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 2015  aprile 15 Mercoledì calendario

«Io sono uno degli 80 del VII nucleo. Io ero quella notte alla Diaz. Io ci rientrerei mille e mille volte». Con queste parole, su Facebook, il poliziotto Fabio Tortosa scatena la bufera. Insulta Carlo Giuliani, il ragazzo morto a Genova («Spero che sotto terra faccia schifo ai vermi») e se la prende con Zucca «e i suoi sgherri», il pm che ha ottenuto le condanne per l’inchiesta. «Si permette di scrivere queste cose perché nessuno gli ha mai detto niente» commenta un torturato

«Semplicemente impuniti» ha sentenziato la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo a proposito dei poliziotti responsabili delle torture alla Diaz.
L’agente del reparto mobile di Roma Fabio Tortosa, è uno di quelli che c’erano alla Diaz, ma che non ha fatto né visto nulla proprio come i suoi capi e colleghi, e quattordici anni dopo sul suo profilo Facebook si lascia andare alle nostalgie e scrive: «Io sono uno degli 80 del VII nucleo. Io ero quella notte alla Diaz. Io ci rientrerei mille e mille volte».
E poi a seguire virili proclami sui servitori dello Stato incompresi, fregati ma tutto sommato sempre pronti a rischiare la vita anche per chi li odia. Poche ore dopo il suo profilo è stato sommerso da commenti, la maggior parte di sostenitori ma anche molti critici.
Il premier Renzi che ieri era a Genova ha dichiarato che «verrà fatta chiarezza» anche se ha poi confermato la sua fiducia all’ex capo della polizia del G8 Gianni De Gennaro oggi presidente di Finmeccanica. Una nota del Dipartimento della Ps ha annunciato accertamenti ed eventuali provvedimenti disciplinari e il ministro dell’Interno Alfano parla di «fatti gravi che verranno valutati con il dovuto rigore».
Tortosa nel 2001 era stato inizialmente indagato come tutti i poliziotti entrati nella Diaz e poi archiviato perché l’omertà del corpo e l’assenza di numeri di riconoscimento avevano garantito l’anonimato dei “torturatori”. Però viene fotografato all’uscita mentre scorta verso il cellulare che lo porterà a Bozlaneto uno degli arrestati. Si chiama Moritz Von Unger e oggi è un avvocato che guarda caso si occupa di diritti civili presso la Corte di Giustizia in Lussemburgo.
«Penso che Tortosa potrebbe anche essere uno di quelli che mi ha pestato e oggi si permette di scrivere queste cose perché nessuno in questi anni gli ha mai detto niente» commenta Lorenzo Guadagnucci, uno dei torturati della Diaz. «Spero che lui non sia rappresentativo della categoria – continua –. Io ce l’ho con chi gli ha permesso in questi anni di dire le stesse cose, con quelli, i capi della polizia e del ministero che hanno scelto di non fare nulla. Con una legge sulla tortura che ha come unico fine quello di non disturbare troppo».
Nel suo post il poliziotto Tortosa insulta Carlo Giuliani («Spero che sotto terra faccia schifo ai vermi») e la «verità processuale delineata da tale Zucca e dai suoi sgherri». Enrico Zucca è il pm che ha ottenuto le condanne per l’inchiesta Diaz. «Il veleno è in circolo – dice il magistrato –. Il ventre del corpo dice brutalmente cosa ha detto la testa: la polizia si è difesa come ha potuto, ma per servire la democrazia. No, lo stato democratico è la legge e la costituzione, non il governo sovrano. Nella scuola della polizia si deve imparare la costituzione per prima, poi a mettere le manette al mafioso. Non viceversa».