calciatori, e chef stellati.  Matteo Renzi non è arrivato. Al suo posto, in prima fila, la moglie Agnese e la figlia. Il presidente del Consiglio ha partecipato all’inaugurazione del museo di Armani dove ha parlato dell’Esposizione: «Sarà molto bello. Come una scintilla, aiuterà la ripartenza».
 
Oggi a Milano ci sarà anche un corteo di anarchici ostili all’Expo. Giungono da tutta Europa e i Servizi segreti, con una stima forse eccessiva, parlano di un migliaio di violenti. La polizia di Milano sta eseguendo operazioni preventive. L’ultima ieri, nella sede (di proprietà del Comune) dell’associazione «Mandragola», base milanese del movimento no Tav. In manette un’italiana di 20 anni, per resistenza. Dieci gli indagati per reati vari. Negli appartamenti dello stabile, in via De Predis, periferia nordovest, sono stati trovati caschi, spranghe, estintori, coltelli a serramanico. Materiale da utilizzare in «battaglia». I rischi sono altissimi. Gli organizzatori lamentano la variazione del percorso, decisa in Prefettura dai vertici delle forze dell’ordine per «questioni di sicurezza». Il corteo partirà alle 15 da piazza XXIV Maggio, sui Navigli, e proseguirà fino alla zona di Pagano, dove la stazione del metrò sarà chiusa (la linea viaggia in direzione dell’Expo). Ma i casseur , ai quali si uniranno anarchici italiani, sono noti per azioni isolate e sincronizzate. Quali gli obiettivi? Macchine parcheggiate, negozi, banche. E poi, gli obiettivi maggiori: come la Scala (stasera il concerto d’inizio Esposizione universale). Bisognerà vedere se i centri sociali, che latitano in figure «carismatiche», capaci di guidare le manifestazioni, riusciranno a gestire i casseur . Poliziotti, carabinieri e finanzieri saranno duemila. L’ordine è evitare al massimo gli scontri. L’esito di oggi permetterà di ipotizzare anche domani: annunciati raid sparsi, magari più vicino all’Expo. Dopodiché, nell’attesa, le polemiche sono già cominciate. Ecco un tweet del rapper Fedez, dopo le vetrine imbrattate in mattinata durante il corteo degli studenti “no Expo” a cui si erano aggiunti anarchici e Black Bloc: «I danni dei no Expo sono poca cosa in confronto alle infiltrazioni mafiose e alle speculazioni economiche dell’Expo». [Galli, Cds 1/5/2015]

Per arginare i Black Block il capo della polizia Alessandro Pansa ha attivato una collaborazione con le polizie europee, comprese quelle serba e croata, per il controllo delle frontiere. Ma è dall’Italia che è atteso il maggior numero di antagonisti: il Veneto, Roma, Napoli, Bologna, la Val di Susa e la Sardegna. E mentre a San Vittore si liberano celle per gli eventuali arresti, a Palazzo di Giustizia si introducono turni rinforzati per pm e gip. Sabato sarà la giornata delle “iniziative di protesta diffuse” e domenica i contestatori No Expo si riuniranno in assemblea a parco Trenno, trasformato in campeggio. [De Riccardis Vanni, Rep 30/54/2015].
 
Il Sacco di Milano ha aperto un pronto soccorso per i turisti. L’assessore regionale alla Salute, Mario Mantovan: «Con l’inaugurazione di Expo apriamo una vetrina sul mondo, avremo la rappresentanza del 90 per cento della popolazione mondiale a pochi metri da questo ospedali. La sicurezza sanitaria sarà un aspetto fondamentale. Per questo ci saranno tre punti all’interno del sito con 400 fra medici e infermieri, per coprire tutti i turni» [Grn 30/4/2015].

Renato Pizzini: «L’area dell’Expo di Milano, vista dall’alto, ha la forma di un pesce grande come duecento campi da calcio. È attraversato da un viale di un chilometro chiamato Decumano, e sul lato corto da un altro viale chiamato Cardo. A lavori ultimati ci saranno ottantasei palazzi sui due viali. Più di cinquanta costruiti e gestiti dai Paesi che hanno voluto uno spazio tutto per loro, altri nove dove le Nazioni meno abbienti (o meno interessate) si sono messe insieme sulla base di “tematiche comuni”. Poi un’altra ventina di padiglioni gestiti da imprese o associazioni private, o dedicati ad argomenti specifici» [Pizzini, Mes 7/4/2015].
 
