il Fatto Quotidiano, 3 aprile 2015
Nuovi maître à penser crescono. Il renziano Jovanotti che tratta i 5Stelle quasi come eversori nullafacenti, definisce Landini «reazionario» e poi dice di rispettare Salvini (scatenando l’ira di Fedez)
Renziani si diventa, ma paraculi forse si nasce. Jovanotti era renziano prim’ancora che Renzi esistesse, perché pochi sanno incarnare il pensiero debole (e interessato) come lui. Renzi sa bene che nessun avversario sarebbe più gradito di Salvini, poiché estremo e dunque impossibilitato a divenire premier. Non a caso Renzi attacca sempre i 5Stelle e Landini, mentre nei confronti del leader della Lega Nord non è mai feroce. A Renzi, tutto sommato, Salvini piace: gli fa gioco. E così, anche al suo cantore sommo, Salvini va benissimo.
Martedì sera, intervistato a Ballarò, Jovanotti ha saputo scolpire parole nella pietra: “Le cose cambiano a forza di entusiasmo”. Poi, col sorriso sulle labbra e lo sguardo di chi ha letto l’elenco telefonico senza capirlo, ha scomunicato gli infedeli. Prima ha trattato i 5Stelle quasi come eversori nullafacenti, poi ha definito Landini “reazionario” e “vecchio” (mentre la Confindustria è nuovissima). Quindi ha parlato di Salvini. Da uno che cantava gli ombelichi del mondo, ti saresti aspettato una intemerata. Macché: Jovanotti lo rispetta, proprio come Renzi. Funziona così: prima premettono che non lo condividono, poi però aggiungono che ha una comunicazione efficace. Intervistato da Gian Antonio Stella pochi giorni prima, Jovanotti aveva già dichiarato di non disistimare Salvini e di cantare anche per i leghisti, perché la musica deve unire (e il Bene trionfa sempre sul Male). Le parole di Jovanotti a Rai3, più o meno, erano passate inosservate: ovviamente. Poi, su Facebook, Salvini le ha commentate; “Jovanotti ieri: ‘Non mi piace l’orizzonte di Salvini, il mio orizzonte è la società multiculturale. A me piace l’Europa, la moneta unica, io vorrei una moneta unica mondiale’. Mi piacciono tante canzoni di Jovanotti. Non mi piace il suo progetto di Minestrone Unico Mondiale, senza gusto”.
Jovanotti poteva lasciare correre: ne sarebbe uscito quasi indenne. Invece, su Twitter, ha risposto. Svelando una volta di più la sua natura di equilibrista, abile a tifare per il più forte senza scontentare nessuno (se non i disfattisti birbi). Leggiamolo: “@matteosalvinimi è bello avere idee e orizzonti diversi, ti rispetto e ti trovo forte nell’esposizione delle tue. Che le idee danzino è bene”. Perle di saggezza socratica, che stavolta non sono passate inosservate e che a qualcuno non sono piaciute, per esempio Cristicchi e Fedez. Quest’ultimo ha scritto: “Quando dici ‘forte nell’esposizione’ cosa intendi? Gli insulti razzisti e la xenofobia? Forti sono forti eh, danzarci anche no”. Il ragionamento di Jovanotti, in effetti, è granitico: okay, sei un po’ fascista e xenofobo, però parli bene e le tue idee danzano. E quando un’idea danza (?), sia essa omofoba o razzista, Jova non ci vede più e va proprio in brodo di giuggiole.
Ecco la vera #svoltabuona: dalla grande Chiesa che passa da Che Guevara e arriva fino a Madre Teresa, alla grande Leopolda che parte da Davide Serra e arriva a CasaPound. Son soddisfazioni. Il giulivo artista renziano ha perfino ricevuto il plauso pubblico da Salvini, gogna che francamente non si augura a nessuno: “Apprezzo apertura mentale di@lorenzojova. Da @Fedez, aspetto che adotti 2 #rom, 2 #clandestini e 2 imam”.
Prontamente insultato dai fans di Salvini, Fedez ha rincarato la dose: “Come di consueto l’elettorato salviniano si distingue per civiltà! Minacce di morte tra 3, 2, 1.. Bell’endorsement Jova”. Resosi conto dell’epic fail, Jovanotti ha provato a rispondere a Fedez: “Razzismo non è idea ma mostruosità (e anche reato). Mi riferisco alle idee (europa e altro) sulle quali non sono d’acoordo”. Una supercazzola resa ancora meno convincente dai refusi, elargiti con generosità gandhiana. Jovanotti se ne è accorto e ha scritto subito un secondo tweet, solo che ha corretto “d’acoordo” ma ha lasciato “mostrusoità”. Per parafrasarlo: “Di dieci cose fatte, te n’è riuscita mezza”. Nuovi maître à penser crescono. E il confine tra pensare positivo e pensare paraculo è sempre più labile.