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 2015  aprile 23 Giovedì calendario

Tenere i soldi in banca adesso è diventato un costo. Per i risparmiatori interessi ai minimi sul conto. Qualcuno, ora che l’Euribor è negativo, inizia a temere che le banche possano chiedere ai propri clienti di sborsare un piccolo tasso per lasciare i soldi sui conti correnti. In Germania è già successo con alcuni grandi istituti

Un altro tabù infranto. Quasi ogni giorno i mercati ci riservano un nuovo paradosso. Questa è la volta dell’Euribor a tre mesi, il tasso più utilizzato dalle banche quando si prestano denaro tra loro e, allo stesso tempo, il riferimento a cui è ancorata una buona fetta dei mutui delle famiglie italiane. Per la prima volta nella storia questo tasso è scivolato in terreno negativo, andando sotto zero a quota -0,001%. È un livello quasi impercettibile, ma ribalta una certezza che finora ha governato prestiti e investimenti.
Che cosa succede ai risparmi delle famiglie? Il primo pensiero va ai conti correnti che, mai così vicini a zero, si appiattiranno ancora di più su interessi ultra microscopici. Di fatto stiamo già pagando per tenere i risparmi in banca, questo per il peso di tasse e spese varie sul conteggio finale. Qualcuno, ora che l’Euribor è negativo, inizia a temere che le banche possano chiedere ai propri clienti di sborsare un piccolo tasso per lasciare i soldi sui conti correnti. In Germania è già successo con alcuni grandi istituti, come Commerzbank, che applica interessi negativi. «In Italia è ancora un’ipotesi estrema – spiega responsabile investimenti di Banca Syz -. Potrebbe verificarsi nel caso in cui l’Euribor scenda ancora, almeno a quota -0,5%, e solo per clienti business e per privati con grandi giacenze».
Per molti è la dimostrazione che le politiche Bce penalizzano i contribuenti, colpendo il risparmio. Anche i conti deposito, i salvadanai elettronici molto utilizzati dalle famiglie come strumento di risparmio, si muoveranno verso il basso. In pratica risparmiare rischia di diventare «costoso». «In terreno negativo finiranno anche Bot e Cct legati al tasso Euribor» dice Giuseppe Romano responsabile ufficio studi di Consultique -. A difendere i risparmi rimane il Btp perché paga una cedola fissa». Anche in questo caso però chi deve sottoscrivere ora il titolo di Stato ha poco margine di guadagno: il nuovo Btp Italia è stato emesso qualche giorno fa con una cedola dello 0,5%. Molti governativi sono sotto zero e martedì anche la Spagna ha emesso titoli a tre mesi a tasso negativo. Le possibilità di ottenere dei ritorni interessanti con strumenti più tradizionali come il reddito fisso si affievoliscono. Molti risparmiatori dovranno orientare le proprie scelte su strade più rischiose come le azioni. Oppure delegare le scelte al risparmio gestito che già sta vivendo un fortissimo boom di afflussi.