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 2015  aprile 08 Mercoledì calendario

Quella monetina da 100 lire che a Bergamo colpì Alemao e consegnò lo scudetto al Napoli di Maradona. Era l’8 aprile 1990, 25 anni fa. E a Sacchi ancora non va giù: «Fu un vero scandalo»

Venticinque anni fa c’erano le lire, il Milan di Sacchi e il Napoli di Maradona. Un’altra Italia, un calcio decisamente più romantico: pochi stranieri ma tanti campioni. Sfide epiche e stadi pieni nei quali, a dire il vero, allora come oggi succedeva di tutto. Di striscioni ignobili erano già piene le curve e in campo spesso piovevano bottigliette, petardi e monetine.
VITTORIA A TAVOLINO
Quello dell’8 aprile 1990 era un pomeriggio piovoso tra Milano e Bergamo. Milan e Napoli lottavano testa a testa per lo scudetto: rossoneri in casa con il Bologna e azzurri ospiti dell’Atalanta. A San Siro finisce zero a zero, lo stesso risultato che sta maturando al Brumana (oggi Atleti Azzurri d’Italia) quando al 77’ il brasiliano Alemao viene colpito da una monetina da 100 lire lanciata dalle tribune e si accascia al suolo. La ferita sanguina ma Alemao sembra volersi rialzare, il massaggiatore azzurro Salvatore Carmando lo invita a rimanere a terra. Albertino Bigon, tecnico del Napoli ed ex bandiera rossonera, dopo un paio di minuti sostituisce Alemao con Zola. La partita finisce 0-0, ma il Napoli fa reclamo e ottiene lo 0-2 a tavolino.
DECIDE LA CAF
All’epoca Ferlaino poteva contare su un direttore generale potente quale Luciano Moggi, mentre Berlusconi era un imprenditore rampante ancora lontano dalla politica. Si fecero sentire entrambi con il presidente federale Matarrese. Così, il processo fu rapidissimo. La decisione del giudice sportivo fu confermata dalla Disciplinare e dalla Caf del presidente Paladin che il 21 aprile mise la parola fine alla vicenda. Per il Milan è una beffa, Berlusconi per la prima volta si scaglia contro una sentenza che ritiene ingiusta. Gli azzurri vanno in fuga, il Milan accusa psicologicamente il colpo e non riesce a rialzarsi. Anzi, a Verona poi succederà di tutto: sconfitta, espulsioni e un Sacchi furioso. Lo scudetto prende la strada di Napoli.
CALCIO TOTALE
Quella monetina, però, fa ancora discutere: «Fu un vero scandalo – ha scritto Sacchi nel suo libro Calcio totale, presentato pochi giorni fa –. Anni dopo incontrai Alemao, che faceva il procuratore. Lo additai ai dirigenti del Real e dissi che per colpa sua avevo perso un campionato. “Ho avuto una bella carriera”, mi rispose lui affranto, “ho giocato anche nella Seleçao, ma tutte queste cose sono state cancellate dall’episodio della monetina, quando mi dissero di buttarmi a terra”». La versione di Carmando è diversa, l’ha scritta anche lui in un libro di prossima uscita: «Non vorrei nemmeno parlare di quell’episodio, ma vi garantisco che non c’è stata alcuna furbizia da parte mia – dice con voce accorata nonostante i suoi 71 anni –. Innanzitutto eravamo in due a soccorrere Alemao: con me c’era il medico sociale Lino Russo e abbiamo fatto solo il nostro dovere. Non voglio che il mio nome venga infangato e si dicano stupidaggini su quella giornata. Quando siamo arrivati in campo, è venuto Agnolin a dirci che aveva visto tutto e di portare il calciatore fuori per le cure. Io non ho dato nessun consiglio ad Alemao, semplicemente gli ho suturato la ferita. Poi, siamo andati in ospedale per accertamenti». La monetina festeggia oggi le «nozze d’argento», ma solo a Napoli brinderanno.