Fior da fiore, 28 aprile 2015
Dopo il terremoto, Katmandu si è spostata di tre metri • Quattro morti italiani accertati • Renzi scrive ai circoli del Pd • Un uomo si uccide dopo l’arresto di suo figlio • Dopo sette anni lo stilista Gai Mattiolo assolto dall’accusa di bancarotta • Tsipras dà meno poteri a Varoufakis per accelerare le trattative con l’Ue • I prodotti tipici italiani sono fatti dagli stranieri • Quando si diceva «snobbo» invece di «snob»
Nepal I dati ufficiali dopo il terremoto in Nepal parlano di 4.252 morti e 7.500 feriti. Ma per la Caritas «le vittime potrebbero essere 6mila». La paura ora è per le possibili epidemie: manca l’acqua, mancano i viveri. I bambini che stanno soffrendo le conseguenze del sisma sono quasi un milione. L’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, spiega che sono «almeno venti» le squadre di medici che altrettanti Paesi hanno deciso di inviare nei luoghi colpiti dalla catastrofe. Ma raggiungere le valli più remote sarà un’impresa. Inoltre uno dei problemi più evidenti è la fragilità delle costruzioni: nei prossimi giorni molti edifici che ora appaiono solo lesionati potrebbero crollare, facendo altre vittime. La Farnesina ha annunciato la prossima partenza di un volo umanitario della Cooperazione italiana dalla base Onu di Dubai. Intanto gli esperti fanno sapere che il sisma potrebbe aver spostato Kathmandu di almeno tre metri verso sud.
Italiani Gli italiani morti in Nepal sono per ora quattro, ma circa quaranta mancano all’appello. Hanno perso la vita travolti dalle slavine causate dal terremoto due tecnici dell’elisoccorso, Oskar Piazza e Gigliola Mancinelli, e due membri della Società degli alpinisti tridentini, Renzo Benedetti e Marco Pojer. Si trovavano tutti nel Parco di Langtang, che si estende circa 130 chilometri a nord della capitale Kathmandu verso il confine con il Tibet, ma in due gruppi diversi.
Alpinisti Le vittime: Gigliola Mancinelli, 50 anni, due figli di 13 e 15 anni, medico anestesista al cardiologico “Lancisi” e al 118 di Ancona, esperta speleologa. Nota per aver partecipato a diverse imprese, un anno fa era andata in Germania per il recupero dello speleologo tedesco rimasto intrappolato a mille metri di profondità nella grotta Riesending-Schachthöhle. Oskar Piazza, 55 anni, originario di Mori, in provincia di Trento, avrebbe dovuto aprire dei nuovi percorsi per il torrentismo nel parco di Langtang. Era un ottimo alpinista (aveva scalato più volte l’Himalaya), ma soprattutto un punto di riferimento, anche all’estero, per l’elisoccorso, che aveva contribuito a fondare in Italia. Marco Pojer, 53 anni, di Grumes (Trento), appassionato di montagna e cuoco nell’asilo del paese. Durante la settimana lavorava nella cucina della suola materna, nel weekend e nella stagione estiva anche negli alberghi della zona. faceva parte della Società degli alpinisti tridentini (Sat), era nel direttivo dell’associazione. Ogni anno dava una mano all’associazione locale «Stella bianca» e metteva in tavola 300 coperti: i soldi raccolti servivano a finanziare ospedali in Togo; era attivo nell’associazione Progetto Prijedor per la ex Jugoslavia. Nel 2012 era stato a Medolla, in provincia di Modena, per dare un aiuto alla popolazione emiliana colpita dal terremoto. Renzo Benedetti, 60 anni, arredatore e alpinista, viveva a Segonzano (Trento) con la moglie Sandra e il figlio Marco, di 22 anni. Socio della Società degli alpinisti tridentini da 32 anni e dirigeva la scuola di scialpinismo “Franco Dezulian”. Aveva scalato otto vette al di sopra degli 8.000 metri, da Manaslu, al Makalu, Dhaulagiri, Cho Oyu, Gasherbrum II, Everest, il K2 e lo Shisha Pangma. È morto mentre andava a portare medicine a un’anziana signora conosciuta in una delle spedizioni precedenti.
Emergenza «La vera emergenza non è sull’Everest, la tragedia si sta vivendo nella valle di Kathmandu e in tutte le altre dove i morti si contano a migliaia. Non possiamo avere un’attenzione di serie A per gli alpinisti, che dovrebbero essere in grado di badare a se stessi, anche se la situazione lassù è molto grave, e una di serie B per la popolazione» (Reinhold Messner) (Bizzarro, Rep).
Pd In una lettera aperta ai circoli del Pd, Renzi ha scritto che per l’Europa si aggira lo spettro «della sfida demagogica di Marine Le Pen, di Matteo Salvini e di Beppe Grillo». E «il Pd è l’argine a questa deriva grazie alla scelta di fare le riforme attese da anni». Per questo, «non può far melina, non può bloccare il cambiamento perché sarebbe un regalo ai populisti e ai tanti che credono nel potere dei tecnici, quelli che pensano che la parola politica sia una parolaccia. Non approvare la legge elettorale adesso significherebbe dire che il Pd non è la forza che cambia il Paese ma il partito che blocca il cambiamento. Sarebbe il più grande regalo ai populisti. Avanti con l’Italicum, è in ballo la dignità del Pd». Ciò per preparare il primo voto segreto sull’Italicum: alle 11.30, infatti, su richiesta di FI, i deputati si esprimeranno a scrutinio segreto sulle pregiudiziali di costituzionalità. Imboscate della minoranza del Pd non ce ne saranno perché i ribelli di area riformista al massimo non parteciperanno al voto e bocceranno la sospensiva di FI. E dunque, almeno sulle pregiudiziali, il governo esclude la fiducia. Dal voto segreto di oggi dipende il calendario dell’Italicum. La minoranza del Pd, che non chiederà voti segreti, ha presentato emendamenti per ridurre i capilista bloccati e per introdurre il premio di coalizione. Il ministro Boschi conferma la disponibilità a modificare la riforma del Senato.
