Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  aprile 15 Mercoledì calendario

I danni della psicosi da vaccino. L’allarme sul farmaco Fluad, che poi si è rivelato infondato, ha fatto calare la profilassi per l’influenza del 20-30 per cento e questo ha causato centinaia di vittime in più rispetto alla media stagionale. A fare il tragico bilancio è Walter Ricciardi,commissario straordinario dell’Istituto superiore di Sanità. L’aumento di mortalità è stato registrato soprattutto tra gli anziani

L’allarme sul vaccino antinfluenzale Fluad, che si è poi rivelato infondato, potrebbe esser costato centinaia di vite. È questo il dato più eclatante che emerge da un primo bilancio sugli effetti del calo delle vaccinazioni, che si è verificato in quest’ultima stagione influenzale. L’allarme è stato lanciato ieri a Roma, in occasione di un convegno sul tema dei vaccini organizzato da Italia Longeva. «Rispetto alle scorse stagioni influenzali – sottolinea Walter Ricciardi, commissario straordinario dell’Istituto superiore di sanità e professore di Igiene dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma – vi è stato un significativo calo delle vaccinazioni, valutabile intorno al 20-30%. E dai risultati preliminari di uno studio dell’Iss appare subito evidente un eccesso di mortalità».
LA REAZIONE
In pratica, rispetto agli ottomila morti per influenza, che sono la media che si registra ogni anno, ne vanno aggiunti qualche centinaio in più. Un tragico tributo, questo, non del tutto inatteso, considerata la reazione della popolazione al “caso Fluad”, scoppiato a fine novembre dello scorso anno. A seguito di una comunicazione dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), in cui sono state segnalate decine di morti sospette avvenute dopo la vaccinazione con il Fluad, buona parte della popolazione ha saltato l’appuntamento con il vaccino. «Nei 2-3 giorni dopo il falso allarme, così come nella settimana successiva, il calo delle vaccinazioni ha raggiunto picchi del 90%», riferisce Ricciardi. «Ad esempio le Asl e i medici di famiglia che in genere vaccinano dalle 30 alle 40 persone al giorno, si sono ritrovati a immunizzare solo 2-3 persone», racconta.
Le conseguenze di questo rifiuto di massa sono state subito evidenti nei pronto soccorso e negli ospedali di tutta Italia. «Anche le strutture più organizzate delle grandi città italiane hanno dovuto fronteggiare situazioni di estrema emergenza», riferisce Ricciardi.
«Abbiamo assistito – continua – a scene che non vedevamo ormai da decenni: pazienti buttati sulle lettighe e nei corridoi perché le strutture erano ormai sature. Questo sovraffollamento è parzialmente imputabile al calo delle vaccinazioni, provocata probabilmente da una cattiva comunicazione del rischio». Gli esperti infatti non hanno alcun dubbio sulla sicurezza dei vaccini. «I vaccini contro l’influenza sono estremamente sicuri – sottolinea Ricciardi – e non ci sono dubbi neanche sull’efficacia».
Tuttavia, in Italia il popolo dei “No vac” sta diventando sempre più numeroso. E questo nonostante nel nostro paese l’influenza rappresenti la terza causa di morte per patologia infettiva. Ogni anno vengono colpite in media 4 milioni di persone. Soglia, questa, superata nella stagione influenzale 2014-2015. Secondo i dati InfluNet, infatti, sono circa 5.958.000 i casi di influenza registrati, 631 i casi gravi di influenza confermata, 148 le persone decedute. Negli anziani la malattia può causare complicanze tali da rendere necessario il ricovero ospedaliero, portare alla perdita dell’autosufficienza e, in casi estremi, alla morte.
I VANTAGGI ECONOMICI
«Vaccinare significa prevenire o ridurre al minimo la presenza di condizioni croniche, di alto impatto sulla mortalità e sulla qualità di vita dell’anziano», spiega Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva. Oltre a salvare vite, la vaccinazione rappresenterebbe anche un vantaggio economico.
«Con la vaccinazione di tutti sopra 18 anni – spiega Francesco Mennini, professore di Economia Sanitaria dell’Università di Roma Tor Vergata – si potrebbe passare da un costo di 2,86 miliardi di euro, così come stimato per ogni stagione influenzale, a 1,56 miliardi, con un risparmio di 1,3 miliardi, ampiamente sufficiente a coprire i costi per le vaccinazioni. Anche soltanto un aumento di un terzo della popolazione da vaccinare può essere realizzato senza incidere sul budget, soltanto agendo sulle razionalizzazioni dei costi dovute ad esempio ad un uso più appropriato degli antibiotici».