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 2015  aprile 27 Lunedì calendario

Più di duemila morti nel terremoto in Nepal • Si cercano quattro speleologi italiani • Scontri tra tifosi al derby Torino-Juventus • All’Expo è ormai tutto pronto • Le entrate fiscali della Grecia rispettano gli impegni • La lentezza burocratica che fa aumentare i costi dell’accoglienza ai migranti • Torna il solitario su Windows


Terremoto Secondo le ultime stime sono 2.300 i morti per il terremoto da 7.8 Richter che sabato ha colpito il Nepal. I feriti almeno 6mila. Ma mancano informazioni da decine di villaggi nella valle di Kathmandu dov’è l’epicentro dell’evento e che già in condizioni normali sono difficilmente raggiungibili. Ieri dopo mezzogiorno, inoltre, ci sono state altre scosse di assestamento da 6.7 punti sulla scala Richter. Piove e la temperatura non sale oltre i 14 gradi. La città vecchia della capitale è una distesa di rovine. Sono crollate le case di mattoni e i simboli della storia del Paese, come i palazzi reali e la torre a spirale Dharahara. Gli ospedali non sono più in grado di accogliere i feriti, medici e infermieri prestano soccorso all’aperto. Il governo nepalese ha lanciato un appello: «Abbiamo bisogno di aiuti enormi». Per primi sono arrivati gli indiani con un ponte aereo che sta portando a Kathmandu medicinali e attrezzature chirurgiche, un ospedale da campo, una squadra di 40 soccorritori con cani per la ricerca di sopravvissuti. Si è attivata subito anche la Cina, con un team di 62 specialisti nell’intervento dopo i terremoti. L’aeroporto di Kathmandu, l’unico della regione, è costretto a chiudere a intermittenza a causa delle nuove scosse. Aiuti umanitari e specialistici e in denaro sono stati promessi da Usa, Russia, Gran Bretagna, Francia, Unione Europea, Pakistan, Australia, Nuova Zelanda, Singapore. La situazione resta grave anche sull’Everest, dove centinaia di scalatori sono stati sorpresi da un’enorme valanga causata dalla prima scossa di sabato. Il campo base nella zona di Khumbu, a 5mila metri, è stato investito da una cascata di neve che ha ucciso 22 alpinisti e sherpa. Un centinaio di scalatori sono bloccati intorno ai campi base 1 e 2, ma c’è apprensione per altri 200, dati per dispersi: si teme che siano stati seppelliti in punti diversi della montagna. La Farnesina ha rintracciato 300 turisti italiani in Nepal, illesi. In questo periodo si calcola che i viaggiatori stranieri nella regione siano almeno 300mila.

Speleologi Da sabato poco prima del sisma non si hanno più notizie di quattro speleologi italiani, partiti il 15 aprile per esplorare alcuni torrenti nel Parco di Langtang, al confine con il Tibet e circa 130 chilometri a nord di Kathmandu. Sono Giuseppe «Pino» Antonini, 53 anni, di Ancona, Gigliola Mancinelli, 50, anche lei di Ancona, medico anestesista, Oskar Piazza, 55, alpinista del Trentino Alto Adige, e Giovanni «Nanni» Pizzorni, 52 anni, genovese, torrentista. Del villaggio di Langtang, secondo le autorità locali, non è rimasta traccia: una valanga ha seppellito gran parte della vallata.

Derby Prima e durante il derby tra il Torino e la Juventus gli scontri tra tifosi hanno provocato 9 feriti. Poco dopo le 11 in piazza Gabriele Gorizia, uno spiazzo adiacente alla curva bianconera, granata e bianconeri si sono fronteggiati e sono state necessarie due cariche di polizia per disperdere gli ultrà. Uno di loro, juventino, è stato arrestato per resistenza e perché in possesso di armi improprie. La quiete è durata non più di un’ora, polizia e carabinieri sono dovuti intervenire anche in via Filadelfia, all’ingresso degli spogliatoi: il pullman bianconero era stato circondato da un centinaio di persone: sono volate pietre, bottiglie e un finestrino del mezzo è andato in frantumi, ma nessuno si è ferito e la squadra di Massimiliano Allegri ha potuto fare il suo ingresso all’Olimpico. Il derby è stato definitivamente rovinato dopo pochi minuti dal fischio d’inizio. Per rispondere a un fumogeno colorato lanciato dalla curva granata Primavera, dal settore ospiti è stata scagliata verso quello torinista una bomba carta che, esplodendo, ha divelto alcuni sedili e ferito nove tifosi del Torino. Sono stati tutti trasportati in due ospedali della città (Cto e Mauriziano), dove nessuno risulta in gravi condizioni. Per il lancio del fumogeno e della bomba carta sono stati arrestati altri 3 ultrà bianconeri e uno granata.

