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 2015  aprile 03 Venerdì calendario

Quei 700mila euro che la Green Field System ha dato a Incalza oltre alle mazzette. Questa l’ipotesi degli inquirenti che hanno messo ai domiciliari Angelantonio Pica e Salvatore Adorisio, presidente e ad della società, con l’accusa di corruzione in concorso con il superburocrate

Nell’intreccio di relazioni, favori, incarichi e tangenti, che avrebbe fatto da sfondo all’assegnazione dei grandi appalti, c’erano anche gli imprenditori Angelantonio Pica e Salvatore Adorisio. Da ieri sono ai domiciliari su richiesta della procura di Firenze con l’accusa di corruzione in concorso con il superburocrate e dominus del ministero delle Infrastrutture Ercole Incalza, il suo collaboratore Sandro Pacella e l’imprenditore Stefano Perotti, arrestati il 16 marzo. Le indagini del Ros dei carabinieri, guidati dal colonnello Domenico Strada, avevano puntato sin dall’inizio al ruolo della Green Field System, la società della quale Pica e Adorisio erano rispettivamente presidente e ad, la stessa alla quale venivano conferite le direzioni dei lavori nei grandi appalti e che avrebbe elargito allo stesso Incalza 700mila euro di consulenze tra il 1999 e il 2012. Ma l’ipotesi degli inquirenti è che, oltre ai soldi regolarmente fatturati, Incalza incassasse mazzette cash.
L’ORDINANZA
Scrive il gip che la condotta dei due arrestati «risulta caratterizzata da assoluta spregiudicatezza, implicando la stessa anche la formazione della provvista di denaro contante – ovvero non tracciabile – utilizzato per eseguire i versamenti illeciti in favore dei coindagati». Il riferimento è alle due buste trovate nella sede della società, nascoste dietro alcuni libri, con circa 2 mila euro, che, secondo gli inquirenti, avrebbero fatto parte di circa 50 mila euro destinati a Ercole Incalza e Sandro Pacella.
LE FERROVIE SUD EST
E ancora, annota il gip: «Buona parte delle uscite della società Green Field sono state dirette» a Incalza e Pacella. Nell’ordinanza di custodia cautelare si spiega come la società venisse finanziata «direttamente o indirettamente, da Stefano Perotti e dalla società Ferrovie sud est, che sembra essere, in qualche modo, strettamente legata a Sandro Pacella e a Ercole Incalza, in virtù dei vincoli istituzionali e delle loro relazioni personali», soprattutto con l’ad, Luigi Fiorillo. La Ferrovie del sud est gestisce le infrastrutture ferroviarie in Puglia e ha un unico socio, il ministero delle Infrastrutture. «Ogni anno – si legge – vi è una società del Perotti che corrisponde a Green Field la somma di 30 mila euro per prestazioni». Dal 2006 al 2011, continua il gip, la Green Field ha ricevuto dalla società Ferrovie sud est oltre 2 milioni di euro. Secondo il gip, dalle indagini sarebbe emerso anche un debito di Fiorillo nei confronti di Pica, Pacella e Incalza.
I REGALI
Dopo gli abiti su misura e l’orologio al figlio dell’ex ministro Maurizio Lupi dalle indagini saltano fuori altri regali. Perotti, direttore dei lavori di molte grandi opere, avrebbe dispensato omaggi a Sandro Pacella, collaboratore dell’ex capo della struttura di missione Ercole Incalza e dipendente del ministero. Da una telefonata del 9 maggio 2014, scrive il gip riferendosi al viaggio di Pacella «e della sua famiglia» a Barcellona, «emerge che l’importo erogato per la vacanza è pari a 726 euro o a 968 euro a secondo della diversa sistemazione alberghiera». Il primo giugno 2014, Pacella, tornato dalla vacanza, chiama Perotti: «Ti volevo ringraziare di persona». Poi, rispondendo a una domanda su come fosse andata la vacanza: «Alla grande». «La prova della consegna di altre utilità da parte di Stefano Perotti a Sandro Pacella – continua il gip – la si ricava anche da una telefonata del 4 agosto 2014», quando Pacella chiama l’autista di Perotti per chiedergli «in quale negozio della Apple è stato acquistato il telefonino in uso alla propria figlia». E ancora «Perotti – scrive il gip – ha pagato un viaggio aereo di andata e ritorno per l’Argentina al figlio di Sandro Pacella, Luca».