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 2015  aprile 08 Mercoledì calendario

Jean Germain, ex sindaco di Tours (Francia), si ammazza con un fucile da caccia perché coinvolto in uno strano giro di matrimoni a pagamento per turisti cinesi. Nella sua ultima lettera si legge: «Nonostante i fatti non sussistano, il pm mi perseguirà per ragioni piuttosto politiche. È insopportabile. Tanto posso riconoscere degli errori quanto mi è impossibile accettare questa slealtà. Se la vedranno con la loro coscienza»

Il sindaco di Tours per anni ha partecipato, statua di cera vivente, al pacchetto tutto compreso «nozze romantiche in Touraine» per turisti cinesi: giro in decappottabile, visita ai castelli della Loira, salone di bellezza e acconciatura con lo chignon per la sposa, torta nuziale e infine finto matrimonio e fotografia in municipio con lui, Jean Germain, per 19 anni primo cittadino socialista, sorridente nella fascia tricolore. Tra il 2007 e il 2011 circa 200 giovani coppie sono tornate in Cina con la sensazione di avere afferrato, in pochi giorni e per 3.000 euro, un pezzo di Francia.
Germain aveva accettato quel tripudio del kitsch à la française per dare una mano al turismo della città. Non è stata una buona idea. Le nozze cinesi avevano dato luogo a sospetti di truffa e il sindaco era accusato di complicità: ieri mattina avrebbe dovuto comparire in tribunale per l’apertura del processo, e anche lì si sarebbe proclamato innocente come faceva dall’apertura dell’inchiesta, nel 2013. Ma l’udienza è cominciata con un colpo di scena. Germain non si è presentato. L’hanno ritrovato ore dopo, nel garage di casa. Si è sparato con il fucile da caccia.
Prima ancora che venisse scoperto il cadavere, il suo avvocato ha letto in tribunale l’ultima lettera: «Alcuni segnali mi fanno pensare che, nonostante i fatti non sussistano, il pubblico ministero mi perseguirà per ragioni piuttosto politiche. È insopportabile. Tanto posso riconoscere degli errori, delle mancanze di discernimento, quanto mi è impossibile accettare questa slealtà, resa possibile dalle azioni della signora Han e dalle menzogne del signor Lemarchand. Se la vedranno con la loro coscienza».
Lise Han, cittadina di Tours originaria di Taiwan, era stata assunta in municipio per occuparsi delle relazioni con la Cina. Poi era passata alla società di economia mista che gestiva il turismo di Tours, alle dipendenze di Jean-François Lemarchand. Ma soprattutto, tramite il marito Vien Loc Huynh, la signora Han è rimasta legata alla «Time Lotus Bleu» che organizzava le nozze per turisti: con una mano, in comune, dava l’appalto, con l’altra incassava. In questo modo la «Times Lotus Bleu» ha ricevuto oltre 750 mila euro di soldi pubblici in tre anni.
Il sindaco Jean Germain ha sempre giurato di ignorare tutto della truffa: si prestava al gioco della fotografia pensando semplicemente che le finte nozze finissero per portare visitatori a Tours. E in effetti il turismo è triplicato.
La sua lettera d’addio continua così: «So che sto per provocare dolore a chi mi ama. Ma non si può permettere che la caccia sistematica ai politici si svolga normalmente, ogni giorno. Ci sono delle persone, e io sono tra queste, per le quali l’ingiustizia e il disonore sono insopportabili. Siate certi che non ho preso un centesimo, mi sono sempre impegnato per quello che mi pareva essere l’interesse dei cittadini di Tours. Lascio questa lettera ai miei cari che così, spero, potranno capire».
Germain era molto popolare nella sua città. Nel 2011 era diventato senatore a Parigi, l’anno scorso si è ripresentato alle elezioni locali sperando di conquistare un quarto mandato da sindaco ma, anche a seguito dello scandalo, è stato battuto dall’avversario di centrodestra Serge Babary.
La notizia del suicidio ha provocato emozione in Francia, il presidente Hollande – che durante la campagna del 2012 aveva fatto di Germain il suo consigliere per l’educazione – ha parlato del «dramma terribile di un uomo che si uccide perché non vuole vedere macchiato il suo nome». Tra le tante voci di cordoglio per la morte di una persona ritenuta perbene, il presidente del Senato Gérard Larcher si è ribellato alla caccia alle streghe: «Jean Germain si è sentito condannato prima ancora di essere giudicato. Ecco la solitudine immensa del politico».