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 2015  aprile 16 Giovedì calendario

Le regioni fanno resistenza all’accoglienza dei migranti • I funerali per il giudice e l’avvocato uccisi da Giardiello • L’ex poliziotto che ammazza le due amanti • L’Italicum passa nell’assemblea del Pd • La crisi dei Compro oro


Regioni Alcune regioni stanno facendo resistenza alla richiesta di ospitare i migranti (le strutture sono al collasso, dovendone assistere 70mila). Per esempio la Valle d’Aosta: a fronte di una richiesta, arrivata lunedì per fare fronte ai nuovi sbarchi, di 50 posti, ha accettato di ospitare soltanto una persona (nei centri valdostani ce ne sono già 62). Stando alle regole, la percentuale di accoglienza deve essere proporzionata all’estensione del territorio e al numero di abitanti. Secondo la situazione aggiornata a ieri mattina nelle strutture erano presenti 69.463 persone. Di queste, ben il 22% è stato accolto dalla Sicilia e il 12% dal Lazio. Una percentuale molto superiore a quella della Lombardia che ne assiste il 9%, mentre dovrebbe arrivare almeno al 14. Ancora peggio il Veneto, che provvede appena al 4% dei migranti giunti nel nostro Paese a fronte di una quota che è stata fissata all’8% minimo. Proprio come la Toscana: anche qui la quota è del 4% mentre in Calabria e Campania sale fino al 7. Basso pure il numero delle persone trasferite in Piemonte, pari al 5%, anche se le trattative in corso tra il governatore Sergio Chiamparino e i vertici del Viminale sembrano aver portato a uno sblocco con l’assenso alla creazione di nuovi posti (Sarzanini, Cds).

Funerali Ieri nel Duomo di Milano ci sono stati i funerali di Stato per il giudice Fernando Ciampi e l’avvocato Lorenzo Claris Appiani, uccisi giovedì scorso in tribunale da Claudio Giardiello. In prima fila il presidente Mattarella. Presenti anche i presidenti delle Camere, Laura Boldrini e Pietro Grasso, il ministro della Giustizia Andrea Orlando, tanti parlamentari, il sindaco Giuliano Pisapia, il governatore Roberto Maroni, il prefetto Francesco Paolo Tronca. Il cardinale Angelo Scola ha ricordato le vittime come «testimoni giusti perché quotidiani e discreti servitori del bene comune». Poi ha rivolto un pensiero allo «sciagurato pluriomicida», le cui «vittime innocenti ci chiedono almeno di pregare perché attraverso la giusta pena espiatoria prenda consapevolezza del terribile male che ha compiuto fino a chiederne perdono a Dio e agli uomini che ha così brutalmente colpito». La terza vittima, Giorgio Erba, nel Duomo di Milano non c’era perché il suo funerale era già stato celebrato in mattinata a Monza.

Delitto Giancarlo Bossola, 59 anni, ex poliziotto sovrintendente delle volanti di Alessandria, dove aveva servizio per 30 anni. Era stato sposato con una signora Maria, ma ormai tutti lo ritenevano vedovo. Invece la donna si era separata ed era andata a vivere lontano da quando nella loro vita era entrata Norma Rivera Ramirez, 52 anni, cubana, di professione santona. I vicini lo vedevano con questa donna o con l’altra sua amante, Rosalina Redofi, 46 anni, badante della madre novantenne del poliziotto. Tante volte nel cuore della notte erano stati svegliati da «urla disumane» che provenivano da quell’appartamento. In effetti oramai il Bossola era così intriso di superstizioni magiche da arrivare a pianificare la propria morte, della santona e della Redofi. Per prima cosa c’era da sistemare Norma Rivera Ramirez. E infatti, dopo averla sistemata su un letto, non si sa se dopo averla stordita in qualche modo, tutta nuda a parte una collana amuleto a girocollo, le diede fuoco. Chiamò la polizia della questura di Genova: «Andate e troverete la mia santona morta, ma fate attenzione». Quindi prese a nolo una macchina, la riempì di taniche di benzina, passò a prendere Rosalina Redofi e sfrecciò lungo l’Autostrada dei Fiori. Poco prima di Finale Ligure, tamponò l’auto che lo precedeva, accostò al guard rail, appiccò il fuoco nell’abitacolo ormai saturo di esalazioni. Nella cucina dell’ex poliziotto fu trovata una lettera in cui descriveva per filo e per segno ciò che avrebbe dovuto fare come «strumento nelle mani delle divinità della santeria». Giornata di martedì, prima in una casa di via Giovanni Pascoli, zona sud di Alessandria, e poi nei pressi del viadotto di Orco Feligno, Savona.

Italicum All’assemblea dei deputati del Pd ha vinto la linea intransigente di Renzi sull’Italicum. Il capogruppo Roberto Speranza si è dimesso e la componente Area riformista (bersaniani, lettiani e dalemiani) non ha partecipato al voto dei parlamentari pd. Alla fine su 310 sono rimasti in 190 a votare nell’assemblea e hanno scelto tutti il sì. Intanto Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega (per i grillini il «passo è prematuro») hanno scritto al presidente della Repubblica denunciando «lo strappo costituzionale» se si mette la fiducia sulla legge elettorale: «L’Italicum è una scelta eversiva di un dittatorello di provincia», ha detto Renato Brunetta (FI). Dal Quirinale Sergio Mattarella per ora segue con attenzione l’evolversi dell’iter parlamentare e si guarda bene dall’interferire con l’attività della Camera.

Oro Solo nel 2013 sono stati 17 milioni gli italiani che si sono rivolti ai negozi Compro oro per vendere i gioielli di famiglia. Per questo motivo tra il 2008 e il 2012 l’Italia, sostanzialmente senza giacimenti, ha aumentato le esportazioni auree del 385%. Lo scorso anno, però, la crisi dei Compro oro: nel 2014, da 35mila sono scesi a 22mila e il giro d’affari si è dimezzato. Oggi il fatturato medio non supera 300mila euro (Bottero, Sta).

(a cura di Daria Egidi)