La Stampa, 8 aprile 2015
Massimo Moratti rivuole la sua Inter. L’ex patron lavora a una cordata: punta al 60% per spodestare Thohir. Con lui ci sarebbero anche Ernesto Pellegrini e Marco Tronchetti Provera
La pazza Inter ha prodotto un nuovo pazzo pensiero. Avete presente quando si riavvolge il nastro? Ecco, più o meno la stessa cosa. Fermi tutti, ci siamo sbagliati, quasi quasi ci riprendiamo la nostra creatura.
È questa la pazza idea della famiglia Moratti, che da qualche mese, sta lavorando ad un progetto ambizioso che dovrebbe coinvolgere soprattutto i tifosi. Il vecchio cruccio dell’azionariato popolare, che Silvio Berlusconi ha più volte accarezzato senza grandissimi risultati, è tornato alla ribalta per una struggente nostalgia e anche alla luce della disgraziata annata che sta per concludersi.
Operazione entro il 2016?
Massimo Moratti consigliato anche da un gruppo di imprenditori di fede interista avrebbe quindi iniziato a studiare, con l’apporto di consulenti finanziari e avvocati, la possibilità di mettere insieme un altro 30 per cento da aggiungere al suo e quindi di riavere la maggioranza della società nerazzurra. Un modo per ottenere nel patto della governance un ruolo di responsabilità, riducendo al minimo lo sforzo economico perché non è sua intenzione tornare ad avere debiti per puro divertimento. Il petroliere stavolta non si muoverebbe da solo. Negli ambienti finanziari sono rimbalzati i nomi di partner del calibro di Ernesto Pellegrini e addirittura di Marco Tronchetti Provera, ma al momento si tratta di indiscrezioni. Ci sono tra l’altro dei tempi tecnici che potrebbero indurre Moratti ad accelerare il suo sogno-progetto, perchè dal 2016 l’affare diventerebbe meno vantaggioso a causa di un patto stipulato al momento della firma. A tale riguardo si era addirittura ipotizzata l’esistenza di una clausola morale a garanzia dei tifosi con un diritto di prelazione per la vecchia proprietà.
Mancini resterebbe
Le voci sono diventate talmente insistenti da arrivare addirittura alla Pinetina, i giocatori infatti hanno iniziato a farsi delle domande e a raccogliere commenti poco lusinghieri sull’attuale presidente: c’è chi addirittura ha raccontato che a fine stagione cambierà nuovamente tutto creando delle turbative che evidentemente si stanno ripercuotendo sul campo. Erick Thohir – stando a chi fa il tifo per il ritorno del presidentissimo che ha portato ben 16 trofei a fronte di 1,2 miliardi spesi (ma con il Fair Play finanziario tanta generosità sarebbe bandita) – potrebbe stancarsi presto.
A distanza di un anno e mezzo dalla cessione tutto torna in discussione e chi è stato vittima dell’epurazione dell’indonesiano spera in un rientro in grande stile. Di certo, se la «pazza idea» di Moratti trovasse seguito avrebbe un ruolo sempre più centrale Xavier Zanetti, che a piccoli passi è riuscito a ritagliarsi un ruolo nel nuovo corso. Al contrario rischierebbero seriamente il posto sia l’attuale direttore generale Fassone sia il ds Ausilio e con loro tutti i dirigenti stranieri dell’area non sportiva. Roberto Mancini, invece, non avrebbe nessun problema visto che è rimasto in contatto con l’ex azionista di maggioranza e si è consultato con lui quando ha ricevuto la chiamata di Thohir per allenare l’Inter. L’indonesiano tornerà in Italia prima del derby ed avrà sicuramente modo di parlare con Moratti di questa situazione, al momento l’argomento non è stato sfiorato e quindi sarà curioso capire come si evolverà il rapporto tra i due.