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 2015  aprile 21 Martedì calendario

Come difendersi dagli assalti dei Call Center. Finire negli elenchi è diventato troppo facile. Un vademecum per scrollarsi di dosso gli stalker delle promozioni

Come ci si può difendere da chiamate promozionali indesiderate?
Se l’utenza è pubblicata negli elenchi telefonici, l’intestatario può chiedere al suo gestore telefonico che essa venga rimossa dagli elenchi, così da renderla “riservata” e dunque non più visibile. In alternativa, può iscriversi al Registro Pubblico delle Opposizioni (gestito dalla Fondazione Ugo Bordoni su incarico del Ministero dello Sviluppo Economico) lasciando così la sua utenza presente negli elenchi telefonici, ma non più utilizzabile per fini promozionali.
Cos’è il Registro pubblico delle opposizioni?
È un registro istituito a tutela degli abbonati telefonici che non vogliono ricevere chiamate pubblicitarie, ma che al tempo stesso desiderano rimanere sugli elenchi telefonici ed essere reperibili per le comunicazioni interpersonali. Iscrivendosi al Registro un abbonato esercita il diritto «ad opporsi al trattamento» dei suoi dati personali a fini promozionali previsto dal Codice della privacy.
Cosa può fare un utente che viene contattato anche se i suoi dati non sono sull’elenco telefonico?
Se l’utenza non compare negli elenchi ed è quindi “riservata” (come accade per la maggior parte delle utenze di telefonia mobile), l’intestatario non può iscriverla al Registro. Per interrompere ulteriori telefonate, l’utente dovrà quindi esercitare i normali diritti previsti dal Codice della privacy, chiedendo quindi direttamente al promotore che lo ha contattato chi è il titolare del trattamento, come ha avuto i suoi riferimenti eventualmente chiederne la cancellazione.
È possibile cercare nuovi clienti utilizzando i recapiti contenuti negli elenchi telefonici?
È possibile contattare telefonicamente, mediante operatore, i numeri presenti in elenchi telefonici e non iscritti nel Registro Pubblico delle Opposizioni per chiedere al contraente (la persona che ha sottoscritto il contratto telefonico) il consenso a ricevere comunicazioni promozionali anche via e-mail o con altri mezzi automatizzati.
Una volta prestato il consenso al trattamento dei propri dati per una certa finalità, si può cambiare idea?
Si, l’interessato può opporsi in qualunque momento all’ulteriore utilizzo dei suoi dati anche per una sola finalità (dal marketing alla profilazione) o per una specifica modalità di trattamento (ad esempio l’invio di offerte commerciali tramite posta cartacea o con modalità automatizzate come l’e-mail e il fax). A tale scopo, si possono utilizzare i moduli predisposti dal Garante facilmente reperibili sul sito www.garanteprivacy.it 
Se una società ha ottenuto il consenso al trattamento dei dati per scopo di marketing, può comunicare o rivendere queste informazioni ad altri soggetti?
Non si possono “mescolare le carte in tavola”. Se si è chiesto a una persona il consenso per il trattamento dei suoi dati per attività di marketing, non si può far finta che questo consenso valga anche per scopi differenti come la profilazione o la comunicazione dei dati a terzi. È quindi necessario acquisire un autonomo consenso per ogni finalità, prevedendo apposite caselle nel modulo eventualmente predisposto a tale scopo.
Si possono usare i dati del pubblico registro automobilistico (pra) per inviare pubblicità per l’acquisto di un nuovo modello di automobile?
I dati contenuti nel PRA possono essere utilizzati, ad esempio, per conoscere a chi appartiene un’automobile, per adottare iniziative volte a migliorare la sicurezza stradale o per inviare comunicazioni di particolare interesse per gli utenti, incluse quelle relative all’imminente scadenza della revisione del mezzo di trasporto, ma non per spedire all’utente pubblicità senza il suo consenso.
È lecito consegnare un modulo per l’ordine di un prodotto con la casella per il consenso al trattamento dei dati già contrassegnata?
No, il consenso al trattamento dei dati deve essere sempre libero.
Il sito web che non consente di utilizzare un servizio se non si rilascia il consenso al trattamento dei dati per finalità promozionali si comporta correttamente?
No, la fornitura di un prodotto o servizio non può essere vincolata al consenso per l’invio di pubblicità.
Il supermercato può rifiutarsi di concedere la tessera fedeltà se nel modulo da compilare il cliente non rilascia il consenso al trattamento dei suoi dati per scopo di marketing?
Non è previsto il consenso per attività necessarie a soddisfare la richiesta di un cliente, ad esempio le verifiche funzionali all’erogazione di un servizio. Occorre però sempre chiedere il consenso per attività di marketing o similari, comunque diverse dalla prestazione oggetto del contratto con l’utente.
No, la tessera fedeltà è un’opportunità per l’azienda di fidelizzazione del cliente, ma non può trasformarsi in una forma occulta di raccolta dati per il marketing e la profilazione. Il consenso per tali attività non può essere imposto, ma va raccolto in modo specifico.