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 2015  aprile 03 Venerdì calendario

Breve ritratto di Graziano Delrio, l’ex sindaco padre di nove figli che rifiutò di andare al Milan. L’origine popolare, l’attaccamento al territorio, una fede cattolica praticata e la passione per lo sport

Ad agosto dell’anno scorso le solite voci maligne lo davano fuori da Palazzo Chigi per incomprensioni con il premier. Da ieri l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, è effettivamente fuori da quel palazzo. Ma per prendere la guida di uno dei dicasteri-chiave del governo: quello delle Infrastrutture e dei Trasporti, liberatosi per le dimissioni di Maurizio Lupi.
Una promozione senz’altro, ma anche un compito arduo, quello che il quasi 55 enne ex sindaco di Reggio Emilia, padre di nove figli, giocatore del Milan mancato (era stato selezionato ma rinunciò) dovrà portare a termine: di certo il più importante della sua vita.
Col predecessore ha in comune l’origine popolare, l’attaccamento al territorio, una fede cattolica praticata e la passione per lo sport. Per il resto non potrebbero esserci persone più diverse: estroverso e portato alla battuta Lupi, silenzioso e quasi ieratico nella prosa Delrio. Un globe-trotter che negli ultimi mesi ha macinato chilometri su è giù per l’Italia, ma soprattutto giù, visto che l’ultima missione che si era dato era quella di intervenire sul divario di sviluppo del Meridione. «Il Sud quest’anno potrebbe crescere più del Nord, a condizione che sappia spendere i residui fondi del periodo 2007-2013» ha ripetuto.
Un tema che ora potrà declinare in modo diverso, concentrandosi sul gap infrastrutturale del Sud. La partenza è in salita: martedì prossimo dovrà già presentare in Consiglio dei ministri il nuovo allegato al Def (documento di economia e finanza) predisposto da Lupi per ridurre la lista delle opere prioritarie a solo 49 progetti. Poi in Senato lo attende il disegno di legge delega per la riforma del Codice degli appalti, cruciale in un momento in cui la corruzione pare inarrestabile. In lista poi c’è la riforma della legge Obiettivo. E della struttura tecnica di missione che sovrintende a essa, per anni diretta da Ercole Incalza, finito agli arresti. Se sarà o meno spostata a Palazzo Chigi è dirimente per comprendere la portata del mandato assunto ieri da Graziano Delrio.