Corriere della Sera, 7 aprile 2015
David Lynch dice no a Twin Peaks 2: «Troppi pochi soldi, non dirigerò il sequel». Dal web la proposta di una colletta e i dubbi su un’altra regia
Sei mesi. Tanto è durata la gioia di chi, lo scorso 6 ottobre, ha ricevuto da David Lynch la notizia in cui forse non sperava nemmeno più. «Sta succedendo di nuovo», aveva scritto il regista, confermando che sì, sarebbe tornato a dirigere, 25 anni dopo, nuovi episodi di Twin Peaks, venerata serie tv costruita attorno all’inquietante omicidio di una 17enne. E invece non succederà. Se anche il mondo di Laura Palmer tornerà a vivere – si parla del 2016 –, comunque non ci sarà chi quel mondo lo ha inventato e costruito attraverso immagini sopravvissute al passare del tempo e delle mode televisive.
A farlo sapere, anche questa volta è stato lo stesso Lynch, che sul suo profilo Facebook ha scritto: «Cari amici, Showtime (il canale che trasmetterà la serie) non ha staccato la spina a Twin Peaks. Ma dopo un anno e quattro mesi di trattative rinuncio, perché non ha offerto abbastanza denaro per realizzare il copione come sentivo che avrei dovuto fare».
Quindi, quasi come per confermare che le sue non erano parole di un pokerista, ha aggiunto: «Nel fine settimana ho iniziato a chiamare gli attori per spiegare loro che non sarò il regista», spegnendo così le speranze di chi si augurava ci fosse ancora margine per un ripensamento. «Showtime potrebbe comunque portare avanti il progetto. Amo il mondo di Twin Peaks e mi sarebbe piaciuto che le cose andassero diversamente», ha concluso, lasciando spazio alla disperazione dei fan che hanno immediatamente condiviso e rilanciato sui social network il messaggio, arrivando anche a proporre di unirsi loro per «raccogliere il budget necessario per avere Lynch».
Tra le tante repliche, non si è fatta attendere quella di Showtime, i cui toni però sembrerebbero meno categorici rispetto a quelli del regista: «Ci ha rattristati leggere le parole di David Lynch perché pensavamo di lavorare per giungere a una soluzione con lui su alcuni limitati punti in sospeso», si legge nella nota del canale. Che prosegue con quello che potrebbe essere un ultimo appello: «Anche noi amiamo il mondo di Twin Peaks e continuiamo ad avere la speranza di riportarlo in auge in tutta la sua gloria con entrambi i suoi creatori, David Lynch e Mark Frost, in testa».
È evidente infatti che per scongiurare il rischio di una vuota operazione nostalgia o di un progetto interessante solo sotto il profilo del marketing, il nome di Lynch è indispensabile. Con un sostituto non sarebbe la stessa cosa. Lo sanno gli appassionati della serie, ma sembrano saperlo anche a Showtime, vista la determinazione con cui sono stati inseguiti anche altri nomi che hanno reso grande Twin Peaks, tra cui l’altro produttore Mark Frost o il protagonista Kyle MacLachlan, che tornerà a vestire l’elegante completo dell’agente dell’Fbi Dale Cooper. Fino a ieri, tutto sembrava pronto per il ritorno. Sembrava che finalmente, dopo 25 anni, quelle domande rimaste irrisolte, quei misteri resi ancora più fitti da un finale tranciato dal calo di ascolti (era il 1991 e l’Abc decise così), fossero vicini a trovare una soluzione.
Ora invece tutto torna incerto. Solo Lynch poteva avere le risposte che mancavano.