Il Messaggero, 28 aprile 2015
Un’uscita della Grecia dall’euro farebbe impennare lo spread tra il Btp a 10 anni dell’Italia e il corrispondente Bund tedesco a 350-400 punti. Parola di Goldman Sachs
Un’uscita della Grecia dall’euro, in assenza si una risposta politica adeguata, farebbe impennare lo spread tra il Btp a 10 anni dell’Italia e il corrispondente Bund tedesco a 350-400 punti. È lo scenario delineato da Goldman Sachs in un report sul caso ellenico. Stessa sorte per la Spagna, mentre andrebbe peggio per il Portogallo se tale «evento sistemico» dovesse concretizzarsi. Senza Grexit invece gli spread dei Paesi mediterranei dovrebbero continuare a comprimersi nel corso dell’anno, in linea con il trend osservato fino allo scorso marzo, ma resterà una forte volatilità nei mercati, si legge nel rapporto. «Gli sviluppi in Grecia continuano ad essere avversi nel secondo trimestre» e «riteniamo che i negoziati tra Atene e i creditori internazionali arranchino anche a maggio e possibilmente giugno» spiega ancora la banca d’affari. Da qui, conclude Goldman Sachs, la previsione che «gli spread dei paesi periferici resteranno volatili fino a quando non verrà trovato un accordo». L’esito più drastico dell’attuale interminabile trattativa tra Atene e i suoi creditori (esito che comunque la maggior parte degli analisti reputa improbabile, e che appare contraddetto anche dalle ultimissime scelte dello stesso governo greco) riporterebbe quindi lo spread tra Italia e Germania a un livello molto più alto di quello attuale, ma comunque inferiore ai 575 punti toccati nel drammatico autunno del 2011, quando fu considerata con qualche serietà l’eventualità di un default del nostro Paese.