Mercoledì 29 aprile, a Milano, solo il 66% delle camere alberghiere risultava occupato per il weekend: «Probabilmente tutte le notizie che non davano certezze sul completamente dei padiglioni hanno spinto un po’ di gruppi organizzati a cambiare data e a posticipare la visita» (Maurizio Naro di Apam, l’Associazione provinciale albergatori di Milano) [Lib 30/4/2015].

Si stima che nel periodo 2012-2020 i settori maggiormente interessati dall’impatto economico dell’Expo saranno l’industria (circa 6 miliardi di euro), i servizi alle imprese (4,8 miliardi), il turismo e la ristorazione (3,9 miliardi) [Pizzini, Mes 7/4/2015].
 
L’importo appaltato a ottobre 2014 era di 575 milioni di euro Investimenti effettuati da parte dei Paesi partecipanti: un miliardo. Oltre 350 milioni di euro è il valore complessivo delle partnership stipulate con aziende nazionali e internazionali  [Pizzini, Mes 7/4/2015].
 
Alessia Gallione: «Fino al 2012, gli investimenti pubblici previsti per costruire la cittadella dedicata all’alimentazione e i collegamenti diretti ammontavano a 1,6 miliardi; poi, dopo un taglio deciso dallo stesso commissario unico Giuseppe Sala di 300 milioni e la rinuncia a pezzi del dossier ritenuti non fondamentali, sono scesi a 1,3 miliardi» [Gallione, A&F 23/2/2015].
 
L’effetto Expo su Fiera Milano e Ferrovie Nord ha spinto al rialzo i titoli, che a fine giornata si sono rivelati tra i migliori dell’intero listino (rispettivamente  +11,16% e +7,89%) [Costa, Mf 28/4/2015]
 
Visitatori attesi: circa 20 milioni, di cui il 70% italiano [Gianni Barbacetto e Marco Maroni, Fat 18/4/2015].
 
Il biglietto per un giorno costa tra i 34 e i 39 euro, per andare in pari con gli investimenti bisognerebbe arrivare a 24 milioni di ingressi pagati [Verdelli, Rep 9/4/2015]. L’accesso al sito è garantito dalla 10 alle 23. Alle 19 chiuderanno gli spazi espositivi ma le aeree ristorante resteranno aperte. In queste ore il biglietto costerà 5 euro. Lo stagionale, valido per tutti e sei i mesi, è in vendita a 115 euro.
 
Nel cantiere hanno lavorato 1.300 operai e 4.000 maestranze [Poletti, Sta 3/4/2015].
 
All’Expo si dovevano reclutare 600 persone da mettere al lavoro per i sei mesi dell’esposizione. Dice la Manpower, incaricata di fare le selezioni, che molti, in particolare nella fascia d’età sotto 29 anni, hanno rinunciato. Si proponeva un contratto di apprendistato: 1.300-1.500 euro al mese circa, con festivi e notturni. Il 46% dei primi selezionati (645 profili su 27mila domande) è sparito al momento alla firma. Alla fine si può considerare che circa l’80% delle persone arrivate a un passo dalla firma abbia rinunciato. Un caso analogo era stato segnalato anche dall’agenzia interinale E-Work, incaricata di ricercare cuochi, camerieri e facchini: «Per avviare 2.500 persone nel settore del turismo ne abbiamo dovute visionare dieci volte tante». Di contro a queste esperienze, ci sono migliaia di giovani che hanno aderito alla proposta di due settimane di volontariato all’interno del sito dell’esposizione, per fare accoglienza: Expo ne voleva reclutare 9mila, sono arrivate più di 16mila domande [Soglio, Cds, 27/4/2015].
 
