Il Messaggero, 23 aprile 2015
Il caso dell’ambasciatore francese gay per il Vaticano, Hollande non arretra nonostante il no di Papa Francesco: «Lauren Stefanini è l’unico candidato. È il miglior diplomatico che abbiamo per ricoprire questo incarico»
Bei tempi quelli di Sarkozy all’Eliseo. Quando, arrivando a Roma per l’udienza papale, il Presidente rivendicava con orgoglio il battesimo di re Clodoveo che consentì alla Francia di considerarsi la figlia maggiore della Chiesa. Un legame con il papato che ha attraversato indenne un lungo elenco di governi e Presidenti. Fino alla battuta d’arresto segnata da Hollande. In Vaticano monta la nostalgia. Già bei tempi. Soprattutto perché l’affaire Stefanini invece che sgonfiarsi sta assumendo contorni grotteschi, sclerotizzandonsi ulteriormente. Il diplomatico francese resta l’unico candidato sul quale Monsieur le President vuole giocarsi il tutto per tutto. Un muro contro muro inedito, mai visto in precedenza. «Confermo che il processo di candidatura di Laurent Stefanini continua, e siamo fiduciosi di una risposta da parte del Vaticano. È il miglior diplomatico che abbiamo per ricoprire questo incarico. In alcun modo siamo alla ricerca di altro». L’ennesima dichiarazione sulla falsariga di quelle precedenti, viene ribadita dall’Eliseo che rispondendo a una domanda sulle indiscrezioni del settimanale satirico Le Canard Enchainè, secondo cui Parigi starebbe cercando un’alternativa alla nomina dell’ambasciatore gay, usa toni perentori, categorici, energici. Soprattutto senza offrire spiragli per una possibile mediazione. «Stefanini ha grande esperienza in materia, resta il nostro miglior candidato, molto apprezzato nel periodo in cui ha lavorato a Roma come numero due dell’ambasciata presso la Santa Sede. Smentiamo categoricamente che si stia cercando un sostituto, un altro aspirante».
LETTERA AL PAPA
Negli ambienti diplomatici la vicenda ha sollevato non poche perplessità per l’escalation inedita che ha assunto la storia; agli occhi di diversi ambasciatori di lungo corso appare come una palese provocazione portata avanti da Hollande per stabilizzarsi presso l’elettorato più liberal, quello che in Francia è a favore delle coppie gay e del gender, e conta un ragguardevole bacino di voti. La sfida riguarda il modo in cui l’Eliseo ha proceduto, senza offrire alternativa, ben sapendo che su quel candidato si sarebbe abbattuto inesorabilmente un giudizio negativo, visto che, in questo momento, la Chiesa è impegnata in una battaglia concettuale sul gender, sulla difesa della famiglia. Tuttavia Bernard Kouchner, ex ministro degli Esteri, ricorda che anche lui, nel 2007, ebbe lo stesso problema. Fu rifiutato perché aveva stretto un Pacs. Tatticismi a parte, resta sul tappeto la vicenda umana. Il Papa ha voluto porvi rimedio accogliendo come un figlio Stefanini a Santa Marta la scorsa settimana. Il diplomatico nei giorni precedenti aveva fatto giungere ai collaboratori del pontefice una lunga lettera personale per Francesco.