Suicidio Francesco Menetto, 65 anni. Medico pediatra con studio in un elegante quartiere borghese nel centro di Genova, non si dava pace da quando suo figlio Marco, 37 anni, farmacista, era finito agli arresti domiciliari perché accusato di aver trafficato in medicinali antitumorali rubati e rivenduti all’estero per ricavare più soldi. Domenica sera invitò a cena figlio e nuora, poi, tranquillo come sempre, disse di dover andare a fare una visita urgente a un piccolo assistito. Prese sua moglie e salirono in auto. Arrivati fino al ponte monumentale che attraversa via XX Settembre, scesero dalla macchina. Spedirono un sms al figlio in cui gli dicevano di guardare in un certo cassetto di casa loro. Quindi Menetto scavalcò la balaustra e senza starci a pensare saltò di sotto, giù per venti metri. La moglie, forse troppo spaventata, esitò giusto il tempo per farsi notare da due agenti, i quali, appena la videro salire sul parapetto, corsero ad afferrarla al volo, riuscendo a salvarla. Nel cassetto indicato, una lettera di scuse e alcune disposizioni testamentarie. Nell’auto un biglietto: «La magistratura miope a volte uccide». Notte tra domenica e lunedì. Genova.
Mattiolo La decima sezione del Tribunale di Roma ha assolto, ieri, lo stilista Gai Mattiolo e altre sette persone dall’accusa di bancarotta. «È finito un incubo», è stato il commento di Mattiolo che, nel 2008, era rimasto ai domiciliari per oltre 4 mesi.
Grecia Per accelerare i negoziati con l’ex Troika, Alexis Tsipras ha ridisegnato la squadra di negoziatori di Atene con Bce, Ue e Fmi, relegando a un ruolo più marginale Varoufakis, pesantemente contestato dagli omologhi europei all’ultimo Eurogruppo di Riga. «Confermiamo a Varoufakis la nostra fiducia», ha garantito un portavoce di Syriza, annunciando la sua nomina a responsabile della nuova squadra. Ma più che di una promozione si tratta di una rimozione. Il presidente del Consiglio ha affidato a Euclid Tsakalotos, viceministro degli Esteri, il ruolo di coordinatore operativo e politico, al posto di Varoufakis. Inoltre Nikos Theokarakis, collaboratore più stretto del ministro delle Finanze, è stato sostituito come capofila degli incontri con il Brussels Group da un uomo dell’entourage di Yannis Dragasakis, vicepremier e coordinatore economico del governo. I mercati sono convinti che il passo indietro avvicini un accordo e hanno festeggiato: la Borsa di Atene ha guadagnato il 4% (+9% le banche) mentre il rendimento dei triennali è sceso di tre punti, al 24%.
Agricoltura I lavoratori immigrati nel settore agroalimentare sono 166mila. Di questi, il 70% è impiegato nell’agricoltura, il restante 30% nelle industrie alimentari. In Abruzzo, per esempio, il 90% dei pastori è macedone. Nei trecento alpeggi della Valle d’Aosta gli italiani sono meno del 10%. In Emilia Romagna, tra gli addetti al Parmigiano Reggiano, uno su tre è indiano. Gli imprenditori stranieri nel settore agroalimentare sono oltre 22.500: 18mila fanno affari con l’agricoltura, 4.500 nell’industria alimentare. Sono loro a dare vitalità al settore: tra il 2009 e il 2014 sono aumentati del 14,8%, mentre gli imprenditori italiani sono crollati del 10,9%. Nelle aree del prosecco veneto gli imprenditori stranieri sono aumentati del 12,3%. Nel gorgonzola ancor di più: gli immigrati sono cresciuti del 15,9%, di fronte a un calo del 9,5% degli italiani. E ancora: nell’area del grana padano (che comprende ben 27 province) gli imprenditori stranieri sono aumentati del 22%. Anche la zona del Chianti, tra Siena e Firenze, registra un picco del 24,4%. Perfino in Sardegna, area in cui l’immigrazione è spesso meno visibile, gli imprenditori stranieri nelle zone del pecorino sono cresciuti del 23,7% (Polchi, Rep).
Lincei Nel 1940 l’Accademia dei Lincei (allora Accademia d’Italia) nominò una commissione col compito di esaminare i termini stranieri, e di proporne l’accettazione, l’adattamento o la sostituzione. Il linguista Bruno Migliorini introdusse nella lingua italiana alcune parole destinate a restarci per sempre, come «regista» al posto di «régisseur» e «autista» per «chauffeur». Per «film» venne adottata la parola «pellicola», per «apache» «teppista», «primato» per «record», «slancio» per «swing» e negli alberghi i «menu» divennero «liste». La «claque» teatrale divenne «clacche», il «crick» «cricco», il «ferryboat» «ferribotto», «snob» «snobbo» e il «dribbling» «scarto» (Aldo Grasso, Cds).
(a cura di Daria Egidi)