Corriere della Sera, 23 aprile 2015
Quel cognome, in Campania, può ancora fare la differenza. De Mita vuol dire Ciriaco, già segretario Dc e premier, oggi «solo» sindaco di Nusco (Avellino). Ma la sua influenza è ancora forte e potrebbe essere utile per una discesa nell’agone regionale della figlia Antonia. A lei pensa il governatore uscente (e ricandidato dal centrodestra) Stefano Caldoro
Quel cognome, in Campania, può ancora fare la differenza. De Mita vuol dire Ciriaco, già segretario Dc e premier, oggi «solo» sindaco di Nusco (Avellino). Ma la sua influenza è ancora forte e potrebbe essere utile per una discesa nell’agone regionale della figlia Antonia. A lei pensa il governatore uscente (e ricandidato dal centrodestra) Stefano Caldoro. La sfida contro Vincenzo De Luca si preannuncia agguerrita, urge mobilitare ogni energia. E cosa c’è di meglio di stuzzicare l’orgoglio del vecchio patriarca, e dei tanti che gli sono ancora legati (dentro Area popolare), facendo balenare la possibilità di un coinvolgimento nella futura Giunta regionale, magari anche come vice-presidente? Lei nega l’interessamento, ridimensiona alcune dichiarazioni aperturiste rilasciate martedì al Corriere del Mezzogiorno. «Scherzavo. Ormai mi hanno candidato a tutto... Ma io sono impegnata con alcune iniziative culturali e solo a quelle voglio pensare». Già un anno fa Antonia De Mita era stata indicata come aspirante eurodeputata ma al dunque non era stata candidata. E stavolta la sindrome del Conclave (chi entra Papa, esce cardinale) consiglia estrema prudenza. Ma quella che l’entourage del presidente Caldoro definisce una «suggestione» in realtà è qualcosa di molto più concreto. È una carta su cui puntano i demitiani per vincere la concorrenza dentro Area popolare delle altre due componenti che fanno riferimento al sottosegretario Gioacchino Alfano e all’assessore regionale Pasquale Sommese. Il 31 maggio si vota con le preferenze. «Un posto in Giunta per i centristi dovrebbe essere confermato» confermano dallo stato maggiore del centrodestra. Se lo aggiudicherà chi porterà in Consiglio più eletti. Antonia De Mita non sarà candidata, ma quel cognome aleggerà su tutta la campagna elettorale.