Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  aprile 24 Venerdì calendario

Rcs, Mondadori, Espresso e Sole 24 Ore: i quattro big dell’editoria ieri hanno riunito le assemblee dei soci e discusso il futuro delle rispettive aziende fra rinnovo dei cda, direttori da cambiare, proteste dei giornalisti e conti che ancora non tornano. La partita più calda è quella che si gioca in casa Rcs dove ieri è stato rinnovato il consiglio di amministrazione che dovrà nominare il sostituto di Ferruccio de Bortoli al timone del Corriere della Sera

Rcs, Mondadori, Espresso e Sole 24 Ore: sono i quattro big dell’editoria che ieri hanno riunito le assemblee dei soci e discusso il futuro delle rispettive aziende fra rinnovo dei cda, direttori da cambiare, proteste dei giornalisti e conti che ancora non tornano. La partita più calda è sicuramente quella che si gioca in casa Rcs dove ieri è stato rinnovato il consiglio di amministrazione che dovrà nominare il sostituto di Ferruccio de Bortoli al timone del Corriere della Sera.
Rcs. Al listone di maggioranza (Fiat, Della Valle, Mediobanca, Pirelli e Intesa) sono andati 6 posti, mentre ai fondi sono andati 2 dei 3 posti riservati alle minoranze e il terzo è andato alla lista del gruppo di Urbano Cairo che possiede il 4,6% del capitale. Il nuovo cda (con Maurizio Costa, presidente, Scott Jovane ad, Tom Mockridge, Gerardo Braggiotti, Laura Cioli e Teresa Cremisi; per i fondi Dario Frigerio e Paolo Colonna; Per Cairo Stefano Simontacchi) dovrà scegliere il direttore del Corriere: “Realisticamente saranno 3-4 i profili dei candidati”, ha detto il consigliere uscente, Piergaetano Marchetti, facendo capire che, oltre all’attuale condirettore del Corriere, Luciano Fontana, anche gli altri nominativi individuati rispondono ai requisiti tracciati dal board uscente, quindi anche Carlo Verdelli, “un direttore che alla Gazzetta dello Sport ha fatto moltissimo e credo sia un professionista esemplare”.
Sulla nomina hanno alzato la voce anche le penne del Corriere chiedendo che il nuovo direttore sia scelto “per le sue capacità di innovare e di rispettare la nostra tradizione e non in base alla disponibilità a usare le forbici”. Il cdr ha infine auspicato che il nuovo Consiglio “decida di opporsi” alla vendita di Rcs Libri alla Mondadori.
Mondadori. Proprio l’offerta su Rcs Libri ha tenuto banco nell’assemblea di Mondadori che sta ancora svolgendo la due diligence sulla controllata della Rizzoli, ma è determinata a presentare un’offerta entro il 29 maggio. “È evidente che in un mercato in contrazione occorre consolidare le proprie posizioni nelle attività in cui si è leader”, ha detto il presidente, Marina Berlusconi, che ieri è stato confermata al vertice insieme all’ad Ernesto Mauri.
Gruppo Espresso. Nuovo cda anche per il gruppo dell’ingegner De Benedetti: è stata approvata la lista presentata dall’azionista di maggioranza Cir che, come nuovo ingresso, prevede Alberto Clò. Inoltre è stata approvata la proposta dei fondi che hanno indicato come consigliere Massimo Belcredi, sostenuto anche da Jacaranda Falck Caracciolo, superando così gli eredi della famiglia Revelli che avevano ottenuto la loro quota proprio dopo una lunga battaglia legale per l’eredità del pacchetto azionario di Caracciolo.

Sole 24 Ore.
L’assemblea del Sole è stata animata alla vigilia da un duro comunicato del cdr dei giornalisti apparso ieri sulle pagine del quotidiano che è uscito senza le firme dei redattori. Nel mirino, “una gestione duale (poteri identici tra presidente e ad) che appare incomprensibile”, e “l’aver perso da tempo figure organizzative indispensabili”. In questo quadro “è arrivato un segnale di incoerenza rispetto all’austerity imposta ai 1.200 dipendenti: sono stati sospesi i bonus per i top manager, a partire dall’ad, ma in compenso è stata aumentata la parte fissa del loro stipendio. Senza parlare delle uscite “guidate” dal gruppo: un pretesto per ricontrattualizzare dirigenti a fine corsa”. Infine, l’attacco a Confindustria, “azionista, troppo spesso silente se non assente nel momento più buio della storia centenaria della testata” che ora “deve sentirsi chiamato alle sue responsabilità anche immettendo nuove risorse nel capitale del gruppo”.