Libero, 9 aprile 2015
Rubano alle vecchiette e guadagnano mille euro al giorno. A Mattino Cinque parlano le piccole Rom, hanno tra i 13 e 15 anni e sono impunite: «I poliziotti? Ci prendono, ci portano alla Questura, ci fanno le foto, ci prendono le impronte, ci fanno tutte ’ste cazzate e poi ci rilasciano perché siamo minorenni»
«Sì, rubiamo alle vecchiette. E se poi muoiono non ci importa niente». Hanno 13 e 15 anni, ma parlano come gangsters. «Perché dobbiamo vergognarci? Noi guardiamo solo al nostro bene. Se poi tu muori non importa, sono cose della vita. I poliziotti? Tanto ci rilasciano sempre».
Signore e signori, ecco a voi lo show dell’impunità. Per la serie ladri si nasce. Vi scippiamo e ce ne vantiamo. Nessuna paura, anzi: la spocchia di confessarlo in televisione con la civetteria di due teenagers al provino del Grande Fratello. Le fermano per caso davanti a una fermata della metropolitana di Roma, per loro sfilarti il portafoglio è come fare shopping: «Rubare è cosa bella per noi. L’importante è che stia bene io, degli altri non me ne frega niente». Risatine di scherno. «Su che canale andiamo in onda? Aspetta, mi metto gli occhiali che sono più sexy».
Uno schiaffone a tutte le persone di buona volontà. A sferrarlo, due ragazzine rom di origine bosniaca, fiere di farla franca sempre e comunque: «I poliziotti ci hanno fermate tante volte: ci prendono, ci portano alla Questura, ci fanno le foto, ci prendono le impronte, ci fanno tutte ’ste cazzate e poi ci rilasciano perché siamo minorenni». Smanettano sul cellulare. Si rimettono in posa davanti alla telecamera.
«Ma non sarebbe meglio andare a scuola e imparare un lavoro?» chiede perplessa l’inviata di Mattino Cinque Francesca Bastone. «Ma al lavoro perché? rispondono le ragazze -. Per guadagnare mille euro al mese? Io, rubando, quei 1000 euro li faccio in un giorno».
Una cifra galattica: trentamila euro al mese soffiate dalle tasche di ignari passanti. Diecimila euro in più dei reddito che mediamente un onesto lavoratore italiano guadagna in un intero anno, pagandoci pure le tasse. Ma per le due furfanti in blu jeans i soldi non sono un problema: «Pensa, noi i pezzi da 20 euro li buttiamo via». E come la utilizzano le due minorenni rom una refurtiva del genere? «Andiamo a comprare vestiti, al cinema, compriamo l’erba da fumare». Frasi choc che in pochi minuti ottengono due milioni di visualizzazioni su Facebook e che fanno dire a Matteo Salvini: «Radiamo al suolo i campi rom con la ruspa».
Ora: ruspa o non ruspa, non possiamo certo prendercela con due minorenni, pur intraprendenti. Possiamo però mettere da parte l’ipocrisia e farci qualche domanda. Come diavolo sono state cresciute queste due promesse del crimine? Sono mele marce, o anche le loro amichette vivono rapinando? Hanno fatto le scuole dell’obbligo, che come dice il nome dovrebbero essere obbligatorie? E ancora: come vengono mantenute economicamente all’interno di un campo nomadi?
Come mai molti dei loro parenti viaggiano su auto di lusso pur risultando nullatenenti? Perché molti Comuni pagano le utenze di luce e gas dei campi nomadi mentre parecchi pensionati saltano la cena per saldare la bolletta? Solo a Milano, Roma e Napoli sono stati spesi 100 milioni di euro in sei anni per mantenere questi campi, che troppo spesso diventano ghetti.