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 2015  aprile 15 Mercoledì calendario

Exor e i 6,4 miliardi per PartnerRe. È la più grande offerta mai realizzata dalle finanziarie degli Agnelli, che punta tutto sul colosso americano delle riassicurazioni. Dopo Fca, un’altra operazione a stelle e strisce

Offerta “amichevole” di Exor sul cento per cento di PartnerRe, il sesto gruppo di riassicurazione nel mondo. Operazione da 6,4 miliardi di dollari, la più grande mai realizzata dalle finanziarie degli Agnelli. Lo annuncia Exor con un comunicato in cui rivela i contorni del nuovo investimento americano, il terzo dopo Chrysler e Cushman &Wakefield. Con l’offerta amichevole di Exor si blocca il piano di fusione tra PartnerRe e un altro colosso americano delle riassicurazioni, Axis capital holding.
Secondo il comunicato della finanziaria degli Agnelli, l’offerta di Exor attribuirebbe alle azioni di PartnerRe un valore superiore del 16 per cento a quello che i titoli avrebbero in caso di fusione con Axis. Inoltre Exor promette agli azionisti di PartnerRe il pagamento cash delle loro azioni, il mantenimento dell’attuale management e «tempi celeri» con la chiusura del contratto di acquisto «entro la fine del 2015». Advisor dell’operazione sono Morgan Stanley, Citygroup e Bdt. Per Exor, in Italia, lo studio Pedersoli.
L’acquisto di PartnerRe verrà pagato in parte con la liquidità di Exor, circa due miliardi di euro, in parte con due prestiti ponte da Morgan Stanley e City. Ieri sera il titolo della società di riassicurazione americana è salito a Wall Street di oltre il 9 per cento, arrivando a 130,2 dollari per azione, leggermente al di sopra dei 130 dollari offerti da Exor.
Ieri mattina si è riunito a Torino il consiglio di amministrazione della finanziaria degli Agnelli che ha approvato il consuntivo del 2014. L’utile è stato di 323,1 milioni contro i 2.084,5 del 2013, ottenuti grazie alla vendita per 1,5 miliardi della partecipazione in Sgs.
Verranno pagati 0,35 euro per azione, in crescita rispetto al dividendo di 0,33 del 2013. Per spiegare i dettagli dell’operazione PartnerRe, approvata ieri dal consiglio di amministrazione, John Elkann terrà oggi una conference call con gli analisti. Il cda di ieri ha anche stabilito che l’assemblea degli azionisti Exor per il 2015 si terrà in maggio al Lingotto. Quella Fca si svolge invece domani ad Amsterdam. Anche qui potrebbero arrivare annunci a sorpresa. Tant’è che Marchionne ha convocato d’urgenza i leader sindacali a Torino per giovedì sera.

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A poche ore dalla prima assemblea dei soci Fca fuori dall’Italia, Exor annuncia un altro passo destinato a modificarne il dna. Il comunicato diffuso ieri pomeriggio, a Borsa chiusa, sull’intenzione della finanziaria degli Agnelli di acquistare la totalità di PartnerRe, è l’annuncio di un importante cambiamento di pelle. Con il più grande investimento finanziario nella storia della sua famiglia, John Elkann impegna 6,4 miliardi di dollari nel settore delle riassicurazioni. Quello di incassare i premi dalle società di assicurazione per garantirle a loro volta in caso di calamità naturali o altri disastri di entità paragonabile, non è mai stato il mestiere degli Agnelli. O meglio, non è mai stato il mestiere per cui sono diventati noti.
Bisogna tornare alle imprese finanziarie di Ifi e Ifil guidate da Umberto negli anni Novanta, per trovare iniziative simili. E infatti fu proprio la vecchia Exor di quegli anni (ormai sciolta) a partecipare alla fondazione di PartnerRe nel 1993. Altra epoca. Quando operazioni di questo genere erano considerate, con qualche sufficienza, semplici diversificazioni rispetto al core business dell’auto. Diversificazioni che furono in realtà molto utili negli anni drammatici della crisi di inizio Duemila quando la vendita «dell’argenteria », come fu definita allora, servì a tappare i buchi dell’auto. E, per ironia della storia, fu proprio Umberto Agnelli, nei brevi anni della sua presidenza del gruppo, a scegliere la strada della cessione degli altri asset per salvare l’auto.
Ventidue anni dopo John Elkann torna alla conquista di PartnerRe con un contesto e un’intenzione diversi. Gli investimenti nella finanza non sono più una diversificazione o, nella migliore delle ipotesi, un’ancora di salvezza per l’auto. Sono, al contrario, il core business della finanziaria degli Agnelli, il suo principale mestiere. L’industria dell’auto, come quella delle macchine agricole e dei camion che in questi giorni tengono le loro assemblee dei soci ad Amsterdam, sono solo uno dei business di Exor. Importante, certamente («Noi crediamo molto in Fca», ha detto Elkann due giorni fa), ma non l’unico. Oggi il 45 per cento delle attività di Exor è in Fca, il 19 in Cnhi e il 6 in Cushman and Wakefield, l’immobiliare che dovrebbe essere venduta entro pochi mesi. Se andrà in porto l’operazione Partner-Re, il peso di Fca nelle attività di Exor scenderà al 41 per cento, quello di Cnhi al 17 e la nuova arrivata in portafoglio rappresenterà ben il 32 per cento. Un cambio molto significativo. Anche perché l’americana PartnerRe è al sesto posto nel mondo tra i gruppi riassicurativi e il 47 per cento del mercato delle riassicurazioni è negli States. Un altro passo in direzione dell’America, dove oggi è più facile trovare disponibilità di capitali rispetto alla Vecchia Europa.
In attesa che il dollaro forte possa riequilibrare la situazione facendo affluire capitali anche su questa sponda dell’Atlantico, è in fatto che quello di PartnerRe sarebbe il secondo grande investimento degli Agnelli in Usa dopo Chrysler. Una coincidenza che potrebbe diventare addirittura una indicazione sull’identità del futuro partner nell’auto che ancora due giorni fa Elkann annunciava come praticamente inevitabile nel breve-medio periodo. Nell’ipotesi di un’alleanza americana sarebbe assai probabile che il nuovo partner di Fca sia General Motors. È a quell’esito che pensava John Elkann rivolgendo lunedì pomeriggio il suo discorso agli azionisti di Exor e spiegando che «il consolidamento dovrebbe tenere conto di fattori molto importanti come le identità e le culture»?
Nell’attuale contesto l’asse identitario di Fca e di Exor è una linea retta che parte dal Sud Europa e arriva al Nord America. L’operazione PartnerRe è un nuovo passo in quella direzione.