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 2015  aprile 04 Sabato calendario

Il Papa parla dei cristiani perseguitati • Sale il bilancio dei morti nell’assalto al campus keniano • Israele contro l’accordo per il nucleare in Iran • Fabrizio Curcio è il nuovo capo della Protezione Civile • Lubitz accelerò la discesa dell’aereo • I musicisti, artisti maledetti • Perché si regalano uova a Pasqua?


Persecuzioni/1 Papa Francesco, al termine della celebrazione della Passione di Cristo: «In Te vediamo ancora oggi i nostri fratelli perseguitati, decapitati e crocifissi per la loro fede in Te, sotto i nostri occhi e spesso con il nostro silenzio complice». Poche ore prima, a San Pietro, Bergoglio aveva ascoltato il suo predicatore, padre Raniero Cantalamessa, ricordare «i 147 cristiani trucidati dalla furia jihadista degli estremisti somali in Kenya», denunciare l’«indifferenza inquietante» del mondo e la necessità di «fermare i malvagi» fino a esclamare: «Non bisogna dormire, non bisogna lasciarli soli!».

Persecuzioni/2 In media ogni mese 322 cristiani vengono uccisi nel mondo a causa della loro fede, 214 fra chiese ed edifici di proprietà di cristiani sono distrutti o danneggiati e 722 sono gli atti di violenza perpetrati nei loro confronti. Le statistiche sono di opendoorsusa.org. Nel 2014 e nel primo trimestre 2015, i cristiani si confermano, inoltre, ancora una volta, il gruppo religioso maggiormente perseguitato. Nel Rapporto 2014 della Fondazione di diritto pontificio “Aiuto alla Chiesa che soffre” (Acs) c’è scritto che in 116 dei 196 Paesi analizzati si registra un violento disprezzo per la libertà religiosa (verso tutte le religioni) (Calabrò, Cds).

Kenya Dopo l’assalto agli studenti universitari in Kenya, a Garissa, ieri il bilancio ufficiale è salito a 148 vittime (142 studenti, 3 agenti e 3 soldati), ma mancano ancora molti ragazzi all’appello: secondi i salesiani i morti potrebbero essere 200. Sotto accusa il governo per non avere preso adeguate misure di sicurezza e per avere sottovalutato la minaccia jihadista e l’allerta dell’intelligence.

Israele Ieri Benjamin Netanyahu ha convocato una riunione urgente del consiglio di Difesa per esaminare l’accordo di Losanna, subito definito «una minaccia per la sopravvivenza di Israele». Dopo la riunione, Israele ha chiesto che «ogni accordo finale con l’Iran comprenda un chiaro e non ambiguo riconoscimento del diritto di Israele ad esistere». In serata sono arrivate le rassicurazioni della Casa Bianca: non verrà firmato nessun accordo che possa costituire una minaccia per Israele. Per lo Stato ebraico resta aperta comunque l’opzione militare, sottolineava ieri il capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, Amir Eshel. Ma sembra una possibilità poco praticabile, ormai fuori tempo e capace di condurre a nuove difficoltà politiche. [Sull’argomento leggi anche il Fatto del giorno]

Protezione Civile Franco Gabrielli è diventato il nuovo prefetto di Roma. Gabrizio Curcio è il suo successore nella Protezione Civile.

Lubitz Anche l’esame della seconda scatola nera conferma la tesi del disastro aereo provocato volontariamente dal copilota tedesco Andreas Lubitz. Martedì 26 marzo Andreas Lubitz ha modificato le impostazioni del pilota automatico per far scendere l’Airbus 320 con destinazione Duesseldorf da oltre undicimila metri a 30. E «più volte, durante la discesa», il copilota tedesco «ha cambiato il pilota automatico per aumentare la velocità del velivolo», ha detto ieri il Bea, l’ente francese che indaga sugli incidenti aerei.

Musicisti Dianna Theodora Kenny, professoressa di Psicologia e musica a Sydney, ha catalogato e analizzato le storie di 12.665 musicisti morti tra il 1950 e il 2014. Risultato: questi artisti hanno in media il quadruplo delle possibilità di morire in un incidente stradale e il quintuplo di essere vittima di un omicidio rispetto alla normale popolazione americana. Anche la percentuale dei suicidi è significativa: nel 1990, anno in cui si raggiunge il picco, la statistica evidenzia un’incidenza del 9% tra i musicisti contro l’1% della popolazione americana. Smentita, invece, la leggenda del «Club dei 27»: Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison e Amy Winehouse sono tutti morti a 27 anni, ma l’età in cui muore la maggior parte dei musicisti è 56 anni. A ogni genere musicale si accompagna una diversa causa di morte. Il 6% del campione totale esaminato è vittima di un omicidio, ma la percentuale sale per i musicisti rap e hip hop: più della metà sono stati assassinati. A uccidere i musicisti blues, jazz e folk sono invece per lo più cancro e malattie cardiache. Il minor numero di suicidi si registra tra i cantanti gospel (0,9%), mentre ai primi posti ci sono il punk (11%) e il metal (19%). Le stesse categorie che, con il rock (24%), primeggiano tra le morti accidentali (che comprendono sia incidenti sia overdose) (Ferrigo, Sta).

Uova Gli Egizi consideravano l’uovo il fulcro dei quattro elementi (acqua, aria, terra e fuoco) e i Persiani già si scambiavano quello di gallina all’inizio della primavera. Dioniso, nelle tombe trovate in Beozia, portava un uovo in mano, emblema del ritorno alla vita, e pure l’effigie della Dea Madre prevedeva l’uovo, simbolo di fecondità. I banchetti funebri degli Etruschi non ne facevano a meno. I Romani dicevano: «Omne vivum ex ovo», tutto ciò che è vivo discende da un uovo. Diventa un dono da fare a Pasqua a metà dell’Ottocento. Dice lo storico della cucina Alberto Capatti: «Era un’usanza legata alle uova di gallina e non ai prodotti dolciari, segnava il periodo di fertilità del pollame, quando ancora non esistevano le razze ovaiole e il periodo di maggior produzione coincideva proprio con la ricorrenza pasquale primaverile. Non essendo un bene di consumo costoso, poteva essere donato dai padroni ai servi» (Serra, Cds).

(a cura di Daria Egidi)