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 2015  aprile 07 Martedì calendario

Greta, la bulla si scopre “vittima”: costretta a lasciare la scuola. Insultata e minacciata su Facebook la studentessa che aveva picchiato in classe la disabile a Vercelli

Troppe vessazioni, insulti e minacce. Greta ha lasciato la scuola, perché «quell’ambiente non va più bene per lei, non è più sicuro». Lo raccontano i genitori che a settembre la iscriveranno in un altro istituto. Greta, che in un video aggrediva una disabile, ora è presa di mira su Facebook da adulti e coetanei, che in alcuni casi però dimostrano maggior buon senso dei loro genitori.
La famiglia di Greta, una delle ragazzine di 15 anni che in un video picchiano e sputano su una ragazza disabile in un’aula dell’istituto alberghiero «Giulio Pastore» di Varallo Sesia, in provincia di Vercelli, aveva annunciato un ricorso contro il provvedimento del Consiglio d’istituto, che aveva applicato la pena massima, «nonostante Greta avesse dimostrato il suo pentimento – dice la famiglia – ma di cui nessuno ha tenuto conto». Il ricorso non servirà più; la famiglia ha deciso di ritirare Greta dall’alberghiero.
Non ci era più andata, su invito dei docenti, da quando i carabinieri avevano notificato una denuncia alla Procura dei minori di Torino per lei e per altri tre coetanei. E non ci sarebbe potuta più andare fino a settembre, perché era sospesa fino al termine delle lezioni. Il Consiglio d’istituto aveva previsto per i quattro ragazzi sospesi (due fino a giugno, due per due mesi) un percorso di reinserimento con servizi sociali.
«Anche se la scuola ha dato questa sorta di opportunità a Greta – spiegano i familiari – abbiamo deciso di allontanarla definitivamente e valutare l’iscrizione in un altro istituto a settembre». Per una sorta di legge del contrappasso, Greta è diventata la «vittima» e continua a ricevere minacce e insulti in tutti i modi: su Facebook, di persona, quando esce. I genitori raccontano che la quindicenne «è terrorizzata, vive in un perenne stato d’ansia e ha paura ogni volta che deve uscire di casa anche solo per poco tempo». Vessazioni che sono arrivate da subito sulla sua pagina Facebook, con frasi irripetibili, che arrivano ad augurarle la morte e che continuano a raggiungerla. Non solo da coetanei ma anche da una certa fascia di adulti che, dopo aver espresso indignazione per il video in cui una studentessa disabile viene ricoperta di botte e di sputi, sono passati all’attacco. Alcuni adolescenti, invece, sembrano più riflessivi: condannano l’atto di bullismo ma prendono le distanze da chi reagisce con violenza. «L’alberghiero – dice l’avvocato della famiglia, Alessandra Guarini – non può più essere l’ambiente di Greta, anche perché riteniamo che la scuola non sia esente da responsabilità in tutto questo». La docente in aula al momento dell’aggressione, infatti, non è intervenuta e l’Ufficio scolastico regionale di Torino ha avviato un procedimento disciplinare nei suoi confronti.