Corriere della Sera, 28 aprile 2015
Se a difendere Google ci pensa eBay: «Non ha il monopolio siamo concorrenti». Paradossi dell’ipermondo digitale...
Golia aiuta Golia. In difesa di Google accorre uno dei suoi più grossi concorrenti, eBay. Paradossi dell’ipermondo digitale: il titano delle aste online – per bocca del suo capo, John Donahoe, in un’intervista al Financial Times – dà una mano alla difesa del motore di ricerca, accusato dall’Unione europea di abuso di posizione dominante. Secondo il manager, l’eurocommissaria danese alla Concorrenza Margrethe Vestager – e più in generale Bruxelles – non hanno capito bene come funzionano il web e gli acquisti online. Le barriere tra i vari settori del commercio via Internet, dice Donahoe, stanno cadendo. Con il risultato che giganti come eBay e Amazon sono diventati concorrenti diretti di Google. Un argomento identico a quello usato da Big G nella sua prima risposta alla Commissione europea. Voi ci accusate di abusare della nostra forza per danneggiare i motori di ricerca specializzati in acquisti, più piccoli di noi: in realtà, sostiene Google, i nostri concorrenti non sono solo loro ma anche, e soprattutto, i big dell’ecommerce come eBay e Amazon. Questa tesi viene adesso confermata da uno dei maggiori protagonisti del mercato. Dice infatti Donahoe: «Siamo in diretta concorrenza con Google Shopping». La dichiarazione non è di poco conto. Se infatti si considera il mercato delle ricerche online, Google, in Europa, ha una quota del 90 per cento. Se invece si prende soltanto Google Shopping (il servizio che permette agli utenti di cercare prodotti e confrontare prezzi su siti di ecommerce), il discorso cambia: secondo la società di analisi Comscore (dati europei di febbraio), Google Shopping ha totalizzato 13 milioni di utenti unici contro i 100 milioni a testa di eBay e di Amazon. Ma si può considerare Google Shopping come un’«entità separata» da tutto il resto? A questa domanda, posta da un’eurocommissaria alla Concorrenza meno accomodante del predecessore Joaquin Almunia, finora non è arrivata risposta. La partita è grossa e riguarda anche il sistema operativo Android, sempre per ipotetica violazione delle regole antitrust. Per la signora Vestager, che ha ripreso in mano un’indagine su Google che dura da cinque anni, «tutte le strade sono aperte», compresa quella di una multa miliardaria. Difficile comunque non vedere nella presa di posizione di eBay anche il segnale di una solidarietà tra colossi Usa. Che oggi si trovano sotto accusa, chi più chi meno, su una molteplicità di fronti delicati: concorrenza, privacy, sicurezza, elusione fiscale. Solidarietà ben più autorevolmente espressa, nelle settimane scorse, dallo stesso presidente Obama, quando ha difeso la Silicon Valley e accusato l’Europa di protezionismo.