Lunedì 27 aprile sul Corriere si leggeva del caso dei lavoratori dell’Expo che entravano da un varco abusivo a duecento metri di distanza da uno degli ingressi principali per i dipendenti. La testimonianza di un operaio: «Ogni tanto mi chiama un amico. Io aggiusto i bagni, m’intendo anche di impianti elettrici. Se c’è bisogno, mi faccio trovare pronto. Pagano subito. E cosa faccio, butto via i soldi?» [Cds 27/4/2015]
 
Sempre lunedì 27 aprile Milano è rimasta paralizzata dallo sciopero indetto da una cinquantina di macchinisti (su 9mila dipendenti) dell’Atm. Protestavano contro straordinari e turni troppo duri. Ravalico su Libero ha fatto un paio di conti: «Si parla di una quota tra 270 e 180 euro lordi semestrali per il disagio di Expo; la messa a disposizione dell’azienda dei mancati riposi settimanali (Sco, in gergo) porterà nelle tasche di macchinisti e conducenti 90 euro per sei Sco effettivamente spostati, una maggiorazione del 40% della paga giornaliera nei giorni di Sco; 30 euro di gettone sono stati previsti per il fatto di lavorare il primo maggio con turni più lunghi del solito; infine ci sono 150 euro una tantum per il disagio ferie, 25 euro al mese di anticipo per il Ccnl, una maggiorazione del 20% per gli straordinari, e pure un premio di presenza di 150 euro. Un macchinista di linea 1, i meglio retribuiti, rischia di portarsi a casa per sei mesi 1209 euro lordi in più» [Ravalico, Lib 29/4/2015].
 
Il ministro Delrio, giovedì 30 aprile, ha detto al Messaggero che serve una «revisione della legge sugli scioperi»: «Decisioni così gravi come lo sciopero dei trasporti in una città, debbono riscuotere il consenso della maggioranza dei lavoratori. Un po’ come capita da tempo in Germania».  Per il ministro la decisione di proclamare uno sciopero in settori pubblici così delicati come quello dei trasporti dovrà essere messa ai voti: «È accettabile anche il 51% dei consensi dei lavoratori allo sciopero», precisa il ministro Delrio che aggiunge che maggioranze più ampie (in Germania è necessario il 75%) verrebbero chiese solo in certe occasioni particolari. «Alla fine – aggiunge Delrio – tutto si riduce a una semplice questione di buon senso» [De Paolini, Mes 30/4/2015].
 
Il 1° maggio saranno passati sette anni e quattro governi (Berlusconi, Monti, Letta, Renzi) da quel 31 marzo 2008 in cui la missione italiana al Bie si aggiudicò l’Expo, contro i pronostici, con 86 voti contro i 65 di Smirne [Crippa, Fog 17/4/2015].
 
«Allora il sindaco Moratti commentò con un certo candore: “Sono contenta per la città, ma anche per tutto il mondo”. Nel che, c’era tutto l’ottimismo e la naïveté di un progetto fatto in fretta e fantasia, il cui tema-specchietto per le nazioni, “Nutrire il pianeta, energia per l’ambiente”, era un sacchetto di semi un po’ terzomondista (i voti dei paesi africani) e molto Carlin Petrini per un contenitore assai difficile da riempire» (Maurizio Crippa) [Fog 17/4/2015].
 
Marco Travaglio: «Il grande baraccone che si inaugura, pare, il 1° maggio si annuncia come l’evento comico dell’anno, forse del decennio, se tutto va bene del secolo. Le cronache dal fronte dei lavori, peraltro proibito ai giornalisti, ai fotografi e ai cameramen per evitare l’effetto-gufi, sono strepitosamente esilaranti. Si parla di lavori completati soltanto per il 25 per cento: tre su quattro sono ancora in pieno cantiere e non saranno pronti che fra qualche settimana, o mese, o anno. E il calcolo comprende soltanto le opere di responsabilità Expo, esclusi dunque i padiglioni stranieri, anch’essi in altissimo mare» [Travaglio, Fat 24/4/2015].
 
