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 2015  aprile 15 Mercoledì calendario

Salvini contro l’accoglienza agli immigrati • Gli scafisti sparano in Libia contro un rimorchiatore italiano • Berlusconi è tornato libero • La Corte Europea: «Risarcite Contrada» • Il poliziotto che rientrerebbe «mille volte» nella Diaz

 

Immigrati 1 Da inizio anno siamo già oltre 21.500 immigrati sbarcati in Italia o in procinto di farlo: 833 in più rispetto all’anno scorso. Se questa è la media, chiuderemo l’anno ben oltre i 150.000 arrivi del 2014. Alcune testimonianze appena raccolte a Reggio Calabria, da profughi soccorsi dalla nave della Marina Militare italiana “Orione”, parlano di un naufragio con quattrocento morti. Ma le motovedette mandate sul posto finora non ne hanno trovato tracce. Il ministero dell’Interno chiede alle prefetture di tutta Italia di trovare posti nuovi per ospitare i profughi che si spostano dalle coste nord africane verso l’Europa, il centro di accoglienza dell’isola di Lampedusa che può accogliere 250 persone sta scoppiando, con i suoi 1.400 disperati arrivati nelle ultime ore. Ma la richiesta scatena la polemica della Lega Nord. Matteo Salvini invita gli amministratori «a dire no, con ogni mezzo, a ogni nuovo arrivo, siamo pronti a occupare ogni albergo, ostello, scuola o caserma destinati a presunti profughi. Alfano fa l’affittacamere per i clandestini». Gli fanno eco i governatori di Veneto e Lombardia. «Leggo che il Veneto dovrebbe mettere a disposizione altri 700 posti — afferma Luca Zaia — e rispondo che i posti a disposizione sono zero». Per Roberto Maroni, «il governo deve convocare le Regioni». Renzi replica e attacca «l’industria della superficialità e del pressapochismo che parla di immigrazione per vincere le elezioni». Il commissario Ue Avramopoulos, atteso in Sicilia nei prossimi giorni, dichiara: «L’Italia è sotto pressione, dobbiamo sostenerla».

Immigrati 2 L’altro ieri al largo della Libia il rimorchiatore italiano “Asso 21” che aveva appena soccorso oltre 250 migranti a bordo di un barcone che stava per affondare, è stato preso di mira da un barchino di trafficanti, armati di mitragliatrici, che hanno sparato diverse raffiche per recuperare il barcone vuoto. “Asso 21”, che era stato inviato sul posto dalla centrale operativa della Guardia Costiera Italiana coordinata dall’ammiraglio Giovanni Pettorino, aveva appena recuperato 250 persone ed era stata affiancato per supporto dalla motovedetta “Tyr” della Guardia Costiera islandese (che fa parte dell’Operazione Triton) che aveva a bordo già 350 naufraghi. A quel punto sono cominciati gli spari. Perché quel barcone, che in tempi normali vale pochissimo, in questo momento vale tanto oro quanto pesa: i trafficanti libici ed egiziani hanno ormai pochissimi mezzi per continuare il loro business sulla pelle dei disperati. La motovedetta islandese non ha risposto al fuoco anche per evitare di mettere a repentaglio la vita di quelle centinaia di migranti, e tra questi tante donne e bambini, che avevano appena soccorso, molti dei quali erano in acqua e rischiavano di annegare.

Berlusconi Il tribunale di sorveglianza di Milano ha dichiarato estinta la pena alla quale era stato condannato Silvio Berlusconi nel processo Mediaset, dopo dieci mesi e mezzo di affidamento in prova ai servizi sociali. Cade anche la pena accessoria dell’interdizione per tre anni dai pubblici uffici, e Berlusconi torna a tutti gli effetti un uomo libero con la restituzione del passaporto che avverrà tra pochi giorni. Ma quella ottenuta, ripete sconsolato, resta «una vittoria a metà, che non mi basta affatto». Perché a pesare su di lui sono gli effetti della legge Severino, che lo rende incandidabile a cariche pubbliche fino al 2019. Un macigno sulla sua ambizione di avere «una riabilitazione totale da una condanna ingiusta». Solo se la legge venisse modificata, o se i suoi ricorsi a Strasburgo fossero accolti, il suo sogno che negli ultimi tempi ha espresso a più di un interlocutore — tornare a guidare il centrodestra da candidato premier quando si voterà — potrebbe apparire reale.

Contrada Per la seconda volta la Corte europea dei diritti umani condanna l’Italia per il processo e i dieci anni inflitti a Bruno Contrada, 83 anni, l’ex numero tre dei Servizi segreti del Sisde: 10 mila euro di risarcimento. Dopo la pronuncia dell’anno scorso per l’ingiusta detenzione del superpoliziotto perché gli ultimi anni avrebbe dovuto trascorrerli ai domiciliari per età e malanni, ieri i giudici di Strasburgo hanno picchiato duro sostenendo che il discusso reato di «concorso esterno in associazione mafiosa» all’epoca dei fatti e in quel processo «non era sufficientemente chiaro». Commento di Contrada: «Questa sentenza non fa veramente giustizia. Io mi aspetto giustizia dal mio Paese, dall’Italia. Io sono prima italiano, poi europeo. Io sono stato condannato ingiustamente in nome del popolo italiano. E qui si deve accertare l’errore commesso da alcuni magistrati. Perché la giustizia italiana sa come sono andate le cose». Contrada, che ha presentato due mesi fa la quarta domanda di revisione del processo (la corte di appello di Caltanissetta ha fissato l’udienza il 18 giugno) è pronto al contrattacco: «Possono sostenere quello che vogliono. Si tenga conto che la verità processuale in questo caso non corrisponde alla verità storica. Anzi, alla verità. Senza aggettivi».

Diaz Lo scorso 9 aprile, due giorni dopo che la Corte europea dei diritti dell’uomo ha definito vera e propria tortura quel che è accaduto all’interno della Diaz, il poliziotto di Roma Fabio Tortosa ha scritto sul suo profilo Facebook: «Lo rifarei subito, ci rientrerei mille e mille volte». Le sue parole hanno scatenato un vespaio, con Matteo Renzi che chiede di fare chiarezza assicurando il suo impegno personale per l’introduzione del reato di tortura, e il ministro dell’Interno Angelino Alfano che non esclude «massima severità» nel giudizio sul comportamento del poliziotto, che sarà valutato «con la celerità necessarie e il dovuto rigore». Sui commenti esaltati al suo post, molti firmati da suoi colleghi, il Viminale ha promesso indagine e provvedimenti.

(a cura di Roberta Mercuri)