La Stampa, 7 aprile 2015
La maggior parte del debito di Atene è dovuta all’Europa, e secondo Washington sta a Bruxelles prendere la decisione politica se tagliarla o no, e come. La piccola parte dovuta all’Fmi invece non si tocca, perché mancare il pagamento metterebbe la Grecia nell’illegalità, e provocherebbe una insurrezione globale
«Accolgo con favore la conferma da parte del ministro che il pagamento dovuto al Fmi arriverà il 9 aprile». Così la direttrice dell’Fondo monetario, Christine Lagarde ha annunciato domenica l’esito dell’incontro con Yanis Varoufakis, in cui il ministro delle Finanze di Atene le ha garantito che il suo governo non intende sfidare le istituzioni internazionali e mettersi fuori dalle loro regole. Lagarde ha aggiunto che i colloqui con Bruxelles per il bailout sarebbero «ricominciati lunedì».
In queste poche parole c’è il succo del noto confronto fra il nuovo esecutivo greco e l’Fmi, accusato di avere imposto al paese misure insostenibili durante i precedenti salvataggi, e quindi escluso dal negoziato sulle prossime vie d’uscita. Che Lagarde creda o no alla parola di Varoufakis, l’importante è chiarire il contesto e la linea di pensiero del Fondo. La maggior parte del debito di Atene è dovuta all’Europa, e secondo Washington sta a Bruxelles prendere la decisione politica se tagliarla o no, e come. La piccola parte dovuta all’Fmi invece non si tocca, perché mancare il pagamento metterebbe la Grecia nell’illegalità, e provocherebbe una insurrezione globale. Il Fondo è composto dai paesi di tutto il mondo, e quelli emergenti già da tempo si lamentano perché ha dedicato troppe risorse all’Europa e loro vogliono avere più voce in capitolo. La Cina ha già sfidato la Banca Mondiale, creando la propria istituzione per finanziare lo sviluppo dell’Asia: immaginiamoci cosa succederebbe se, dopo aver dedicato così tante risorse al Vecchio Continente, l’Fmi non riuscisse neppure a recuperare i crediti dalla Grecia. Atene facendo così lancerebbe una provocazione più grande di lei, con conseguenze imprevedibili.