Ma come siamo arrivati in un situazione di così grave ritardo? «Come sempre in questi casi, un po’ di colpa è anche della sfortuna. Infatti a un certo punto è arrivata, imprevista, la grande crisi economica, e il governo – ministro Tremonti – ha cominciato a tagliare a Milano un certo numero di finanziamenti. Poi, ancora più imprevisto, è arrivato il terremoto de L’Aquila, e i fondi per la costruzione della quarta linea della metropolitana milanese sono stati dirottati in Abruzzo. Ma la sfortuna, come sempre, non basta a spiegare. L’amara verità è che Milano ha commesso molti errori. A cominciare dal fatto che non ha saputo fare squadra. Ci sono stati litigi infiniti, e del gruppo dirigente iniziale è rimasta solo Diana Bracco, la presidente: gli altri sono cambiati tutti. Poi ci sono stati problemi per l’acquisizione delle aree. Poi ci sono stati gli episodi di corruzione, e le inchieste» [Brambilla, Sta1/4/2015]
 
Il primo bando in assoluto per l’Expo fu pubblicato il 3 agosto 2011, a tre anni e mezzo dall’assegnazione. Riguardava la bonifica dell’area [Cobianchi, Pan 9/4/2015].
 
La prima ruspa, simbolica, sul campo di quella che sarebbe stata la fiera di Milano-Rho, compare il 28 ottobre 2011, con a bordo l’allora governatore lombardo Formigoni  [Verdelli, Rep 9/4/2015].
 
Nel 2013 si arriva al commissario straordinario, Giuseppe Sala, già in carica come direttore semplice da metà 2010. Sala, milanese, 57 anni, è un manager di lungo corso prima in Pirelli poi in Telecom [Verdelli, Rep 9/4/2015].
 
Le dichiarazioni di Sala: «Abbiamo recuperato e ci siamo riallineati sul programma» (21 set 2013). «Siamo nei tempi» (3 ott 13). «Siamo da record» (30 ott 13). «Oggi inviteremo Papa Francesco» (14 gen 14). «Il mancato incontro con il Papa è stato un contrattempo» (15 gen 14). «Continuo a essere ottimista sui lavori. Non è tardi» (28 apr 14). «Dobbiamo tenere caldi i Paesi per far sì che rispettino i tempi» (12 giu 14). «Grande accelerazione, si lavora 20 ore su 24» (6 set 14). «Mancano ancora sei sette padiglioni, ma gli altri sono già ben strutturati» (30 ott 14). «I giorni passano e vorrei un po’ di organizzazione» (3 nov 14). «Paesi in tempo? Forse un paio a rischio» (3 dic 14). «Siamo all’80%, spero nel meteo» (3 dic 14). «Non siamo messi male» (18 dic 14). «La prima cosa che farò dopo l’Expo? Un viaggio solitario in Patagonia» (24 feb 15). «Sono assolutamente certo che a parte pochissimi, ma dico pochissimi padiglioni, sarà tutto pronto» (17 mar 15). «Tutti i padiglioni saranno completati per il taglio del nastro. Almeno all’esterno» (23 mar 15). «Se mancherà qualcosa, mancherà pochissimo, meno delle dita di una mano» (28 mar 15). «Tengo le dita incrociate, ma siamo in corsa per presentare tutti i padiglioni aperti» (20 apr 15). «Terminati 30 padiglioni su 54» (22 apr 15). «Speriamo che il primo maggio ci sia il sole» (28 apr 15) [Gramellini, Sta 30/4/2015].
 
Tutti pronti i 400 tornelli agli ingressi, tutti pronti a girare, e i 4 mila bagni pubblici: due terzi per le donne, un terzo per i maschi [Verdelli, Rep 9/4/2015].
 
«Attorno al Padiglione Italia ci sono quattro gru sempre in movimento. Dentro a questi cinque piani di cemento biodinamico e vetro fumé operai col caschetto di protezione srotolano rotoli di catrame, lavorano di fiamma ossidrica, spostano scale e tirano fili elettrici che ancora penzolano. Nel cantiere di Expo 2015 che non dorme mai, 6000 operai sono al lavoro giorno e notte» (Fabio Poletti) [cit.].
 
