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 2015  aprile 08 Mercoledì calendario

Hacker russi hanno violato la Casa Bianca e sono entrati in possesso di informazioni private sull’agenda di Obama? I fatti sarebbero avvenuti lo scorso ottobre. Emergono solo ora che il controspionaggio è sicuro di aver ripulito completamente i sistemi di comunicazione dalla breccia che gli hackers avevano aperto

Hanno bussato ripetutamente alla porta del dipartimento di Stato, fino a quando sono riusciti a mettere il piede sulla soglia, e da lì dilagare in direzione della Casa Bianca. È così che hacker russi sono entrati in possesso di informazioni private sull’agenda del presidente degli Usa. Non hanno violato le linee riservate sulle quali corrono segreti di stato, ma sono riusciti ad acquisire dati che non sono di dominio pubblico, come gli spostamenti in tempo reale di Barack Obama, e la scaletta degli avvenimenti nella residenza presidenziale. Soprattutto, hanno umiliato ancora una volta uno dei sistemi di sicurezza più evoluti del mondo, che grava per svariati miliardi di dollari sul bilancio della spesa pubblica americana. La notizia dell’avvenuta violazione è stata rivelata ieri sera dalla Cnn, che citava fonti non ufficiali della Casa Bianca.
IL BERSAGLIO
I fatti sono avvenuti lo scorso ottobre, ed emergono solo ora che il controspionaggio è sicuro di aver ripulito completamente i sistemi di comunicazione dalla breccia che gli hackers avevano aperto. Gli attacchi sono molteplici e quotidiani. In passato i siti di Fbi, Cia, il ministero della Difesa e i suoi contrattisti sono tutti stati violati da pirati cibernauti di diverse nazioni. È la prima volta però che l’obiettivo centrato è così vitale per il paese. Lo stesso direttore della National Intelligence James Clapper tre mesi fa aveva menzionato la Russia come il paese di origine di attacchi recenti condotti con la massima destrezza, in una formula sconosciuta finora ad ora ai tecnici americani. Secondo la Cnn, Clapper si riferiva all’episodio appena svelato. Gli hackers si sono presenti con l’abusata tattica del phishing, con la quale l’intruso si presenta sotto un falso nome con la richiesta di essere ammesso alla comunicazione con un dato sito. Se la vittima abbocca, è come se avesse aperto la porta di casa ad un topo di appartamento, che invisibile inizia a girare per le stanze in cerca di refurtiva. Cosa hanno trovato gli hacker russi? Al momento non ci sono dettagli e nemmeno conferme, né a Washington né a Mosca.
LA REAZIONE
I siti non sensibili che sono stati oggetti di attacco sono stati sospesi più volte negki scorsi mesi, ufficialmente per motivi di manutenzione, e oggi sono di nuovo operativi, a conferma che il lavoro di pulizia è stato concluso. I sei mesi che abbiamo alle spalle comunque sono stati un tempo di intensa tensione diplomatica tra gli Usa e la Russia, e il presidente è stato continuamente informato delle iniziative diplomatiche e di quelle segrete che l’amministrazione ha intrapreso nel tentativo di tenere a bada le mire espansionistiche di Putin sull’Ucraina. Quante di questi dettagli sono stati carpiti dagli hacker? E quali erano i clienti che le avevano commissionate? L’episodio ha poi una valenza ancora più grave perché cade nel mezzo del dibattito sulla posta privata che l’allora segretaria di Stato Hillary Clinton ha usato, all’insaputa delle autorità che vigilano sulla sicurezza nazionale. Clinton continua a rifiutarsi di rendere pubblico il contenuto di comunicazioni che lei continua a ritenere riservate e personali, al limite della banalità.
Ma il sospetto che tra di esse possano esserci messaggi sensibili per le orecchie e gli occhi di spie straniere tornerà ora a perseguitare la ex first lady, proprio nel momento in cui si prepara a lanciare la sua candidatura alla prossima tornata elettorale del 2016.