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 2015  aprile 15 Mercoledì calendario

Nonostante le attese, la firma di Alessandra Moretti sul documento che la impegnava a tagliarsi lo stipendio una volta eletta alla Regione Veneto, non c’è stata. Anzi. Quella che doveva essere l’intesa contro gli stipendi d’oro dei politici, si è trasformata in una rissa verbale con il Movimento 5 Stelle a favore di telecamera

Nonostante le attese, la firma di Alessandra Moretti sul documento che la impegnava a tagliarsi lo stipendio una volta eletta, non c’è stata. Anzi. Quella che ieri mattina doveva essere l’intesa contro gli stipendi d’oro dei politici, si è trasformata in una rissa verbale a favore di telecamera. E tra i due giovani sfidanti a governatore per le Regionali del Veneto, Jacopo Berti del Movimento Cinque Stelle e la candidata del Partito democratico, sono volate anche parole grosse: “Ecco i burocrati”, ha detto il primo. “E voi siete dei pagliacci”, è stata la replica della seconda.
E dire che nei giorni scorsi sembrava che l’incontro dovesse sancire se non un’inedita “alleanza” anti-casta, almeno un tacito accordo per contribuire a mettere fine agli sprechi in Regione. “Avevo chiesto che venisse firmato il nostro documento, esplicitamente – spiega Berti dopo l’incontro –. La risposta era stata entusiasta. Ma è andata diversamente”. “Mai detto di sottoscrivere i tagli del M5S”, replica la candidata renziana nel pomeriggio di ieri su Facebook.
Tutto inizia alcuni giorni fa, quando il candidato dei Cinque Stelle chiede alla rivale di sottoscrivere il documento che tutti i grillini in corsa alle Regionali firmano al momento della candidatura: “La Moretti dice di voler tagliare gli stipendi e i vitalizi dei consiglieri. È per questo che al posto di parlarne e basta, la invito a fare come noi: a firmare un documento dove si rinuncia completamente ai vitalizi, ai privilegi e ci si riduce lo stipendio”.
Inizialmente era sembrato che Moretti fosse disponibile al confronto: in una lettera pubblica indirizzata a Berti, aveva riconosciuto ai Cinque Stelle di essere “tra i promotori della battaglia contro i costi della politica”. E dopo avere parlato delle sue proposte sul tema dei costi della politica, la candidata sembrava pronta a firmare: “Su questi punti non ci metto solo la firma, ma prendo un impegno preciso davanti agli elettori. Quindi accetto l’invito: se vieni a Limena (sede del comitato elettorale alle porte di Padova, ndr) non puoi che essere mio ospite”, aveva scritto Moretti.
Così ieri mattina il candidato del Movimento Cinque Stelle si è presentato a Limena e quando ha messo davanti alla sfidante il foglio per la firma, lei si è rifiutata anche solo di prenderlo in mano. Moretti infatti ha mostrato a Berti un suo documento, già firmato da lei, con l’impegno a presentare una proposta di legge per la riduzione degli stipendi “entro i primi cento giorni dal voto”. “Ho già sottoscritto l’impegno nei confronti dei veneti di cambiare la legge con la quale voglio cambiare per tutti i consiglieri le regole del gioco – ha spiegato Moretti davanti al rivale e ai giornalisti –. Non è con le azioni personali che noi cambiamo il Paese. Ma è con una legge regionale”.
Poi Moretti parla delle sue dimissioni, all’inizio della campagna elettorale, dal Parlamento europeo: “State parlando con l’unico politico a livello nazionale che ha lasciato un posto sicuro per intraprendere la sfida delle Regionali”. Ma Berti la incalza: “Perché allora non firmi questi impegni?”. “I gesti personali lasciano il tempo che trovano”, la risposta. È qui che volano le parole grosse e nonostante l’invito della democratica a sedersi per un caffè, i cornetti rimangono nel vassoio. “Jacopo Berti è venuto con le sue proposte, io ho presentato e firmato un impegno sulle mie. Dispiace che sia venuto qui non per ascoltare le nostre ragioni e confrontarsi, ma solo per sfruttare un po’ di visibilità a favore delle telecamere”.