Corriere della Sera, 29 aprile 2015
Giornali online. La guardia di finanzia chiude 19 edicole virtuali che svendevano le testate nazionali. Su Zeosi, Dasolo, Store mags, Linkando, Fourtoutici e altri, si potevano scaricare — a pagamento — articoli, commenti, inchieste, reportage, interviste pubblicate sulle maggiorni testate italiane. La Fieg: «Un impegno concreto nell’attività di protezione del diritto d’autore»
«Ti adoro, mi hai salvato la vita! Conosci altri siti da cui posso scaricare quotidiani gratis??» chiedeva Simo Yeah, nickname di un utente (entusiasta) del sito pirata «Zeosi» che giustificava così la sua scelta: «Capisco l’illegalità della cosa ma sono alle prime armi del giornalismo e ovviamente non mi pagano...». Da ieri mattina, Simo, dovrà provvedere con un abbonamento, perché 19 siti online del genere sono stati oscurati dai finanzieri delle unità speciali, su richiesta della Procura. Proprio gratuito quel sito non era ma, certo, evadendo il diritto d’autore, si potevano applicare prezzi concorrenziali. Dietro il logo delle maggiori testate nazionali, infatti, su Zeosi come Dasolo, Store mags, Linkando, Fourtoutici e altri, si potevano scaricare – a pagamento – articoli, commenti, inchieste, reportage, interviste.
I domini avevano sigle internazionali perché le sedi potevano essere ovunque, dagli Usa alla Russia, in Svizzera come in Moldavia e nella Repubblica Ceca. Riflessioni e analisi, ragionamenti e contenuti venivano duplicati – con l’aiuto di hacker esperti e in via di identificazione – «spacchettati» ed esportati online per poi essere rivenduti al dettaglio, ovviamente a prezzi ben diversi da quelli praticati nelle edicole virtuali legittime. Le indagini del pm Sergio Colaiocco e del procuratore aggiunto Nello Rossi hanno direttamente coinvolto, soprattutto nella fase finale, la direzione delle testate più colpite/vendute. «Per quanto riguarda la Repubblica e il Corriere della Sera – scrive il gip Maria Grazia Giammarinaro – sono in corso accertamenti finalizzati a identificare il momento della procedura di stampa in cui l’edizione viene indebitamente passata all’esterno, il che comprova la volontà delle suddette testate di tutelarsi contro le relative violazioni del diritto d’autore». Un passaggio tecnico dell’ordinanza del tribunale che si spiega meglio con una puntualizzazione resa durante la conferenza stampa di ieri.
Una precedente richiesta di oscurare i siti pirata era stata, infatti, respinta dalla stessa giudice con l’invito a verificare se i contenuti scaricati fossero in contrasto evidente con le modalità di accesso aziendali al prodotto «e se la modalità di consultazione e di pagamento proposte da ciascuno dei siti indicati nella richiesta di sequestro si ponesse in contrasto con la policy stabilita dalla testata per la consultazione online dei propri contenuti e se esistessero accordi fra i gestori del sito e gli editori delle testate, in ordine all’appropriazione dei proventi delle consultazioni». Un’indicazione rivolta agli investigatori affinché fosse accertato e pesato quel danno. E se «la diffusione via Internet coperta dal diritto d’autore si ponga in concorrenza con la loro utilizzazione economica da parte dei legittimi titolari».
Una volta accertato il saccheggio dell’«opera collettiva» rappresentata dal lavoro giornalistico, sono scattate le misure.
«Un impegno concreto nell’attività di protezione del diritto d’autore, a tutela della libertà di stampa e del pluralismo» ha commentato Maurizio Costa presidente della Fieg.