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 2015  aprile 03 Venerdì calendario

Il caso di Detlef Günze, quel poliziotto tedesco che uccise, smembrò e forse mangiò la sua vittima, ricorda una Germania sempre più cannibale. Da Karl Denke, che durante la prima guerra mondiale si era nutrito di 26 maschi e 5 femmine, a Armin Meiwes, che dodici anni fa si filmò mentre pasteggiava con carne umana

Il presunto pentimento di un sospetto cannibale, Detlef Günze, ex agente della polizia criminale tedesca 57enne condannato a 8 anni e mezzo di carcere. “Mi voglio scusare in ogni maniera con tutti i parenti, i suoi e i miei. Ho fatto loro molto male e me ne vergogno. Sono responsabile di tutto. È stato il più grande errore della mia vita. Ma non ero e non sarò mai un assassino”.
Almeno formalmente sembra una contrizione totale. La giudice del tribunale di Dresda Birgit Wiegand ha tuttavia creduto solo in parte a questa versione. Abbastanza da non emettere un verdetto a vita, come avevano chiesto i legali di parte civile e alcuni colleghi di partito della vittima, ma nemmeno a dieci anni, come aveva invocato l’accusa. Gli 8 anni e mezzo sono scattati perché secondo la giudice l’uomo ha ammazzato un 59enna consulente aziendale di origine polacche, impegnato con la Cdu, il partito cristiano democratico di Angela Merkel, e ne ha profanato il cadavere, riducendolo in pezzi e seppellendone i resti nel giardino di casa.
Resta il sospetto di cannibalismo: i due si erano conosciuti su una chat “dedicata” nella quale gli anonimi frequentatori si scambiano i propri sogni. L’agente ha sostenuto che la vittima si è impiccata da sola, anche se i familiari hanno escluso avesse mai manifestato intenzioni suicide. La difesa aveva auspicato l’assoluzione. Ancora non è chiaro se accusa o difesa ricorreranno.
Le condizioni dei resti del cadavere non avevano consentito agli esperti di medicina legale di esprimersi su un possibile fenomeno di cannibalismo. Al quale la Germania non sarebbe nuova.
Durante la Prima guerra mondiale Karl Denke si era “cibato” di almeno 26 maschi e 5 femmine, come avevano rivelato i contenitori scoperti nella sua abitazione. Famoso fu anche il caso di Fritz Haarmann (di Hannover, come la vittima di Günze), per il quale non è mai stato chiarito se le “confezioni” di carne umana fossero per sé o per la vendita. Nel 1976, Joachim Kroll venne colto dalla Polizia mentre si accingeva a pasteggiare con la mano della sua ultima vittima. “Vecchia” di appena 12 anni, è la clamorosa vicenda di Armin Meiwes, che aveva filmato sia l’uccisione della vittima (che si era offerta volontariamente: la stessa del tesi poliziotto) sia il successivo pasto. I media lo avevano ribattezzato il “cannibale di Rotenburg”. “Sono migliaia coloro i quali vogliono venire mangiati”, aveva dichiarato durante il processo.