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 2015  aprile 08 Mercoledì calendario

Il modello Caprotti funziona. Nel 2014, anno nero per il commercio, la sua Esselunga è riuscita a mantenere stabili i ricavi a 7 miliardi di euro, pur in presenza di un calo nel valore degli scontrini

Il modello Caprotti funziona. Nel 2014, anno nero per il commercio, la sua Esselunga è riuscita a mantenere stabili i ricavi a 7 miliardi di euro, pur in presenza di un calo nel valore degli scontrini. Obiettivo reso possibile da un significativo aumento dei clienti, cresciuti dell’8,5%. Merito anche del cambiamento nelle abitudini di acquisto degli italiani che dopo la crisi privilegiano le superfici medie e piccole rispetto ai grandi centri commerciali.
Bene anche il margine operativo lordo, cresciuto del 3,2% a 521 milioni di euro e l’utile netto a 210 milioni. Risultati conseguiti, come segnala la società in una nota, «con prezzi di vendita al dettaglio in deflazione dell’1,6% e in un mercato della grande distribuzione organizzata che, in tutta Italia e nelle Regioni in cui il gruppo opera, è stato in significativa contrazione». Esselunga è stata brava a mettere in pratica quel che gli economisti predicano nei momenti di recessione: la salvezza sta nella crescita della quota di mercato. Insomma, se sei capace di «rubare» i clienti alla concorrenza salvi i bilanci e l’intera baracca.
I risultati 2014, in realtà, sono anche il frutto di un miliardo e ottocento milioni d’investimenti messi in campo da Caprotti negli ultimi 5 anni. Un impegno che ha avuto effetti tangibili anche sugli indicatori del lavoro: l’organico ha raggiunto le 21.135 persone con 530 nuove assunzioni nell’ultimo esercizio. Il 74% dei dipendenti, poi, è in forza con orario full-time e il 93% ha un contratto a tempo indeterminato. Negli ultimi 5 anni l’organico medio è cresciuto di oltre 1.900 persone. Ed entro la fine del 2016 sono previste altre 2.500 assunzioni.
Numeri che danno ragione a Caprotti, protagonista, suo malgrado questa volta, dell’ennesima polemica con la Coop. Il numero uno di Coop Adriatica, Adriano Turrini, ha rilanciato le accuse ad Esselunga «colpevole» di aprire i punti vendita nel Bolognese il 25 aprile e il primo maggio, «mentre Coop e Conad sono chiuse». L’ennesima dimostrazione che la scelta dell’imprenditore milanese è vincente: in un sistema liberalizzato dalle lenzuolate di Bersani, vince chi offre al cliente il servizio migliore. E più prolungato nel tempo.