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 2015  aprile 29 Mercoledì calendario

Biografia di Castori Fabrizio

San Severino Marche 11 luglio 1954. Allenatore del Carpi dal 1° luglio 2014, già tecnico del Cesena (2003-2008).
• «Sono figlio di un operaio e di una sarta. Mio nonno era un trovatello e posso dire di non sapere nemmeno quali sono le mie origini. Ma so che cosa bisogna fare per sudarsi il pane di ogni giorno: lavorare e mettere tutto se stessi in quello che si fa. La mia ricchezza sta nell’aver conosciuto la povertà. A vent’anni non potevo concedermi distrazioni perché dovevo pensare prima di tutto alla mia famiglia».
• Programmatore informatico («Nel ‘74 i pc neanche esistevano»), ragioniere in un calzaturificio, poi commerciante in proprio di scarpe e pelletteria, allenatore per caso: «A 26 anni sono stato chiamato da una squadra di Seconda categoria solo per traghettarla alla fine del campionato. Alla prima partita abbiamo perso 5-0 ma poi siamo riusciti a vincere tutte le gare del girone di ritorno e siamo arrivati ottavi» [Brusa, Gds 21/2/2013].
• È un esperto di promozioni: ne ha ottenute ben sette nella sua carriera, svoltasi tutta nelle serie minori fra dilettanti e C1. E col Cesena gli era riuscita l’ottava, questa volta addirittura in serie B. Poi un momento di follia»[Gds 2004].
• 21 giugno 2004, finale playoff di serie C1 fra Lumezzane e Cesena (1-2 per i romagnoli ai tempi supplementari): «Un giocatore segna, corre verso il centro del campo per festeggiare, alcuni suoi compagni irridono gli avversari, sicuramente eccedono e si lasciano andare ad espressioni non proprio da lord, dalla panchina della squadra avversaria si alza il tecnico Castori che, come una catapulta, si scaglia sul primo calciatore dell’altra squadra che trova, gli sferra un pugno, altri atleti si gettano nel mucchio, si scatena una rissa nella quale l’allenatore si segnala per ferocia e foga nel colpire»[Gds 2004]. Il giudice sportivo lo ha squalificato per 3 anni: «I miei sbagli li ho pagati in contanti».
• «Tre anni di squalifica sono un’ingiustizia colossale. Non è giusto. Mi sembra un’esagerazione. Io ho sbagliato ma non al punto da costringermi a smettere di allenare» [Gds 2004] Resta però sulla panchina cesenate in Serie B fino alla fine della squalifica, affiancato da Massimo Gadda.
• Nel 2008 la Salernitana, nel 2009 poco più di dodici giornate sulla panchina del Piacenza, poi una stagione con l’Ascoli, nel 2012 Varese (con il quale non terminerà la stagione), nel 2014 sei partite con la Regina: «Chi mi ha cacciato non ha avuto tanta fortuna dopo».
• Dal 30 giugno 2014 siede sulla panchina del Carpi, che porta in Serie A il 28 aprile 2015. «Un allenatore che ha paura non potrà mai far giocare una buona fase offensiva, un allenatore spregiudicato, invece...».
• «Lo sapete a quanto ammonta lo stipendio mensile netto di Fabrizio Castori, tecnico del Carpi? A poco più di 4.000 euro». Con la promozione si mette in tasca 70mila euro di premio salvezza.
• «La meritocrazia è fondamentale nel calcio e nella vita».
• Schietto, poco diplomatico, cantante mancato: al karaoke sfoggia Napule è, è amico di Biagio Antonacci, adora Vasco, Ligabue e i Rolling Stones. «Il mio Carpi è molto rock, aggressivo e fisico. Non si monta la testa, ma neppure vuole perdere una sola gara. Amo lavorare con i giovani, la fame fa la differenza: il calcio italiano s’è imborghesito, ad alti livelli c’è poca voglia di lavorare. Il nostro inno dovrebbe essere Sogna ragazzo sogna di Vecchioni, che io adoro» [Intorcia Rep 18/12/2014].
• Il presidente Claudio Caliumi annuncia il rinnovo del contratto del tecnico: «Castori resta con noi in serie A, società e Comune ora proveranno a giocare al Cabassi» [Intorcia, Rep 29/4/2015]. Castori non ha mai allenato nella massima categoria.
• Un chiodo fisso per l’impegno sociale dal 2005 «quando sono diventato consulente tecnico del San Patrignano, che partecipava al campionato di Terza categoria. Il nostro slogan era: “Facciamo pressing per mettere in fuorigioco la droga”. E così, ho potuto vivere un’esperienza unica, mettendomi a disposizione di questi ragazzi, che hanno saputo insegnarmi molto».
• «Non ho mai fumato una sigaretta e se beccassi un mio giocatore a doparsi... Beh, vi lascio immaginare cosa gli farei».
• Non è scaramantico: «Sono un credente praticante e per questo non posso essere superstizioso».
• Sposato con Paola («ho conosciuto mia moglie quando avevo 16 anni»), tre figli: «Ho due femmine e un maschio e tutti e tre sono artisti. La maggiore si è diplomata in pianoforte al conservatorio di Cesena e vive per la musica classica. Mio figlio è un chitarrista rock: ha iniziato a suonare nel garage con gli amici mentre l’altra mia figlia dipinge molto bene» [Brusa, Gds 21/2/2013]. Ha anche due nipoti.