Palazzo Italia rinuncia ad aprire subito l’auditorium e gli uffici, ma salvaguarda tutto il percorso della mostra, mentre l’aspetto architettonico ha avuto in corsa una semplificazione con qualche variante. Apriranno anche il ristorante gestito da Peck e la terrazza panoramica [Monaci S24, 28/4/2015]. Saranno 400 gli operai che continueranno a lavorare tutte le notti dalle 23 alle 5 di mattina per terminare le rifiniture. Poi entreranno le ditte delle pulizie per far sparire le tracce [Lillo, Fat 29/4/2015].
 
Tutto il padiglione, composto da Palazzo Italia e da altri edifici lungo il cosiddetto cardo, tra costruzione e allestimenti sarebbe dovuto costare 63 milioni di euro pubblici. Arriverà a 93 milioni: quasi 30 milioni, il 50% in più, necessari per rivedere il progetto e poi per aggiungere operai che lavorano 24 ore su 24, mezzi e materiali. Spese extra che, spiega il commissario Sala, «saranno coperte dagli sponsor privati. Il bilancio del padiglione è in pareggio» [Gallione, Rep 3/4/2015]
 
Il Nepal, dopo la notizia del terremoto di pochi giorni fa, ha sospeso i lavori nel proprio padiglione e probabilmente aprirà con qualche giorno o settimana di ritardo. La società Expo, per sostenere il Paese, ha iniziato una raccolta fondi [Monaci S24, 28/4/2015].
 
La Repubblica Ceca è stata la prima a completare il proprio padiglione, comprensivo di statua davanti all’ingresso, con un mese d’anticipo. Fabio Poletti: «Qui ormai gli operai vanno a birrette – ce ne sono bidoni ovunque – e sistemano infissi ed allestimenti interni. L’altro giorno per l’inaugurazione c’erano un bel po’ ministri cechi e pure Alena Seredova» [Poletti, Sta 3/4/2015].
 
 
«Gli Emirati Arabi hanno investito 72 milioni, la Cina 60 (cui però si aggiungono altri 40 dei due padiglioni realizzati dalle proprie aziende) e la Germania 58. Quarantotto ne hanno spesi gli Stati Uniti (che per regolamento interno può ricorrere esclusivamente a fondi di privati e imprese), Giappone, Messico e Russia sono arrivati a 42. Ma ci sono anche i 12 milioni ciascuno di Angola, Argentina e Bahrain, e i 9 dell’Ecuador. Anche chi non è una superpotenza ha voluto esserci e spendere: 4 milioni per Moldavia, Lituania, Vietnam e Repubblica Ceca. Fino, tra gli altri, al milione di Uzbekistan, Malta e Grecia, e ai 500 mila euro di Montenegro e Guinea Equatoriale.  Il totale è oltre un miliardo di investimenti dei Paesi, diretti o indiretti, cui si aggiungono 96 milioni di varie fondazioni o aziende» [Soglio, Cds 30/4/2015]. 

 
Nel padiglione cinese si potrà ammirare una struttura in legno riso e bambù che coprirà un’area di 4.590 metri quadri. Quello francese, realizzato in legno riciclato, imita un enorme mercato coperto. In quello svizzero i visitatori potranno raccogliere cibo dalle quattro torri riempite con prodotti alimentari. In quello degli Emirati ci saranno muri ondulati alti dodici metri e un’oasi. In quello del Regno Unito troneggerà una sfera dorata che simboleggerà un alveare [Sta 30/4/2015].
 
L’Albero della vita, 35 metri di larice siberiano e anima di metallo, con una chioma di 45 metri di diametro. Ideato da Marco Balich, è considerato il simbolo dell’Expo 2015. Durante i sei mesi dell’evento la struttura garantirà più di 1.200 spettacoli, giochi di luci, colore, acqua e altro ancora. Da solo è costato 8,5 milioni di euro [Soglio, Cds 4/3/2014].
 
