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 2015  aprile 08 Mercoledì calendario

Il rinnovamento imposto da Berlusconi per le Regionali: cinquanta per cento di uscenti, cinquanta di volti nuovi nelle liste di Forza Italia. Fitto non ci sta: «Escludere chi ha consenso è suicida». Campagna elettorale ferma per il Cavaliere in attesa del tribunale di sorveglianza. Intanto si rincorrono le voci di una sua fuga ad Antigua

Cinquanta per cento di uscenti, cinquanta di volti nuovi. Sarà il criterio guida che seguirà Forza Italia per la composizione delle liste alle prossime regionali e destinato a essere ripreso alle future politiche. Eccolo il rinnovamento – guai a chiamarlo “rottamazione” – secondo Berlusconi. «Mi sembra il metodo più normale, il più razionale, al quale nessuno potrà opporsi», spiegava ieri sera a cena con colleghe la tesoriera (e plenipotenziaria su simbolo e liste) Mariarosaria Rossi.
È la declinazione in numeri e percentuali della sua circolare di un paio di settimane fa. Nuovi criteri, neanche a dirlo, varati d’intesa con Berlusconi, con l’auspicio di porre fine alla guerra giovani-vecchi già aperta nel partito. Ma è tutt’altro che certo che un mix così congegnato, soprattutto in vista delle politiche, possa attenuare i tanti timori dei parlamentari in carica. Paure, contestazioni e faide interne che lasciano l’ex Cavaliere di pessimo umore. «Pensano che non mi renda conto che ad essere nel mirino sono io, continuano ad attaccare voi perché non hanno il coraggio di affrontare me», continua a masticare amaro Silvio Berlusconi nei colloqui privati coi dirigenti più vicini che ha visto e sentito a Villa Certosa. Dalla Sardegna non ha avuto alcuna voglia di allontanarsi ieri, non lo farà a quanto pare neanche oggi. Nessuna intenzione di ripiombare nelle guerre interne. La voglia invece di ripianare tutto e ripartire dopo le regionali è tanta.
Tra i deputati e senatori rientrati a Roma prevale il pessimismo, le previsioni sono cupe. «Abbiamo la sensazione che voglia mollare, che voglia liquidare il partito come intende fare col Milan, magari per andare via e ritirarsi ad Antigua», si sente ripetere da più di un deputato della vecchia guardia. Stamattina il capogruppo Brunetta e la portavoce Bergamini ribadiranno alla riunione di gruppo convocata a Montecitorio (in assenza del leader) che sull’Italicum e più in generale sulle riforme non ci sarà alcun cedimento. Linea dura. Con buona pace dei 18 firmatari del documento pro-riforme che ha avuto in Verdini il suo ispiratore. L’ormai ex Manuela Repetti propone di già «un’alleanza tra un’area di centro e la sinistra moderna» di Renzi. Il terreno minato per Fi resta però quello delle regionali. L’ex Cavaliere non ha ancora pianificato la campagna, attende la prossima settimana: il Tribunale di Sorveglianza di Milano tra il 9 e il 14 emetterà la sentenza di estinzione della pena per la condanna Mediaset. Il nodo più complicato è la Puglia, sebbene ieri sera il candidato governatore Schittulli parlasse di spiraglio di intesa con i forzisti del commissario Vitali. Fitto è tornato alla carica in difesa dei suoi: «Per le regionali, escludere chi ha consenso è suicida», come lo è «lasciare tutto in mano ai soliti autonominati». Ma la sua guerra alla dirigenza forzista non lo spingerà fino al punto di sostenere coi suoi uomini il candidato pd in Campania Vincenzo De Luca, come invece ha annunciato di voler fare il senatore Vincenzo D’Anna, che minaccia anche un’istanza al tribunale contro la nomina della tesoriera Mariarosaria Rossi. Lei, che simbolo e liste invece presenterà in tutta Italia, non sembra darsi pensiero di accuse e minacce. Convinta che «la vera preoccupazione di alcuni è il fatto che non saranno più loro a decidere sulle liste, come avvenuto fino a poco tempo fa».