Expo Ieri, a meno quattro giorni e mezzo dall’inaugurazione dell’Expo di Milano, il commissario unico Giuseppe Sala ha voluto dire che «siamo alle finiture: tutti i padiglioni apriranno». Almeno trenta Paesi sui cinquantaquattro titolari di padiglioni autonomi avevano già finito da tempo. Negli ultimi giorni erano rimasti più in ritardo di altri Turchia, Russia, Indonesia, Nepal. Oltre al padiglione Italia che specialmente nel lato sud del cardo, la traversa della strada principale dell’Expo chiamata decumano, era ancora alle prese con l’asfalto da stendere. Ma da giovedì scorso l’impennata di velocità è stata determinante. Il numero degli operai presenti in cantiere sulle ventiquattro ore ha toccato quota novemila. Il grande Open Theatre da undicimila posti che ospiterà lo show del Cirque du Soleil è finito, così come sono ultimati da tempo i nove cluster tematici e gli undici edifici lunghi fino a centotrenta metri che ospiteranno ristoranti e servizi. Finito il Children Park, finita la Cascina Triulza che insieme con Palazzo Italia è il solo edificio pensato per non essere abbattuto dopo l’Expo. Ciò che non sarà del tutto pronto per l’inaugurazione, a parte alcuni uffici e spazi riservati all’utilizzo interno, sono alcune parti dei padiglioni di Coldiretti e Confindustria, dove l’allestimento della mostra progettata dal Museo della Scienza e della Tecnologia non potrà che arrivare in ritardo. Così come sarà in dichiarato ritardo l’inaugurazione, da tempo rinviata al 2 giugno, della scenografia disegnata dal premio Oscar Dante Ferretti per il decumano. Negli ultimi giorni è stata completata la posa dei prati e la semina del verde, dopo che già da settimane erano stati piantati oltre 40mila tra alberi e arbusti.

Entrate Nei primi due mesi dell’anno le entrate fiscali in Grecia erano crollate di un miliardo. Poi, con la legge per rateizzare nei prossimi 8 anni in 100 pagamenti i debiti arretrati verso lo Stato (tasse e contributi previdenziali), i versamenti hanno cominciato ad affluire abbondanti. A marzo il boom: in un solo mese Atene ha incassato abbastanza per ripianare i mancati introiti dei due mesi precedenti e ad aprile pensa di superare quanto concordato tra passato governo e troika.

Lentezza Nel 2015 l’Italia spenderà più di un miliardo di euro per accogliere i migranti: 400 milioni più dello scorso anno, 500 rispetto al 2013. Ciò dipende in parte dall’aumento degli sbarchi, ma anche dalla lentezza con cui si esaminano le richieste di asilo: sulla carta due settimane, in verità anche sei mesi. Accogliere i migranti costa in media 40 euro al giorno per persona. Dati i tempi di attesa, ciascun migrante costa circa cinquemila euro di più di quello che avrebbe dovuto se il sistema fosse più agile. Nel 2014 il 70% dei richiedenti asilo ha ottenuto la protezione, mentre nel 2015 è cambiato qualcosa. Delle 12.720 richieste di asilo processate dall’inizio dell’anno al 15 aprile, 6.000 sono state rifiutato. Questo perché a fare la richiesta sono tanti pachistani, nigeriani, gambiani e senegalesi che arrivano più per motivi economici che per reali situazioni di persecuzione, tant’è che tra le pratiche rigettate ce ne sono 1.195 dalla Nigeria e 1.128 dal Mali. L’accoglienza dello Stato, però, non finisce quando la richiesta di asilo viene negata, perché tutti fanno ricorso al Tribunale Civile o al Tar. Per avere una sentenza passa un altro anno e mezzo, in media, tempo durante il quale lo Stato continua a pagare l’accoglienza (Foschini e Tonacci, Rep).

Solitario/1 I programmatori di Windows hanno deciso che nella prossima edizione del sistema operativo rimetteranno il solitario di carte, eliminato nella versione precedente (Malvaldi, Cds).

Solitario/2 Napoleone faceva sempre una partita a solitario prima di iniziare una battaglia (ibidem).

Solitario/3 Stan Ulam, uno dei matematici a capo del progetto Manhattan si chiese con che probabilità un mazzo mescolato a caso permettesse di vincere. Un calcolo numerico rigoroso era fuori questione: le combinazioni possibili erano circa 10 elevato alla sessantaquattresima potenza. Ma, ragionò Ulam, non c’è nessun bisogno di calcolare tutte le combinazioni possibili. Mescolando il mazzo un certo numero di volte e facendo per ogni mescolata un certo numero di partite, si può vedere quante volte il gioco riesce. Ciò dovrebbe dare una stima approssimata della probabilità di vittoria. Da questa intuizione nascerà il metodo Monte Carlo, che permetterà di utilizzare i primi, rudimentali elaboratori elettronici per svolgere i complessi calcoli che porteranno alla nascita della bomba atomica (ibidem).

(a cura di Daria Egidi)