«Le esposizioni  universali parlano tutte le lingue del mondo. Scelgono un tema e tutti i paesi sono chiamati a dire a che punto sono su quell’argomento. Sono narrazioni formali, perché sono i governi che partecipano alle esposizioni universali: così quegli appuntamenti finiscono per diventare documenti ufficiali. Sono – più che uno stato dell’arte, che per conoscere davvero quello i documenti ufficiali raramente servono – l’espressione di come ogni nazione narra sé stessa e dunque di come vorrebbe che il resto del mondo la pensasse. Ed è molto importante sapere come si pensano le nazioni, specialmente se il tema – dietro quello del cibo – è quello del futuro» (Carlo Petrini).
 
«Il cibo è colorato, profumato e fonte di piacere. Il cibo è anche un problema per chi non ne ha, per chi ne consuma troppo, per chi non lo abbina ad un corretto stile di vita. Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita significa imparare i saperi e i sapori del mondo in una tavola planetaria ideale racchiusa nel milione di metri quadrati del sito espositivo» (Elisabetta Soglio) [30/4/2015]. 
 
Una delle novità introdotte a Milano: per la prima volta i Paesi vengono raggruppati anche secondo identità tematiche e filiere alimentari. In tutto i cluster sono nove: riso, cacao e cioccolato, caffè, frutta e legumi, specie, cereali e tuberi, bio mediterraneo, isole e mare, zone aride [Barbieri, Lib 28/4/2015].
 
Il Future Food District comprende un padiglione di 2.500 metri quadri all’interno del quale la Coop Italia ha realizzato il supermercato del futuro. Al centro c’è il consumatore che potrà contare su tecnologie avanzatissime per scoprire fino in fondo il cibo che acquista [Barbieri, Lib 28/4/2015].
 
Da Carlo Cracco a Davide Oldani, da Claudio Sadler a Pino Cuttaia: trecento cuochi di livello mondiale si alterneranno nelle cucine del padiglione Identità Golose Expo [Barbieri, Lib 28/4/2015].
 
Per i prossimi sei mesi a Milano sono previsti 35mila eventi pubblici.
 
La società Expo un mese fa è stata costretta a indire una gara d’appalto da 2.685.200 euro per le coperture di abbellimento dette di «camouflage». Si tratta di quei teloni che vengono innalzati per coprire le brutture di cantieri ancora aperti. In realtà i teloni stavolta dovrebbero servire solo per dare grazia ad alcune strutture non proprio gradevoli, tipo i container delle biglietterie, o i bagni chimici. «Ci sono attorno al sito vecchie strutture industriali che c’entrano poco con l’esposizione...», ha detto Giuseppe Sala  [Pizzini, Mes 7/4/2015].
 
Ai problemi interni al cantiere si devono sommare quelli esterni. Che sono parecchi e riguardano soprattutto i trasporti. La bretella autostradale che doveva collegare il nord di Milano con l’area espositiva non sarà in funzione nei giorni dell’inaugurazione. La nuova linea 5 della metropolitana è aperto solo a metà, e le stazioni più prossime all’Expo verranno inaugurate a fine mese ammesso che i collaudi vengano fatti in tempo. Per non parlare dell’altra linea (la Blu) che nei progetti iniziali doveva essere in funzione, ma la cui costruzione è stata rimandata al 2022 [Pizzini, Mes 7/4/2015].
 
Come si arriva al polo espositivo? Expo 2015 è situata a Nord-Ovest di Milano, nei pressi del polo fieristico di Rho Fiera. Per chi sceglierà la metropolitana, dal centro città basterà affidarsi alla linea M1, indicata con il colore rosso, e prendere i treni il cui capolinea è indicato con Rho Fiera Expo. Per la tratta, il Comune di Milano e Atm hanno attivato un biglietto extraurbano da 2,50 euro (5 euro andata-ritorno) disponibile presso le rivendite autorizzate, gli Atm Point, e nelle biglietterie automatiche presenti in tutte le stazioni. Scegliendo il metrò, si arriverà all’ingresso Fiorenza di Expo, situato nel lato Ovest del sito. Il collegamento ferroviario è garantito dalla stazione di Rho Fiera in corrispondenza dell’accesso Fiorenza di Expo. Qui arrivano tutti i treni ad alta velocità, i convogli regionali e i treni suburbani. Trenitalia ha predisposto per ogni giorno circa 70 treni da e per Rho Fiera Milano. Il prezzo di un taxi può variare da 65 ai 90 euro. Ma se pedalare fino a Rho non è un problema, il Comune di Milano mette a disposizione le biciclette BikeMi (2,50 euro al giorno) per le quali saranno presenti 280 stalli a cascina Merlata. [lib 30/4/2015].
 
