Corriere della Sera, 23 aprile 2015
Rispunta Berlusconi: «Parteciperò alla campagna elettorale, ma non farò comizi in piazza perché mi hanno detto che potrei essere oggetto di attentati. Sembra che io sia in cima agli obiettivi dell’Isis». Poi il Cav. attacca Renzi: «Con le sue riforme sta creando una piccola dittatura. È affetto da bulimia da potere. Alle Europee ha preso il 40% del 20% dei votanti. Al massimo è stato eletto alla provincia di Firenze...»
«Sono tra i leader più noti anche in Cina e Giappone, grazie al Milan». Silvio Berlusconi non rinuncia alla battuta (anche se il fatto che il Milan sia fattore di popolarità non è una battuta) e rilancia: «Non mi faccio da parte. Ma tornerò pienamente in campo quando mi sarà restituita piena dignità». I suoi si entusiasmano: «Con Berlusconi in campo vinceremo le Regionali», esulta Renato Brunetta. «Un leader che non molla e che non ci molla», dice Francesco Paolo Sisto. Ma Berlusconi confida ai suoi parlamentari anche i timori per la sua incolumità e fa un annuncio a sorpresa: «Parteciperò alla campagna elettorale, ma non farò comizi in piazza perché mi hanno detto che potrei essere oggetto di attentati. Sembra che io sia in cima agli obiettivi dell’Isis». Nel frattempo, il leader di Forza Italia piccona con forza il premier e la sua legge elettorale: «Con le sue riforme sta creando una piccola dittatura».
Berlusconi segna il rinnovato vigore con un doppio incontro, con i gruppi parlamentari della Camera e del Senato. Non tutti, per la verità, perché agli incontri mancano deputati e senatori vicini a Raffaele Fitto e manca anche qualche «verdiniano». Segno che il partito vive ancora un momento difficile ed è spaccato. Il ribelle Fitto non si tira indietro: «Leggo di riunioni. E per discutere di cosa? Visto che da settimane ci sono commissariamenti a tutto spiano, nomine decise dalla sera alla mattina e una gestione fuori dalle regole. Il partito è sempre più nel caos ed è evidente una deriva pro Nazareno».
Berlusconi in realtà prova a rassicurare: «Cambierò Forza Italia, ma senza rottamare e gettare a mare nessuno. Non è certo il mio modo di agire, non l’ho mai fatto». La prospettiva è questa: «Faremo il partito repubblicano sul modello americano: il partito dei moderati».
Le unghie le sfodera però contro Renzi: «È affetto da bulimia da potere. E poi non è stato scelto dagli italiani. Alle Europee ha preso il 40% del 20% dei votanti. Al massimo è stato eletto alla provincia di Firenze. Io ho raggiunto il 75% di gradimento personale nel 2009, lui ha il 35. Su Renzi non esagero, ma conosco gli uomini: gli stavamo apprestando un aiuto per consentirgli un regime». È vero che Forza Italia ha votato questa legge elettorale al Senato, ma ecco perché, nella versione di Berlusconi, che si rivolge direttamente a Denis Verdini: «Sai bene che il patto del Nazareno era ben diverso da come è diventato adesso, e comprendeva anche l’impegno sul nuovo presidente della Repubblica, che è una figura importantissima. Il patto è decaduto per colpa loro, dopo la richiesta di 17 cambi di patto dall’inizio. Quando hanno mancato la parola anche sul capo dello Stato abbiamo capito che era così». Berlusconi aggiunge poi: «Ora non possiamo permettere a Renzi di prendersi il potere totale con il 30% dei voti, grazie a una legge che, di fatto, con lo sbarramento al 3%, annulla e polverizza l’opposizione».
Fitto non apprezza: «Berlusconi piange sul latte versato. Ma è un autogol del quale era stato avvisato per tempo». Quanto al partito repubblicano, aggiunge, «segnalo che lì ci sono le primarie, e che la leadership è contendibile». Ma il leader è sempre lo stesso, come ricorda anche Romano Prodi: «Berlusconi non è affatto finito». Tanto che pensa anche alle imminenti Regionali. E ai suoi ribadisce la necessità di evitare sprechi, invitandoli a darsi da fare per rimpinguare le casse del partito, tramite la raccolta di fondi.