Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  aprile 20 Lunedì calendario

Brasile, la strage di ultrà. Otto giustiziati prima del calcio d’inizio del derby di San Paolo Corinthians-Palmeiras. L’attacco e l’esecuzione sono stati rapidi. Uno dei fuggitivi, raggiunto da un proiettile, è morto in ospedale. Tre di loro avevano precedenti penali legati al traffico di droga. Uno, soprannominato Du Memo, era stato protagonista dell’omicidio di un tifoso boliviano nel 2013 e gli altri quattro sarebbero stati scelti a caso. Al meno così pare

Una strage di ultrà, alla vigilia della partita più attesa dell’anno. Otto esecuzioni nel più crudele dei modi: le vittime fatte inginocchiare, umiliate e finite a uno a uno con colpi di pistola alla testa. Persino una città abituata a tutto come San Paolo si è svegliata ieri mattina, una domenica di calcio assai attesa, quasi incredula per l’episodio. La polizia scarta l’ipotesi di un confronto tra tifoserie, legato appena alla fede calcistica, e guarda al crimine organizzato e al traffico di droga. Anche se i confini tra i due mondi, guardando le cose da vicino, sono assai tenui.
Nella sede di «Pavilhão Nove» era appena finita una festa, con la grigliata brasiliana di carne del fine settimana e i soliti fiumi di birra. È una delle curve organizzate del Corinthians, squadra di San Paolo, quella con la tifoseria più ampia e popolare. Il nome del gruppo ultrà ricorda il padiglione numero nove di un famoso carcere della città, il Carandirù, che fu teatro di episodi terribili di violenza, soprattutto da parte della polizia, prima della sua chiusura nel 2002.
Padilhão Nove era il nome di una squadra di calcio del penitenziario e il gruppo ultrà è stato fondato da ex detenuti. Ancor oggi, per non lasciar dubbi, sulla bandiere della curva ci sono i volti della Banda Bassotti. Spesso i tifosi si vestono con le uniformi da carcere a strisce bianche e nere e indossano manette finte. Danno anche vita a uno dei gruppi più originali del Carnevale di San Paolo e una delle vittime era un apprezzato compositore di samba.
Al momento dell’irruzione, nella notte tra sabato e domenica, era rimasta nella sede una dozzina di persone, tra cui gli addetti alle pulizie. Finita la festa, si stavano organizzando le cose per la partita del giorno dopo, arrotolando le bandiere da portare allo stadio. Ieri pomeriggio, difatti, il Corinthians ha affrontato il Palmeiras nel derby più classico della città che stavolta valeva la finale del campionato paulista.
L’attacco è stato rapido. Due uomini con armi in pugno sono entrati dal cancello principale e fatto inginocchiare sette persone nel salone, mentre gli altri tentavano di fuggire. Poi l’esecuzione. Uno dei fuggitivi è stato raggiunto da un proiettile: raccolto ancora vivo da una ambulanza in una vicina stazione di servizio è morto subito dopo il ricovero in ospedale.
Al momento di identificare le vittime, la polizia non ha avuto dubbi sulle cause della strage. Tre dei morti avevano precedenti penali (furti, possesso illegale di armi) legati al traffico di droga. Un altro, soprannominato Du Memo, era stato protagonista dell’omicidio di un tifoso boliviano a Oruro nel 2013, durante una partita per la coppa Libertadores, un caso che ha avuto persino ripercussioni diplomatiche tra i due Paesi. Le altre vittime potrebbero essere state scelte a caso.
Una ipotesi è che l’attacco sia la risposta all’omicidio di due narcotrafficanti avvenuto qualche giorno fa. E che una fazione rivale abbia scelto appena simbolicamente la vigilia del derby di San Paolo per vendicarsi. Comunque sia, esistono pochi dubbi che dietro la comune passione per il Corinthians, nel Pavilhão Nove si nasconda anche una organizzazione dedita ad altro. Da tempo l’opinione pubblica brasiliana, così come da noi, preme sui club affinché venga fatta pulizia tra le fazioni più estreme del tifo calcistico. La società ha espresso cordoglio alla vittime della strage, ma mantenendo le distanze dal gruppo degli ultrà.