Bus e auto dovranno assicurarsi un posto con almeno 24 ore di anticipo rispetto al giorno della visita prenotandolo gratuitamente attraverso il sito www.arriva.it. Il costo, per il bus, è di 48,80 euro al giorno mentre per le auto è di 12,20 euro circa al giorno.
 
Le Figaro, il più diffuso quotidiano francese, contrariamente ai media italiani si è detto entusiasta. Il fondo di uno speciale sull’evento (7 pagine) è di Bertrand de Saint Vincent che dice che con l’Expo «l’Italia diventa per sei mesi la vetrina del mondo». Parla di «disordine gioioso e di nonchalance poetica». Aggiunge che «per rassicurarsi, il commissario dell’Expo, Giuseppe Sala, ha ricordato che, nel 1900, a Parigi la stessa frenesia dell’ultimo minuto aveva ghermito gli organizzatori. Anche se l’appuntamento fu un successo, le sorelle latine si tengono la mano». «Milano», prosegue, «deborda di vitalità. Gli affari prosperano, il design e la moda ne hanno fatto una delle loro capitali mondiali». Tuttavia, dice il Figaro, «Milano non ha il fascino di Roma, Firenze Venezia e anche Napoli» [Ita 29/4/2015].
 
C’è un’ulteriore incognita: che cosa succederà dell’Expo dopo Expo? «Chi vigilerà, nei mesi successivi all’esposizione, perché l’area non si trasformi in una landa desolata tipo Fuga da New York, occupata da senzatetto e disperati? Ancora non si sa che cosa succederà dopo che i padiglioni saranno smontati. Con un problemino: non si è fatto avanti nessuno disposto a pagare i 314 milioni di euro necessari per assicurarsi la possibilità di “sviluppare” l’area (cioè costruirci su). La gara, nel novembre 2014, è andata deserta. Così non si sa chi pagherà a Comune di Milano e Regione Lombardia i 160 milioni (più oneri e interessi) messi sul piatto per comprare un’area privata: è il peccato originale di Expo, il primo realizzato su terreni non pubblici» (Gianni Barbacetto e Marco Maroni) [Fat 18/4/2015].
 
«Eppure, al netto delle più che coerenti rimostranze sulla allegra, se non criminale, gestione economica, persino sull’incapacità di saper mettere in atto una vera politica di marketing urbano, oggi Milano sembra meno chiusa, meno oppressa dalla cortina fumogena della paura e della sicurezza. Oggi Milano sembra davvero una metropoli che riesce a dare del tu al resto del mondo. Con nuovi quartieri, nuove attività, nuovi musei, inaugurati proprio in prossimità di Expo. Grazie o nonostante Expo» (Gianni Biondillo) [Biondillo, Cds  25/4/2015].
 
Michele Brambilla: «L’inaugurazione del primo maggio a qualcuno ricorderà quella della casa “a comparti mobili” del decaduto conte Mascetti in Amici miei, con il Necchi-Duilio Del Prete che dice “pare che non c’è nulla invece c’è tutto”, e il Mascetti-Ugo Tognazzi che risponde amaro “pare che c’è tutto invece non c’è nulla”» [Brambilla, Sta1/4/2015]

L’Expo universale precedente fu nel 2010 a Shangai (con 73 milioni di visitatori, il record). Il tema era “Better city, better life”. Investimenti per 28,6 milioni di yuan (4,3 miliardi di dollari). Expo universale successiva: nel 2020 a Dubai. Tema: “Connettere le menti, creare il futuro” [Cobianchi, Pan 9/4/2015]. La prima Esposizine universale della Storia si svolse a Londra, quando 1° maggio del 1851 La Regina Vittoria e il Principe Alberto inaugurano The great exhibition  of the works of industry of all nations al Crystal Palace.