la Repubblica, 20 aprile 2015
«Dopo 12-13 anni in Parlamento voglio vivere del mio lavoro. Ma non lascio il Pd». Così Enrico Letta a Che tempo che fa annuncia le sue dimissioni. Dal primo settembre l’ex premier dirigerà l’Istituto per gli affari internazionali a Parigi. Anche se la sua vuole apparire come una scelta «ponderata lungamente», lontana dall’astio che aveva accompagnato il suo addio a Palazzo Chigi, non risparmia qualche frecciatina a Renzi
Dal primo settembre Enrico Letta non farà più parte del Parlamento. A 48 anni, l’ex presidente del Consiglio il più volte ministro, uno dei fondatori del Pd, si trasferirà a Parigi per dirigere l’Istituto per gli affari internazionali («una scuola per insegnare ai giovani ad appassionarsi di politica»).
Sceglie “Che tempo che fa”, il programma di Fabio Fazio, Letta, per rompere il silenzio che durava da quando era stato sfrattato da Palazzo Chigi, ormai 15 mesi fa. E per annunciare, non senza clamore, il suo nuovo futuro.
«I componenti del suo partito erano stati avvertiti?», chiede Fazio. «Diciamo che qualche giorno fa sono stato ricevuto dal presidente Mattarella al quale ho comunicato la mia decisione, uscendo rincuorato». E Renzi? «Lo saprà adesso». L’annuncio di Letta, («dopo 12-13 anni consecutivi in Parlamento voglio vivere del mio lavoro»), vuole apparire come una scelta «ponderata lungamente», lontana dall’astio che aveva accompagnato il suo addio anticipato da inquilino di palazzo Chigi («i nostri rapporti sono sereni»). Eppure, in più di una circostanza, nel mezzo di un discorso, l’ex premier lascia partire più di una stoccata. Come quando ricorda al presentatore, che «intorno alla figura di Renzi vedo troppo conformismo». Quando dice che le riforme «vanno fatte con la più ampia maggioranza, altrimenti c’è il rischio di fare la fine del tanto criticato Porcellum». O come, sul finale, alla domanda di Fazio che ricorda che Renzi sia convinto che il governo durerà fino al 2018, risponde con un sarcastico «se lo dice lui...».
Eppure, l’ex giovane promessa della politica italiana, dopo aver trasmesso più di una certezza sulla sua scelta di vita, per un attimo sembra non chiudere del tutto la porta a quella che a molti appare essere una decisione soprattutto polemica. «Ma se ci fosse una proposta»? Gli chiede ancora Fazio. «Beh, non saprei, nella politica tutto può succedere, ma non mi dimetto dalla politica, mi dimetto dal Parlamento. Non lascio il Pd».
Sullo sfondo di un intervento che doveva servire per lanciare il nuovo libro «Andare insieme, andare lontano», edito da Mondadori, l’ex premier ha parlato della tragedia nel canale di Sicilia, plaudendo alle dichiarazioni di Renzi e di Hollande per portare subito il tema in discussione al Consiglio d’Europa. «Ora serve un Mare Nostrum europeo».